13 marzo 2018

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(Con me non devi essere forte)

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Se c'era una cosa che Idie Agnelli odiava era svegliarsi senza avere nessuno accanto.

Da bambina scappava nel letto di sua madre solo per potersi risvegliare con il suo respiro tra i capelli e Chanel n5 addosso.

Le cose non erano molto cambiate quando era cresciuta.

Dalla mamma non correva più in piena notte, ma cercava sempre di svegliarsi in compagnia.

Quella mattina di marzo, sospirò rigirandosi nel letto, completamente vuoto e, inevitabilmente, il respiro le mancò per qualche istante, giusto il tempo per rendersi conto che andava tutto bene.

Paulo non era scappato via, si era solo allontanato per qualche istante e, anche se le lenzuola erano attorcigliate alle sue gambe e il cuscino al suo fianco spostato disordinatamente, lui lì c'era stato e aveva dormito con lei -con il respiro che si infrangeva tra i suoi capelli-

Si alzò di fretta e furia, nonostante un leggero mal di testa che aveva accusato gran parte della giornata precedente e spedita camminò verso la cucina.

A passi leggeri ma decisi si guardò intorno, cercando di scorgere (almeno) le spalle ampie di Paulo o una qualsiasi traccia del suo passaggio.
(Il borsone degli allenamenti, pezzi di lego dimenticati per terra, o qualsiasi altra cosa che si lasciava dietro nel suo disordine)

Lo trovò poco dopo, senza doverlo cercare più di tanto perché, alla fine, riusciva sempre ad avvertire la sua presenza molto prima con il cuore e poi con gli occhi.

Se ne stava inerme vicino all'ingresso di casa, in una posa rigida e con il mento basso.

Le spalle ampie erano bagnate e così l'intera schiena. Indossava solo un asciugamano bianco a coprirgli i fianchi e la restante parte del corpo.

Idie si soffermò a guardarlo più del dovuto e poi riuscì ad rinsavire solo quando si rese conto che lo sguardo cristallino del ragazzo era perso nel vuoto. O meglio, i suoi occhi erano incastrati nelle fotografie di famiglia e una in particolare attirava la sua attenzione.

Idie l'aveva vista mille volte quella fotografia: Paulo stretto a suo padre, molto prima di diventare un calciatore famoso e molto prima anche di poter immaginare il proprio futuro.

«Tutto bene?»

Il ragazzo si riprese di scatto, e quasi scottato si voltò verso di lei.

«Certo» mormorò alzando le spalle e la sorpassò raggiungendo la cucina.

L'osservò mentre beveva dell'acqua e poi addentava una delle sue numerose barrette proteiche.

Si soffermò sulle linee del muscolo, sulla pelle perfetta e su quel tatuaggio sul braccio che la faceva letteralmente impazzire.

Paulo era bello.

Era bello sempre, anche di prima mattina, prima di dormire e dopo una giornata di allenamenti stancanti.

Era bello e basta.

Ogni volta era un colpo al cuore, un tonfo nel petto talmente tanto rumoroso da avere il timore che anche lui potesse udirlo.

Quando Paulo si sentì fin troppo osservato, ricambiò lo sguardo, con un' intensità a cui Idie non era abituata.

«Pensavi a tuo padre?» chiese con un tono più acuto del normale.

𝕸𝖊 𝕹𝖎𝖊𝖌𝖔~Where stories live. Discover now