Appoggio la testa al muro appena se ne va: il patto prevede la Starfall come ostaggio, ma la nave è sparita da tutti i loro radar. Ci hanno scovato anche negli angoli più remoti, è quasi impossibile che siano riusciti a nascondersi per così tanto tempo senza essere scovati.

Fisso il soffitto, sorridendo appena: non hanno mai lasciato Minerva. Conoscendoli, è solo questione di tempo prima che piombino addosso alla Pegasus all'improvviso.

***

Altre cinque stanghette si sono aggiunte: in questi ol l'unico carnefice è stato Brunnos. Vogliono aggiungere la tortura psicologica a quella fisica. Me ne ha fatte di tutti i colori, tutte quegli insulti che mi ha rivolto hanno fatto più male della lama del suo coltello. Mi sento sempre più debole, tra il sangue perso e il poco cibo non so quanto possa andare avanti, ma la cosa peggiore è il ricordarsi quella parte di Brunnos diversa da questa.

Quanto sarebbe stato meglio esser morti.

Non ho quasi niente per fermare il sangue. Spero che non si sviluppi qualche infezione, mi basta aver perso un braccio...

Traccio un altro segno con la mano metallica sulla parete, cercando di buttar giù quello che ol fa doveva essere pane. Qualsiasi pasto è peggio dei pasti che abbiamo sempre imbarcato sulla Starfall.

Quando sento di nuovo quei passi lungo il corridoio, di nuovo la chiave che fa scattare la serratura, appoggio il tozzo di pane e indugio con la mano su quello: so di avere i suoi occhi puntati addosso, ma se non ha avuto un briciolo di pietà le volte scorse, perché oggi dovrebbe essere diverso?

«Dov'è la Starfall?»

«Non lo so».

«Alzati».

Mi metto in piedi, spero solo che le gambe mi reggano. Lui si avvicina, tirandomi uno schiaffo. Mugolo appena, ha colpito una ferita sulla guancia. Cado a terra, non ho più forze nemmeno per reggermi in piedi.

«Dov'è la Starfall?»

«Non ne ho idea, seriamente. Perché non volete credermi?»

«Perché so che per proteggere i tuoi uomini faresti di tutto». Si abbassa, prende il coltello dalla tasca dei pantaloni, sento la lama fredda premere contro il collo.

«Ammazzami. Facciamola finita qui» sibilo guardandolo negli occhi.

«Credi davvero che voglia ucciderti? Sei solo un passatempo adesso, finché non mi stanco resti qui». Preme la punta finché non esce una goccia di sangue, la succhia via. Cerco di spingerlo via senza troppo successo.

Mi afferra il braccio metallico, costringendomi ad alzarmi per poi squadrarmi da capo a piedi.

«Dov'è la Starfall?»

Non gli rispondo. Non lo so. L'ho già ripetuto fino alla noia.

Mi afferra il viso con una mano, sono costretta a guardarlo negli occhi.

«Sono sicuro che tu lo sappia. Non parlare non servirà a proteggere i tuoi compagni. La tomba aspetta tutti voi».

«E allora uccidimi adesso. Anche se lo sapessi non avrei affatto intenzione di dirtelo!» gli urlo cercando di allontanarlo da me. «Vai a farti fottere, sei solo un bastardo!»

Mi stringe i polsi, bloccandomi contro il muro. «Te le faccio diventare cinque le condanne a morte».

«Fai quel che ti pare. Credi che abbia ancora interesse a vivere? Non so nemmeno a cosa mi sto aggrappando per sopravvivere adesso. Pensi che se avessi avuto un'arma ora saremmo qui a urlarci contro? Prenditela, la vittoria. Fammi fuori, comunicalo alla Federazione. Vedrai che a quel punto avrai in mano anche la Starfall».

Ai confini del vuoto 1 - Progetto MinervaWhere stories live. Discover now