«Vuoi che mi tolga le scarpe per poter camminare sulla sabbia?» lei annuì.

Incredibile, quante di quelle cose avevo dimenticato quanti di quei gesti semplici e senza alcun senso logico avevo trascurato. Quando ero con quella ragazzina mi dimenticavo del mio mondo quello fatto di doveri e lavoro, cene noiose e un matrimonio sotto le lame di un rasoio. Decisi che per quella sera uno strappo potevo farlo, concedermi un po' di spensieratezza senza preoccuparmi di nulla, senza essere giusti o sbagliati ma soltanto concentrandosi su se stessi. Così gettai il bicchiere nell'apposito contenitore e iniziai a slacciarmi le scarpe, una volta fatto questo, tolsi i calzini reponendoli in quest'ultime.

«Sono, pronto» annunciai e lei rise sonoramente, dopo di che immersi i piedi nella sabbia fredda della sera, mi sentì a disagio in un primo istante ma una sensazione piacevole, prese poi il sopravvento.

«Be' vogliamo camminare oppure vuoi restare li impalato?» mi riproverò, mantenendo il suo solito sorriso radioso.

«Sei antipatica, lo sai?» non rispose si limitò a ridere e a camminare davanti a me, raggiungendo la riva.

Camminammo in silenzio per dieci minuti, ascoltando il rumore soave delle onde, l'ovattato chiacchiericcio dei ragazzi infondo e la musica un po lontana da dove eravamo. Il venticello era piacevole, potei osservare i capelli di Mia svolazzare sul suo viso e la sua voce imprecare con la speranza di rimetterli al suo posto. Risi sotto i baffi, ma lei mi sentì.

«Cos'hai da ridere?» curvò le sopracciglia fingendosi offesa.

«No niente, è che.. mi faceva ridere il mondo in cui imprecavi, tutti qui» sghignazzai ancora.

«Be' vorrei vedere te, i tuoi capelli sono corti invece i miei sono lunghissimi» istintivamente, ma soprattuto impulsivamente, avvicinai la mia mano alla lunghezza della sua chioma sfiorandola e spostandogliela sul lato destro del collo.

«Sono belli però..» riuscì a dire a bassa voce, lei invece mi sorrise dolcemente. Osservai Mia, avvicinarsi alla riva arrivando a bagnarsi piedi con l'acqua salata.

«Dai vieni anche tu, è bellissimo!!» strillò e saltellando di gioia.

Non potei fare a meno di sorridere, lei era cosi vivace e piena di vita mi risultava quasi impossibile stancarmi della sua presenza aveva un non so che di luminoso che mi faceva venir voglia di vivere. Ed io avevo proprio bisogno di sentirmi come Mia, libera di immergere i piedi alla riva, di ridere senza smettere, di abbracciarla e baciarla senza sentirmi costantemente in colpa, senza regole, seguendo esplicitamente i miei sentimenti.

«Arrivo!» gridai poi e subito l'acqua raggiunse i miei piedi, e si, era davvero una sensazione unica il tutto completato dal bagliore della luna sopra di noi.

«Finalmente non devo pregarti per far qualcosa» scherzò, io spalancaigli occhi sorridendo, cosi lasciai perdere le scarpe appoggiandole sulla sabbia e a sua insaputa inizi a schizzarle l'acqua.

«Così impari, sei troppo tremenda!!» Tentò di scamparmi, ma i lembi del suo vestito così come le punte dei suoi capelli erano già fradici.

«L'hai volto tu!» lei fece lo stesso, corsi sentendomi libero come un' aquila e finimmo per schizzarci e imbrattandoci anche un po' di sabbia, il tutto non smettendo di ridere nemmeno un attimo. Mi sentivo libero, finalmente, riuscivo a ritrovare un po di me stesso in lei nella sua risata e nel suo sguardo. La sua spontaneatà tirava fuori io meglio di me, di lei mi sembrava averne ormai sempre bisogno.

«Okay, tregua siamo veramente sporchi» disse lei strofindandosi la guancia con la mano eliminando un po di eccesso di sabbia scura. Le punte dei suoi capelli erano bagnate e gli orli dei miei pantaloni arrotolati e inzuppati così come per la camicia, per fortuna non completamente.

«Penso sia meglio tornare o altrimenti ci daranno per dispersi» lei mi si avvicinò toccandomi l'angolo della bocca e strofinandoci il pollice. Rimasi paralizzato da quel tocco, la lama infiucata si era di nuovo insediata dentro di me.

«Ti eri sporcato» biascicò, poi sorrise e superò la mia figura.

