«Intendi Mia?» corrugai la fronte stranito.

«Si, Mia..»

«Va come deve andare, cioè siamo amici non vedo il nocciolo della tua domanda Trav..» lo sentì ridere sotto i baffi.

«Cosa c'è da ridere?» 

«Nulla signore.. ma la conosco fin troppo bene e lei quando guarda quella ragazzina perde la ragione» ammise d'un fiato guardandomi dallo specchietto centrale, sapevo che si trattasse della verità ma non di certo ero pronto ad ammetterlo davanti a qualcuno, anzi forse non riuscivo ad ammetterlo neanche a me stesso.
Per un po non risposi, poi gli piantai addosso lo sguardo. Il mio autista teneva in viso un sorrisetto divertito, compiaciuto.

«Guida Trav!» esplosi in maniera ironico e lui rise di gusto, dopo un po mi aggiunsi anch'io.

Arrivammo in aeroporto e dopo aver attraversato il check-in e arrivati al gate io e Travis accompagnati dal mio amico Bruce ci sedemmo sui comodi sedili azzuri del nostro veicolo diretto verso Nizza.

«Allora? Sei pronto?» intervenne il mio collega, voltandosi dalla poltrona avanti.

«Io sono nato pronto» sorrisi fintamente spavaldo.

«Così ti voglio amico!» mi fece segno di battere pugno io acconsentì sorridendo, dopo di chè l'aereo iniziò a decollare. Osservai la mia Seattle come una piccolissima città in miniatura, immergendomi fra le nuvole e i mille pensieri.

Mia's point of view

«Mia per carità ricordati di chiamarmi appena arrivi e soprattutto fa attenzione..» raccomandò nuovamente mio fratello, un po titubante.

«Si Jamie, farò tutto quello che mi chiedi ma potresti smettere di ripertelo?» sbuffai seccata. Secondi dopo mi abbracciò senza aggiungere altro e Lil abbracciò entrambi.

«Sta attenta sorellina..» mi strofinò la mano contro la guancia ed io la strinsi forte fra la mia. Lil mi si avvicinò e mi diede un bacio sulla fronte.

«Adesso vado, o perderemo l'aereo» dissi loro, ridacchiando e sdrammatizzando.

«Eccomi, ci sono!» alzai la mano per impregnare la mia presenza. Con Karen c'era sua madre e con Carol invece suo padre. Corsi ad abbracciare le mie due amiche, era la prima volta che uscivo di casa e mettevo il naso fuori la mia amata città. Ero agitata ma anche euforica.

«Che ci dici? Tuo fratello è in ansia non è vero?» ridacchiò Karen.

«Seh... non immagini quanto» roteai al cielo gli occhi.

«Ci credo, sono quindici ore di volo.. che strazio» piagnucolò Carol.

«Passeranno vedrai» ci abbracciammo.

Dopo le svariate norme di sicurezza e i passaggi da effettuare in aereo porto arrivammo a sederci sui sedili del veicolo.

«Sono così agitata..» confessò d'un tratto Carol.

«Neanche tu avevi mai preso l'aereo?» chiesi, mentre ci sistemavamo in una fila di sedili a tre.

«Non proprio..» rispose titubante, poi intervenne Karen.

«State tranquille ragazze, nulla di troppo spaventoso!!» esclamò entusiasta. Quasi iniziai a convincermici, cosi decisi di rilassarmi mi sedetti al centro ed aprì la mia playlist inserendo le cuffie nelle orecchie.

Dopo cinque minuti il mio cellullare vibrò segnando l'arrivo di un messagio e subito sbuffai pensando a Jamie che non avrebbe fatto altro che mandarmi messaggi e chiamate tutto il tempo, poi infine lessi:

TWENTY Where stories live. Discover now