-2- La Benedizione Di Sachiko

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Yoshinaka osserva le strade buie e quasi del tutto deserte, prende a calci un sassolino che rotola davanti alla serie di porte e vetrine dei negozi con le luci accese, gli ultimi clienti ritardatari finiscono di fare le proprie compere lasciando i negozi vuoti.

Il supermercato all' angolo della via è uno dei negozi con la luce ancora accesa.

Yoshinaka butta, incurante, uno sguardo dentro al negozio, un bagliore violetto gli attraversa gli occhi: riconoscerebbe quei capelli violetto ovunque ormai.

Entra nel negozio quasi deserto e raggiunge a grandi, lenti, passi il fondo del supermercato.

-Ehm... Okada?- Echiko si gira per vedere a chi appartiene la voce.

-Yoshinaka? Mi hai chiamata tu?- chiede tornando a dargli le spalle ed ad armeggiare con un macchinario dietro di se.

-Si... che stai facendo?- Yoshinaka cerca di spiare oltre la spalla della compagna.

-Uhm... niente di che...-

Finalmente Yoshinaka riesce a sbirciare il curioso macchinario: una stampante e  fotocopiatrice.

-Cosa devi fare con quella?- chiede continuando ad osservare i movimenti di Echiko che lascia cadere sul pavimento  per sbaglio una manciata di soldi che teneva in mano.

Si chinano entrambi a raccoglierli.

Yoshinaka le porge le monete che ha raccolto: -Cosa devi fare con quella?- ripete indicando la stampante.

-Solo stampare una cosa...- inserisce una moneta nell' apposito contenitore e dà l'ordine di stampa alla stampante.

-Cioè?-

Echiko non risponde e tirato fuori dalla stampante il foglio ricavato lo mette velocemente nella cartella ai suoi piedi.

-Non ti resta che scoprirlo Yoshinaka, domani, al festival culturale, vedi di esserci altrimenti te lo perderai!-

Echiko si carica la cartella in spalla, rivolge un gran sorriso a Yoshinaka e se ne va lasciandolo solo e ancora più curioso di prima.

***

Ami era in piedi già dalle sei, girava in tondo per la sua camera da letto e ogni dieci secondi guardava il cellullare agitata.

Izumo le aveva appena scritto che sarebbe venuto per le dieci di mattina e che sarebbe rimasto finché c' era da mettere a posto gli oggetti utilizzati per il festival, e finché tutte le stanze non sarebbero state pulite come le prof ordinavano.

Voleva assolutamente andare a scuola, per una volta, e non vedeva l' ora di rivedere Izumo e fare festa coi suoi compagni.

Per smaltire l' agitazione prova a ricordarsi gli ultimi passi rivisti durante il corso di danza. Dovrebbero uscirle leggeri e invece le vengono abbastanza pesanti e difficili, tanto da fare correre sua mamma in camera sua a controllare cosa stesse combinando.

-Ami ma che ci fai in piedi a quest' ora?- chiede con la voce impastata dal sonno.

-Sto studiando danza...- tenta una spaccata in aria con il risultato di inciampare nel tappeto e crollare a terra. Si rialza quasi subito -O almeno, ci sto provando a studiare...-

-Ami ma cosa ti salta in mente? Alle sei e mezza imitare un elefante! Avanti dimmi che c' è che non va.-

Ami trasalisce: -Va tutto bene... cosa non dovrebbe andare?- sente un caldo soffocante e capisce di essere arrossita.

-Questo non lo so, altrimenti non te lo avrei mica chiesto, dai su, racconta!- la mamma di Ami si appoggia con la schiena allo stipite della porta e fissa la figlia che rossa in viso resta muta al centro della stanza.

Corpse Party- Memory of BloodWhere stories live. Discover now