Restai pietrificato da quel gesto completamente inaspettato, sbattei le palpebre e poi la seguì lungo la spiaggia.
Camminammo lungo la riva bagnandoci ancora i piedi, poi vidi qualcosa brillare di luce propria era una conchiglia, bianchissima come una perla rara così mi abbassai a raccoglierla, la mia mano sfiorò qualcosa, le nostre dita si erano appena toccate. La raccogliemmo insieme.

«E' bella vero?» i suoi occhi sembrarono illuminarsi.

«Già dev'essere rara, non ce ne sono molte in giro di questo colore» riflettei raggirandomela fra le mani, poi gliela porsi.

«Dai no tienila, l'hai vista prima tu»

«Non dire sciochezze, voglio che l'abbia tu» insistetti, porgendole la conchiglia.

«Non è giusto.. cioè» le presi la mano riponendo in esse la conchiglia, poi la strinsi forte fra le mie.

«Dico sul serio, voglio che l'abbia tu» il mio sguardo era sincero, lei era indecisa ma dopo un po' mi guardò allo stesso modo. Ebbi quelle pietre verdi puntate addosso prive di un qualsiasi scudo, scoperte ed io ci stavo guardando dentro senza esitazione. Non avrei mai potuto mentire dinanzi a quegli occhi..
Sorrise e tenne la conchiglia fra le mani tutto il tempo lungo la spiaggia.

«Ma dove eravate finiti?» esordi Bruce seguito da Travis e dalle amiche di Mia. Eravamo arrivati alla piattaforma.

«Siamo stati un po in spiaggia..» intervenne Mia.

«Questo lo vedo...» dissero le sue amiche, guardandosi fra loro e poi osservando i nostri vestiti.

«Andiamo via, questa fasta non mi piace per niente» piagnucolò Karen. Nel frattempo Mia si infilava le scarpe, io feci lo stesso.

«Va bene, allora andiamo» esclamò infine la ragazza.

Accompagnammo le tre ragazze fuori dal lido e facemmo loro compagnia fin quando non arrivò un taxi che le avrebbe portate dritte in albergo.

Mia's point of view

Tralasciai il fatto che quella festa s'era rivelata una vera fregatura, ma grazie alla presenza di Michael s'era trasformata in una serata davvero interessante e sorprendente. Anche per lui probabilmente fu lo stesso, quella sera riuscì a vedere Michael con occhi diversi, mi sentivo serena con lui, capace di potergli parlare di qualsisi cosa, nonostante la nostra differenza d'età insieme riuscivamo a completarci a essere noi stessi anche lui sembrò rilassarsi più del solito, e ciò mi rese ancor più felice di quanto non lo fossi già.
Tutto era magicamente diverso con Michael, qualcosa che non avevo mai provato prima, qualcosa di stranamente piacevole ma nel contempo pericoloso. La sua gentilezza era disarmante, con gli occhi pareva accarezzarmi dolcemente, le sue mani avevano qualcosa di familiare. Il suo profumo mandava in estasi il mio olfatto e i suoi sorrisi mi annebbiavano la mente.
"Ci sentiamo dopo?" gli mimai, prima di entrare nel taxi, lui rispose con un cenno e io ricambiai con un sorriso.

«Cosa avete combinato tu e Michael in spiaggia?» esordì Karen dandomi una gomitata. Eravamo ancora in auto.

«Mh?» io ero immersa nei pensieri.

«Adesso fai anche finta di non sentire?? Ho detto, cosa hai combinato con Michael in spiaggia?» insistette, Carol si limitò a guardarmi in cagnesco.

«Nulla..» lasciai intendere, con un sorriso pizzicato.

«Si certo, eravate imbrattati di sabbia!!» intervenne Carol, io la zittii.

«Mia vuole tenerci nascosta la sua relazione con Michael» Karen sembrò fintamente offesa.

«Karen, nessuna relazione abbiamo soltanto giocato niente di più» gesticolai divertita, con le mani. Pensai poi alla conchiglia, quella bella e bianchissima conchiglia che furbamente misi nella tasca dei suoi jeans qualche minuto prima, lui non se n'era accorto. Volevo, desideravo fortemente che l'avesse lui.

«Va bene, per stavolta la passi liscia!» e poi ridemmo insieme, come sempre.





#SPAZIOAUTRICE

Buongiornooo!! 🌞❤️scusate l'assenza, eccovi un'altro capitolo spero vi sia piaciuto e vi invito a commentare se la storia vi sta piacendoo!!

See you❤️

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