Quel giorno non potei essere più che fortunata, ma anche imbarazzata allo stesso tempo. Lo osservai più con attenzione, i capelli erano sistemati lo stesso modo di sempre, portava una camicia grigia e dei pantaloni neri insieme le sue solite scarpe lucide ed eleganti, stavolta però i suoi occhi verdi erano coperti da un paio di Rayban nere.
Le mani erano strette al volante, il polso era occupato da uno di quegli orologi che i ladri non si farebbero scappare.

«Quale Università frequenti?» la sua voce distolse i miei pensieri.

«La Madison University.» dissi, guardando la strada fuori dal finestrino.

«Ieri sera sono stato a casa tua» intervenne poi.

«Oh si, Jamie mi aveva detto che avrebbe fatto una piccola festicciola con i suoi vecchi amici ma non sapevo venissi anche tu..» parlai, infine sorriendo.

«Non era una festicciola..» rise di gusto.

«Mio fratello ha detto la stessa cosa» continuai a guardare fuori dal finestrino, la giornata era cosi splendida e piena di aria estiva.

«Come sta tua moglie?» domanda stupida, non seppi neanche il motivo preciso del perché la feci, ma in qual momento non ci pensai troppo.

«Mia moglie? Si, sta bene, perchè?» rise.

«Curiosità, l'altra volta aveva l'infulenza» terminai disinteressata, o almeno così mostrai a lui.

Arrivamo nel viale dell'Università in men che non si dica e un po mi dispiacue, iniziava a piacermi la sua compagnia.

«E' questa!!» indicai col dito, fermò la sua vistosa macchina esattamente vicino all'ingresso del grande ingresso principale, al che scesi.

Non avevo nulla da perdere, pensai, quindi cosa mi costava giocare un po? Prima che potesse partire, bussai al finestrino, che lui abbassò subito dopo.

«Tutto okay?» mi chiese.

«Si,volevo dirti che ho l'ultima lezione all'una okay?» sorrisi.

«Ah.. allora?» rispose spaesato.

«Allora nulla, mi vieni a prendere all'una. Non puoi mica rifiutarti sono pur sempre la sorella del tuo migliore amico» dopo che gli schioccai un occhiolino furbesco, sventolai a destra e a sinistra la mano per salutarlo, non potei udire la sua risposta datone che io mi ero già allontata troppo.

«Mia, ma che fine hai fatto?» domandó Karen, non appena mi sedetti in aula.

«Un disastro, mi si è rotto lo scooter..» aprì la borsa recuperai il mio libro di economia e abbassai la guardia datone l'ingresso del professore.

«E come hai fatto a venire in tempo?» biasciò, per far sì che non venissimo rimproverate durante la lezione che era già cominciata.

«Tieniti pronta..»

«Oh si, che sono pronta, dimmi tutto!»

«Mi ha accompagnata Michael» la vidi perplessa così aggiunsi:

«Michael Reed, Karen!!» sottolineai pesantemente, consapevole del fatto che di li a poco avrebbe fatto un enorme scenata. Sperai che nessuno ci avesse notato o il professore c'avrebbe cacciate.

«Come diavolo hai fatto?» spalancò gli occhi.

«Non ho fatto niente, pura fortuna. Ero dal benziano mi si era fermato lo scooter e lui era li con la sua auto, mi ha chiesto un passaggio ed ho accettato» mi pavoneggiai.

«Ti invidio ragazza e per di più puoi vederlo quando ti pare è un amico di tuo fratello, fossi in te ci proverei subito» disse, guardandosi le unghie smaltate di rosso.

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