Era davvero come se l'era immaginato, un uomo di mezza età molto buono e generoso. Le parlò in tono vivace, ma Rosa non comprese quasi nulla. I suoi dieci anni di inglese nella scuola pubblica italiana le avevano conferito una padronanza di quella lingua che nella migliore delle ipotesi si poteva definire ridicola.

«I'm sorry Paul. I don't speak english.»

Allora lui si concentrò un attimo e poi disse: «Bienvenita sweet Rose. Qui school of anglese. Tu will impara presto english!»

Rosa lo abbracciò di slancio. Aveva appoggiato i piedi a Los Angeles da meno di ventiquattro ore e aveva già riconosciuto in quell'uomo un amico.

Era il fidanzato a preoccuparla.

Tom: «Dove ha trascorso la notte?»

Tim: «Non lo so, Tom.»

Nel frattempo David non fece che tenerla per mano e guardarla di tanto in tanto con l'espressione di chi suggerisce di provare almeno a fingere di capire qualcosa.

«Of course!» rispose Rosa, quando riconobbe la parola 'breakfast'.

Aveva un'accidenti di fame.

Percorsero il controviale nella direzione del bar del giorno prima, e fu proprio lì che andarono a fare colazione. Rosa ordinò un cappuccio e un cornetto, David le portò dell'acqua nera con una macchiolina color latte e un muffin. Guardò il vassoio incredula, poi gli rivolse uno sguardo più smarrito che mai. A un giorno dalla partenza, iniziò a sentire una feroce malinconia dell'Italia.

«Non metterti a fare la snob del cazzo, ti prego. Mangia e fingi che ti piaccia. Non vorrai mica offendere Paul?» disse con il sorriso più falso, per non lasciare intendere al loro ospite che stavano litigando.

Rosa colse al volo l'antifona e rispose al sorriso.

Buttò giù un altro sorso di quell'acqua sporca.

«Non dirmi che qui non sanno cosa sia un cappuccino» bofonchiò.

David sorrise imbarazzato a Paul e tornò a rivolgersi a Rosa.

«Possiamo evitare di parlare in italiano, per favore? Ti accorgi almeno che stai mettendo a disagio Paul? Non si parla mai nella propria lingua tra stranieri davanti a un nativo del luogo! Ma tu che ne sai di bon ton?»

A quelle parole Rosa si sentì offesa e mortificata, quasi umiliata. Stentava a riconoscere il suo fidanzato, per il quale aveva lasciato tutto. Era passato dal trattarla con dolcezza e rispetto al considerarla una stupida provincialotta ignorante.

Provò a ricordare ciò che aveva imparato in dieci anni di studio della lingua inglese, maledicendo il suo paese che dava poco spazio a una materia tanto importante.

Che sarà mai l'inglese confronto all'italiano? Forza, Rosa...

In effetti l'inglese aveva una grammatica elementare, ma a lei mancavano i vocaboli.

«Presto acquisterò un dizionario, così riuscirò a parlare con voi» disse in un inglese appena comprensibile.

«Good pronunciation girl! Yes, between two weeks - I'm sure! - we'll do great chiacchierate!»

«I hope that» rispose Rosa gettando la spugna.

Osservò David, che si dimostrò compiaciuto per quella sua timida ripresa, e si sforzò di buttar giù la pessima colazione.

Dai discorsi che sentì fare loro, intuì che Paul li avrebbe accompagnati a noleggiare l'auto che li avrebbe resi indipendenti per qualche giorno. Ripeté che era molto lieto di ospitarli, ma che avrebbe potuto farlo al massimo per venti giorni, perché poi sarebbero arrivate altre persone e con suo grande rammarico disponeva di un'unica camera per gli ospiti.

Arrivati davanti al garage di casa, tirò fuori una fiammante Mercedes SLK a due posti. David occupò subito quello accanto al guidatore, temendo che Paul avrebbe preferito la compagnia di Rosa anziché la sua. L'avrebbe lasciata a casa volentieri, ma Paul le fece segno di accomodarsi sulle gambe del fidanzato. Decappottò l'auto e partirono tutti e tre, con David sbigottito e lei mortificata, alla volta del negozio di auto a noleggio su Sunset Boulevard, a tre miglia dalla casa di Paul.

«Come in Calabria» ironizzò Rosa. «Si dorme con le porte aperte e si viaggia sulla Vespa in tre senza casco.»

David non reagì. Era davvero infuriato. Il paragone Calabria/California non sembrò andargli a genio.

Tim: «Forse avrebbe voluto tornare in California da solo. Allora perché le ha chiesto di seguirla?»

Paul li salutò davanti al concessionario, li informò che lo attendeva un pranzo di lavoro e che si sarebbero visti la sera stessa. E Rosa, che non vedeva l'ora di restare sola con David per potergli parlare in italiano e capire cosa c'era che non andava, ringraziò Paul non solo con le parole, ma anche con uno sguardo pieno di riconoscenza.

Che ne sai dell'amoreWhere stories live. Discover now