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Tian si alzò di cattivo umore.

Aveva dormito tutto il resto della serata, sfinito dalla partita. Non che avesse sonno: si sentiva schiacciato dai suoi pensieri, e per dimenticarsene anche solo per qualche ora, aveva preferito dormire.

Però, alzandosi dal letto, capì che non sarebbe bastata una dormita per levarsi dalla testa quell'opprimente senso di colpa che provava.

Si strofinò una mano sulla testa, come se potesse cancellare i suoi ricordi, e si stropicciò gli occhi. Guardò l'ora: le 20:19.

Non aveva fame, per niente; e guardare quell'appartamento vuoto lo faceva sentire inquieto, ma soprattutto solo.

Sospirò. Avrebbe voluto chiamare GuanShan, dirgli di vedersi, e chiarire. Sempre che lui avesse voluto chiarire, o che ci fosse qualcosa da chiarire.

Prima di uscire gli mandò un messaggio.

Little Mo, ti va di vederci?

A quel messaggio non arrivò nessuna risposta. Né di lì a poco, né mai. E Tian non seppe che fare, perché la sua speranza di smetterla di sentirsi male risiedeva in una risposta a quel messaggio.

Era quasi certo che lo avesse letto, e avrebbe preferito una risposta tagliente o un insulto che il silenzio.

Prese le chiavi al volo e uscì velocemente.

Non sapeva dove andare, in realtà: di cenare non se ne parlava, men che meno di vedere i suoi "amici".

Decise di andare dove lo portavano i pensieri. Lo faceva spesso, quando erano troppi a provare a manovrargli la mente: li lasciava semplicemente fare.

Sospirava spesso, e si guardava intorno, in cerca di qualcosa. O di qualcuno.

Camminò fino ad arrivare al fiume. Si mise seduto, le ginocchia al petto, e cominciò a far salire la testa verso le nuvole.

E in pochi minuti capì molte cose.

Guardò l'acqua di quel fiume, quell'acqua sporca, ma dolce.

Pensò a dove sarebbe andato a finire, al suo futuro. Gli sembrava perso, non sapeva perché: correva lento, come se non sapesse dove andare; ma continuava ad andare avanti, mai indietro.
Guardava sempre avanti, perché sapeva che in fondo un percorso, un punto fermo, ce l'aveva, e che il suo destino era segnato: sarebbe andato a finire nel mare, che gli piacesse o no.

Una cosa più grande di quel fiumiciattolo, e completamente diversa: un'acqua limpida, che riflette i colori del cielo, salata, e aspra. Profonda, che se vai a largo affondi, e non ti salvi più, e che ti trascina con sé, con la sua corrente, a tratti calda, a tratti fredda.

Ma così bella.

Ecco, capì molte cose.

Che quel fiume e quel mare gli ricordavano qualcuno, e sapeva già chi.

Che lui aveva ignorato così tante cose.

Che ogni volta che aveva protetto quel ragazzo, che ogni volta che l'aveva aiutato, ogni volta che l'aveva preso in giro, lo aveva umiliato, e lo aveva sfiorato, con lo sguardo, e con le mani, non era mai per nulla.

Che lui stava cercando qualcosa, qualcosa che entrasse nella sua vita, e che la cambiasse anche solo un po'.

Che GuanShan aveva bisogno di una direzione e glielo dimostrava ogni giorno, ma lui continuava ad ignorare anche quello.

Che lui era quel mare e Mo GuanShan era quel fiume.

Ignorava di avere bisogno anche lui, come GuanShan, di qualcosa come quel fiume, che lo rendesse diverso da una semplice pozza gigante di acqua salata.

Capì che ciò che desiderava davvero, da tanto, era sapere di più di quel ragazzo che stava con lui solo per soldi o per continuare a vivere. Voleva sapere della sua sorgente, e portarlo a venire da lui non solo perché era il suo percorso, ma perché lo voleva, perché sperava sarebbe diventato un suo desiderio.

Si alzò avendo chiare molte cose, anche se non sul suo rapporto con GuanShan.

Cos'erano? Amici? Non credeva proprio. E poi lui, che faceva sempre tutti quei discorsi sugli anti-amici, che se ne trovava uno? Improbabile. Molto.

Si guardò intorno, osservò quel fiume. Sarebbe stato lui il punto d'arrivo di quel ragazzo, lo voleva davvero.

Sapeva che tutto quello che provava non era normale, che non aveva amici ma sapeva come funzionava un'amicizia, e non era quello il suo sentimento. Sentiva di esserci legato sì, perché lo voleva, ma anche per qualcosa di più profondo, qualcosa che lo spingeva ad avere bisogno dell'altro.

Erano tutti sentimenti nuovi, che lo travolsero come una boccata d'aria fresca. Non era cambiato, neanche le sue idee erano cambiate: in fondo aveva sempre saputo tutte quelle cose. Solo che ora se ne rendeva conto.

Non voleva sapere cosa provava per GuanShan, non ne aveva bisogno, in quel momento. Ma ormai che aveva capito tutte quelle cose non poteva più scappare da niente.

Cominciò a camminare. Di nuovo non sapeva dove, nuovamente seguiva il suo istinto. Ma sapeva che stavolta stava andando in un punto preciso.

Arrivò velocemente nei pressi di un posto che conosceva davvero bene, e in cui aveva passato molto tempo da piccolo.

Non sapeva perché era lì, né perché si sentisse preoccupato, ma di solito il suo istinto aveva ragione.

Dopo aver osservato la struttura con aria confusa, ricominciò a camminare a passo spedito; entrò nell'ospedale prima di poterci ripensare.

'spazio autrice'

Scusate, questo capitolo è leggermente più corto degli altri! Ma voglio lasciarvi con un po' di """suspense""" :) o almeno una cosa simile

So che può essere palloso ma è davvero "utile", secondo me, capire i sentimenti del personaggio per poter capire anche ciò che succederà dopo.

Comunque, volevo condividere una mia piccola gioia con voi!

Indovinate a chi è stato regalato Detroit: Become Human. Non a OldXian, non al presidente, a me!

Sono troppo contenta!

Volevo chiedervi se qualcuno sta giocando, e ha qualche opinione sul gioco, sui personaggi, o qualche teoria. Ma niente spoiler nei commenti! Fatemi sapere se c'è qualcuno disposto a qualche chiaccherata. :)

Al prossimo capitoloo- sarà molto importante yuk!

(Vi amo! Grazie per le stelline, le visualizzazioni, e i commenti. Per me non sono tutto, penso che lo sappiate, ma credo (spero) che stiate apprezzando almeno un po' questa storia. Grazie mille a tutti, di tutto!)

Make Me Understand || He Tian x Mo GuanShan - 19 daysOnde histórias criam vida. Descubra agora