«Cosa c'è?» chiese, datone che continuavo a fissarlo rapita.

«Niente.. mi piace quello che dici, cioè è notevole, da ammirare» mi sorrise e a me sembrò mancare la terra sotto i piedi, il suo sorriso mi parve la cosa più naturale e giusta del mondo in quel momento, mi fece sentire a casa ma disorientata allo stesso tempo.

Dopo che la cameriera si preoccupò di servizi le bibite venti minuti dopo si presentò con le nostre ordinazione.

«Ecco a voi le vostre ordinazioni» aveva usato la stessa vocina stridula di pochi minuti prima, roteai gli occhi al cielo senza farmi notare.

«Grazie.. » esordì lui, io invece la ringraziai con un cenno e un ulteriore finto sorriso.

«Sei tremenda!» sghignazzò Michael, non appena la cameriera si allontanò.

«Cosa posso farci? Mi da proprio fastidio» lo canzonai, pur sapendo che quella frase contenesse qualche briciolo di verità.

«È davvero buono, avevi proprio ragione» ammisi, addentando il panino pieno di maionese. Lui invece tagliuzzava il suo hamburger e lo mandava giù con qualche sorso di vino bianco.

«Visto? Te lo avevo detto, per me vince il premio di miglior hamburger della città»

«Concordo!!» sorridemmo entrambi.

Michael's point of view

Lei era così frizzante, dinamica e vivace mi stupiva ogni volta di più, quando c'era Mia venivo travolto da un vortice di energia e di spontaneatà pura. Ed era esattamente così che volevo sentirmi, spontaneo, senza regole, senza costrizioni e soprattutto libero.

«Avanti da un morso, te lo concedo» mi porse il panino, con un grande sorriso luminoso sul viso.

«No grazie, sei gentile» risi, continuando a masticare le mie verdure.

«Dai, lo so che lo vuoi.. soltanto un po'» cantilenò con fare divertito.

«Davvero sta tranquilla, mangialo tu io ho la mia cena» risposi ridacchiando, ma ne rimasi anche intenerito da quel gesto.

«Già: senza pane e senza salse.. se non gli dai almeno un morso dirò a Jamie che mi tratti davvero malissimo» mi ricattò spudoratamente, incredulo spalancai gli occhi. Rassegnato, quindi, accettai.

«Sei incredibile, sul serio!!» sorrisi di sghembo appoggiando staovolta anch'io i gomiti sul tavolo. Lei mi avvicinò il panino invitandomi a mangiarlo. Sospirai.

«E va bene..» sospirai, ed addentai il panino. Mi sembrò davvero squisito, non mangiavo maionese da moltissimo tempo Annie aveva abituato il mio palato a pietanze più raffinate, avevo quindi abbandonato un po' il fast food.

«E' buono??» irruppe lei eccitata, ancora masticando le feci un cenno di approvazione con il capo. Poi mi guardò stranita e si avvicinò assottigliando gli occhi.

«Hai un po di maionese qui, aspetta..» in realtà sapevo già cosa stesse per accadere, lei avvicinò il pollice minuto all'angolo della mia bocca e strofinanando portò via l'eccesso di maionese. Il suo tocco mi sembrò quasi come una lama infuocata che mi perforò il petto, riuscì a sentire il profumo del suo balsamo per capelli, datone la vicinanza e la pelle emanava un aroma naturale di vaniglia. Restò per qualche minuto con il pollice poggiato all'angolo della mia bocca, per poi spostarsi e finendo col toccare la mia barba rasata. Strofinò il dito contro la ruvida peluria ed emerse un risolino intenerito.

«Dovresti rasarla di più, sembreresti più giovane» non smisi di fissarla, lei non fu da meno. Poi, la mano ritornò al suo posto e la lama infuocata pian piano diventò più fredda.

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