Stanza, Letto, Armadio, Specchio

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“Le persone vengono schiavizzate in tanti modi”

Stanza, Letto, Armadio, Specchio è uno di quei libri che ti arriva addosso come una mazzata tra i denti.
Fa male da morire anche dopo che il colpo è stato scagliato. Anzi forse di più, perché la mente deve elaborare il dolore e dargli quel giusto equilibrio di sopportazione, che non si sa bene come e quando avverrà.
Dunque se avete un animo impressionabile, troppo sensibile, a cui sono aggrappati come parassiti, gli incubi e i mostri della vostra coscienza, questo non è il libro che fa per voi.
Scegliete qualcosa di più leggero e divertente.

“Jack, tu conosci il tuo cuore?”
“Bum, bum” Le faccio vedere dove batte sul petto.
“No, intendo dire le tue emozioni, cioè quando sei triste o spaventato, oppure quando ridi e sei felice. Bé, lui non ce l’ha le emozioni.” Dice Mà.
Mi guardo la pancia. “E che cos’ha al loro posto?”
Alza le spalle. “Una voragine.”

Jack ha quattro anni, venti denti, cinque libri, sa leggere e contare.
Non ha mai visto la luce del sole o respirato l’aria fresca del mattino. Non sa cosa significhi stare sotto la pioggia con la curiosità di alzare il naso per aria e lasciarsi avvolgere dalle gocce che cadono, né conosciuto la forza di una soffiata di vento. Non ha mai corso a piedi nudi sull’erba o sulla sabbia o ammirato il mare in tutta la sua immensità.
Jack non ha mai avuto un raffreddore in vita sua.
Vive dentro Stanza, undici metri quadri che compongono tutto il suo incredibile mondo, insieme a Mà e dorme dentro Armadio per sfuggire allo sguardo di un viscido Uomo Nero, che si chiama Old Nick e li tiene segregati.
La loro quotidianità è fatta di gesti meccanici che si ripetono all’infinito giorno dopo giorno, in cui gli oggetti che li circondano, hanno un nome proprio e sono gli unici amici che frequentano e che in qualche modo li proteggono.
Così le ante di Armadio diventano le mani sugli occhi che una madre mette a un bimbo per non fargli assistere all’orrore che è costretta a subire quando cala la notte.
Il cigolio di Letto come una conta immaginaria di pecorelle prima di addormentarsi. Specchio, il riflesso di un altro io. Stanza, la culla che li tiene al sicuro dal Fuori.
Poi tutto cambia.
Jack compie cinque anni e Mà decide che è arrivato il momento, che lui è abbastanza grande per capire che Mondo è molto di più di quei miseri undici metri quadri, che c’è tanto altro da vedere e scoprire. Da assaggiare e provare.
Da amare.
Così gli fa il regalo più prezioso di tutti, Verità.
Senza nessun fronzolo ad abbellirla, nuda e cruda esattamente così com’è.
E questo lo renderà finalmente libero, in tutta la sua fortitudine.

“Ho ancora la mia fortitudine. Faccio il bagno da solo adesso. Sono salito sulle altalene e conosco le monete e il fuoco e i senzatetto e ho due libri di Dylan l’escavatore e una coscienza e le scarpe super morbidissime.”

Attraverso gli occhi di Jack assistiamo alla sua fuga, alla liberazione di Mà e alla cattura di Old Nick.
Il Mondo è vero. Il Fuori esiste dunque e non solo su Televisione.
Mica semplice affrontarlo.
La realtà è come un pugno sul muso.
La cosa agghiacciante è che questo libro si basa su un fatto di cronaca realmente accaduto nella cittadina austriaca di Amstetten, il famosissimo caso Fritzi. Elisabeth Fritzi venne imprigionata per  ventiquattro anni (dai 18 ai 42) da suo padre Josef, in un bunker sotterraneo da lui costruito. Durante tutto questo periodo subì abusi sessuali di ogni genere e da quei rapporti incestuosi vennero al mondo sette figli.
Penso che non esistano parole sufficienti al mondo per commentare questa storia.
Quando ho letto gli articoli sulla vicenda mi sono fermata a pensare a molte cose, ma la più insistente di tutte è stata che non esiste un limite alla crudeltà umana, a quell’inquietante desiderio che provano certi esseri nel soggiogare ai loro voleri chi è più debole di loro, come se fosse un bisogno primordiale che nasce dalle loro stesse viscere e cancella tutto: il libero arbitrio, la coscienza, l’anima e li trasforma in ombre oscure e perverse.
Gli Uomini Neri. come una notte senza stelle e speranza.
È un libro davvero bellissimo e intenso, il punto di vista di Jack è il fulcro di tutto. I suoi occhi, la sua innocenza, la sua piccola voce, sono ovunque e ne veniamo circondati, calamitati, come falene con la luce.
Lui parla ed è come se ti dicesse: Ora stai fermo lì e ascolti fino alla fine perché io ho una storia da raccontare.
Io l’ho sentita e vissuta sulla mia stessa pelle. Ne porto ancora oggi i segni.
Non la dimenticherò mai.

“Noi non apparteniamo a lui.”
“Giusto” Il dottor Clay sorride.
“Sai a chi appartieni Jack?
A te stesso!”

Niente di più vero.
Assolutamente da leggere.

Un abbraccio❤.

Kate
^^

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