Ultimo istante

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Intorno a me c'era solo distruzione.
Hogwarts era in frantumi, vi erano macerie ovunque, si era alzato un polverone degno solo di un uragano, riuscivo a stento a vedere ad un palmo dal mio naso.
Camminavo in avanti, senza sapere quali cadaveri sorpassavo, non vedevo nulla, non avrei nemmeno potuto soccorrere nessuno in quanto avevo una visibilità troppo scarsa.
Mi facevo strada fra i sassi e i corpi dei caduti, alcuni nemici, altri maghi della mia stessa casa,i Grifondoro.
In mente avevo solo un pensiero fisso: sperare di non trovare il corpo di un mio amico o famigliare, riverso a terra senza vita.
Non vedevo l'ora di arrivare alla sala principale, dove si erano riuniti tutti i sopravvisuti, dovevo essere ottimista, e continuare a credere che in quella sala avrei ritrovato tutti i miei amici.
Continuai a camminare fra i rimasugli di quello che una volta era un grande e imponente castello dei più grandi maghi del mondo, di cui ora rimanevano pietre e pezzi di cemento qua e la.
Inciampai, e pregai di non averlo fatto contro un essere umano, desideravo ardentemente di essere caduto per il semplice intralcio di una pietra, ma così non era.
Scorsi il viso di Colin rivolto verso il pavimento, senza vita, pieno di sabbia, dilaniato dagli incantesimi e da quel massacro che il male aveva iniziato.
Trattenni a stento le lacrime e continuai a camminare, il solo pensiero che mi faceva proseguire a testa alta era quello di rivedere la mia famiglia, i miei amici.
Di rivedere mio fratello.
Avevo bisogno di sapere che Fred era vivo, illeso, avevo bisogno di sapere che non fosse successo nulla all'altra metà di me stesso.
Forse desideravo troppo.

Mi avvicinavo a quella che speravo fosse la mia salvezza: la sala principale.
Mi feci strada fra gli ultimi detriti, e finalmente riuscii a trovare il portone d'ingresso, i miei passi si facevano sempre più veloci, e il mio respiro più affannoso.
Il fumo nella sala grande si era diradato, ma la visibilità rimaneva comunque scarsa, riconobbi fra leprime figure quella della signora McGranitt che dialogava con Neville, mi rivolsero uno sguardo gelido, come se avessero visto un fantasma.
Li passai senza dargli peso, scorsi poi i feriti che venivano curati dalle infermiere e i corpi senza vita distesi sotto dei teli bianchi.

Fino a poco prima il castello era pieno di vita, ricordo la mia discussione proprio di qualche giorno fa con Seamus per delle idiozie.
Tutto era partito dalla casa dei grifondoro, litigavamo su chi fosse il miglior giocatore di Quidditch, lui sosteneva di essere il miglior cercatore e io invece prendevo le parti di Harry.

Potter è sempre stato il miglior giocatore dei Grifondoro, Seamus riesce a malapena a stare in equilibrio sulla scopa, figuriamoci a recuperare il boccino.

Pur essendo una cosa banale e stupida, litigammo a gran voce, e dovette intervenire Fred per dividerci.

Ora mi sento un completo cretino, non so se Seamus sia vivo, e non so nemmeno se lo sia Fred, ma se tornassi indietro ci penserei tre volte prima di accendere queste discussioni, che sarebbero poi diventati amari rimpianti.

Sorpassai un'infinità di teli bianchi, mi si strinse il cuore pensando che sotto uno di quei teli poteva esserci una persona a me cara, ma dovevo continuare a camminare.
Dovevo arrivare al centro della sala, dovevo trovare i miei amici, la mia famiglia.
Avanzai per qualche altro metro e scorsi la figura di Harry che fissava il vuoto, appena mi vide fece qualche passo indietro, come se l'avessi spaventato.

"Harry.." Pronunciai con un filo di voce.
Harry abbassò di nuovo lo sguardo, non ci voleva di certo un grande mago a capire che qualcosa non andava.

"Io....mi dispiace George. è solo colpa mia."
A sentire quella frase mi si gelò il sangue nelle vene.
Chi?
A chi era andata male?
Ginny, Fred, Ron, Percy, Bill o i miei genitori?
A chi era toccata la disgraziata sorte?

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