La veritá fa male per poco...

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Avete presente quella frase che dice "la verità fa male per poco, una bugia fa male per sempre"? Louis sì ed è un concetto che lo accompagna da anni. Spera sempre che qualcosa cambi ma non succede mai, perciò rimane in quel limbo in cui è da più di 7 anni. In cui non può essere sé stesso e in cui deve fingere di essere ciò che non è.

Louis lo sapeva. Sapeva che prima o poi si sarebbe arrivati a questo. Sapeva che avrebbe dovuto dire addio a sé stesso. A ciò in cui crede. A ciò che ama. E non importa che Simon e Richard gli abbiano detto che è necessario, che è obbligatorio, che è giunto il momento di darci un taglio. Non importa nemmeno che Lui sappia tutto. Che sappia di cosa gli verrà chiesto in quell'intervista e che lo appoggi nonostante tutto. Non importa perché, quel giorno, Louis dovrà per l'ennesima volta di fingere di essere ciò che non è e stavolta senza via di fuga. Niente risposte vaghe o ambigue. Stavolta dovrà negare tutto. Tutto ciò in cui crede. Tutto ciò che ama. Dovrà negare l'unica persona che gli è stata accanto per anni e che, da quando è morta sua madre, lo tiene in vita semplicemente esistendo.

E ne è fottutamente terrorizzato. Perderà sé stesso e questo lo sta pian piano uccidendo. Del ragazzino tutto sorrisi, maglia a righe e pantaloni rossi non è più rimasto niente. Al suo posto c'è un uomo che finge sorrisi (a parte quando è con le fan o con la sua famiglia, in quei casi i suoi sorrisi sono sinceri) e che porta tute, felpe e vestiti più larghi di tre taglie. Il mondo è convinto che lui adori quello stile ma non potrebbe essere l'opposto: lui non adora ciò che porta, adora come questo lo fa sentire. Portando quei vestiti larghi, Louis ha la sensazione di potersi nascondere, proteggere ed evitare di esporsi al mondo. Fungono da corazza e solo Dio sa di quanto in questo momento questa cosa sia essenziale.

Per questo, anche adesso, mentre è seduto su una fottutissima poltrona davanti a quel coglione di Dan Wootton, porta i vestiti più larghi che ha. Ha bisogno di protezione contro ciò che sta per dire. Ha bisogno di una corazza. Ma più di tutto ha bisogno di qualcosa in cui sprofondare una volta finita l'intervista e piangere senza che qualcuno lo noti. Per questo la felpa. Per questo il cappuccio. Rappresentano un qualcosa di vitale per Louis, almeno in quel momento. Perché quando tutta quella pagliacciata sarà finita, avrà bisogno di qualcosa per raccogliere i pezzi e, per adesso, è tutto ciò che ha.

"Io ed Harry non siamo così legati. Con lui ho lo stesso rapporto che avevo con gli altri della band"

Crack.
Ecco la prima stronzata. Con Harry ha costruito una delle cose più belle della sua vita. È la persona più importante che ha accanto. Harry è sorrisi. Harry è gioia. Harry è amore. Harry è un giorno di fine Settembre, il 28. Harry è vita.
Mentre pensa a tutto ciò, dopo aver detto quella grandissima stronzata, un pezzo di Louis si rompe e una parte di lui muore

"Sono molto orgoglioso di Harry ma non ci sentiamo più così spesso"

Crack.
Seconda stronzata. Lui ed Harry non fanno altro che vedersi, per quanto possono, e sentirsi. Non mancano mai di dirsi ti amo e di quanto siano fieri l'uno dell'altra. E sa che ciò che sta dicendo sono bugie costruite a tavolino ma gli sta facendo male più del dovuto.

"Non ricordo un momento particolare con Harry"

Crack.
Terza stronzata. Ricorda ogni singolo istante con il suo Harry. Ricorda il festival di Leeds. Ricorda il Brasile. Ricorda la Jamaica. Ricorda le visite a Doncaster. Ad Holmes Chapel. Ricorda la convivenza dopo X-Factor. Ricorda quel 28 Settembre, in cui Harry è diventato suo e lui di Harry. Ricorda tutte le discussioni e le litigate. Ricorda le rotture. Ogni dannatissima cosa è conservata gelosamente nella sua mente perché, a volte, i ricordi sono tutto ciò che restano.

"Larry è irrispettoso per me e per le persone che amo, come la mia ragazza Eleanor"

Crack.
Alla fine è arrivata la frase peggiore. Ciò che Louis non avrebbe mai voluto dire. Le parole che mai avrebbe voluto pronunciare. La totale negazione di sé stesso e di ciò che l'ha reso felice. Di ciò che l'ha tenuto in piedi.

Si sente male. Si sente male per Harry, anche se sa che il riccio è a conoscenza di tutto. Si sente male per le fan, che ha appena accusato di essere pazze ed irrispettose quando sono le uniche ad averlo capito. Si sente male per la sua famiglia e i suoi amici, che dovranno ascoltare quelle menzogne a cui magari crederanno anche. Ma, soprattutto, si sente male per sé stesso. Perché, ancora una volta, non è stato abbastanza coraggioso per tirare fuori le palle e dire finalmente la verità. Per aver sporcato ogni momento vissuto con Harry. E per aver, ancora una volta, scelto (non importa se costretto o meno) di essere una persona diversa da ciò che realmente è.

E non importa se, uscito da quello studio e salito sul van, troverà Harry ad aspettarlo. Non importa se scoppierà a piangere tra le braccia della persona che ama di più al mondo. Non importa se su Twitter si scatenerà una gara di solidarietà per lui. Non importa se moltissime fan non crederanno ad una sola parola. Non importa se le persone a cui tiene di più sappiano la verità. Non importa che tra qualche tempo la cosa non gli farà più così male e sarà solo un'altra stupida intervista come tante.
Niente ha importanza. Perché quel giorno il suo cuore ha fatto crack troppe volte. Ha rinnegato sé stesso e non basterà una felpa più larga per proteggerlo dal dolore.
Quel giorno rimarrà indelebile nella sua mente.

Avete presente quella frase che dice "la verità fa male per poco, la bugia fa male per sempre"? Louis sì. Quel giorno, Louis Tomlinson fu costretto a scegliere la bugia. Fu costretto ad essere ciò che non è.
Quel giorno, Louis Tomlinson fu costretto a dire addio a sé stesso.
Per sempre.










Angolo autrice
Se siete arrivati fin qui siete coraggiosi o masochisti. Io penso di essere più la seconda dato che la mia mente ha partorito questo concentrato di angoscia e tristezza. Vi giuro che, mentre scrivevo, mi sono immedesimata talmente tanto che sono scoppiata a piangere quindi scusatemi per eventuali errori o sviste. È partito tutto dal video di quell'intervista su YT, mi è capitato sotto gli occhi e mi è venuta una grande voglia di mettere su carta ciò che per me Louis ha provato quel giorno.
Spero vi sia piaciuta (nonostante sia breve) e che mi facciate sapere cosa ne pensate tramite commento o anche messaggio privato. Ci tengo molto ❤
Martina xx




La veritá fa male per poco, una bugia fa male per sempreWhere stories live. Discover now