«E così dovremmo tornare su quell'ammasso di sassi? Che cavolo, che vita di merda. Credevo fosse un onore pilotare l'ammiraglia, non un rischiare la vita ogni giorno per colpa di un comandante propenso alle esplosioni» mi dice non appena finisco di spiegargli la situazione. Dopo il Consiglio, sono andata a cercarlo, trovandolo nella sua camera. Come al solito, qui da lui regna il disordine: pur avendo poche cose, è riuscito a disseminarle ovunque, rendendo il camminare nella sua stanza un percorso a ostacoli peggiore di quelli eseguiti negli allenamenti, ma la cosa peggiore sono le ciabatte a forma di papera ai piedi del letto – non ho mai visto niente di più orribile.

«Non sarà niente di pericoloso questa volta».

«L'hai detto anche quando siamo finiti su quel pianeta abitato da lucertole troppo cresciute» mi fa notare appoggiando la testa al muro dopo aver intrecciato le mani dietro la stessa. Sospiro, picchiettando sul tavolo con le dita. «Quelle che Aesta trovava carine e che per poco non ci hanno mangiati vivi?»

«Sì» risponde secco Axel, incrociando le gambe.

«Punto a favore. Okay, probabilmente sarà pericoloso, ma sei l'unico di cui posso fidarmi».

Non è convinto. Alzo gli occhi al cielo, mi tocca ricorrere all'arma segreta. «Appena torniamo avrai un altro aumento, ti va bene?»

«Adesso parliamo la stessa lingua. Quando si parte?»
«Subito» gli rispondo alzandomi. «Prepara la tua roba, ti aspetto fuori».

«E l'equipaggio?» mi chiede mentre attraversiamo la pista di decollo.
«Oh, lo conosci già».

«Aspetta, vuoi dire che siamo solo io e te? Praticamente è un suicidio».
«Sì, avrei voluto portare gli stessi, ma preferisco avere qualcuno di competente a controllare i lavori e i membri dell'Alleanza non possono lasciare la superficie di Lemuria».

«Oh, perfetto... devi farmi da copilota». Mi guarda disperato mentre annuisco piano con la testa. Sappiamo entrambi che potrebbe finire male. «Spero allora di sopravvivere alle tue inesistenti capacità di volo».

Ben presto Minerva è di nuovo sotto i nostri occhi: le nubi sono diradate e la luce della stella si riflette sul vetro e sulla superficie. Ora anche le rocce assumono striature violacee in alcuni punti e brillano in altri.

«Dobbiamo scendere? Siamo a trecentotrentaquattro Befan dal cuore, a questa quota posso avere una velocità più elevata, ci arriveremo in poco tempo... stimato sono venticinque ked».

«D'accordo, come ti torna meglio».

Axel annuisce, poi vira e la nave si inclina, proseguendo verso Griba.

Guado fuori, continuando ad ammirare l'alternanza di nubi e rocce, accompagnata dal ronzio familiare dei motori della LWSS.

***

Continuo a passare le mani sugli occhi: mi bruciano ancora dopo che ho passato buona parte del tempo ad analizzare tutte le righe di codice sullo schermo. Eravamo da soli e la sensazione era strana: il radar segnava solo la presenza della Titania e del suo carico di morte, ma stavolta non ci siamo passati. Eravamo in un punto diverso di Minerva, complici di suoi moti di rotazione e rivoluzione.

«Sono ore che stai scrivendo. Che roba è? Qualche formula strana?» mi chiede Axel all'improvviso.

«Eh? No, no. È il rapporto su Minerva visto che domani devo parlare in Consiglio. Dovrebbe essere una cosa veloce visto che l'Orlan non ha fatto cambiamenti al codice. L'Alleanza non riesce ad accederci, averle dato i progetti è stato inutile per lei».

«Quando sento questi discorsi sono ben felice di fare il semplice pilota».

«Non hai idea di quanta burocrazia tu riesca a risparmiarti. Una volta con Aesta abbiamo passato la nottata a firmare documenti: fu un vero divertimento. Ma ora procedi al salto e guardiamo di tornare per cena. Non ho voglia di mangiare ancora una volta quelle scatolette».

Ai confini del vuoto 1 - Progetto MinervaWhere stories live. Discover now