Una notte da paura

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Ero stesa nel mio letto, sotto le coperte, cercando di mantenermi calda.

Fissavo il soffitto, in attesa che il sonno venisse a farmi visita. Ero troppo tesa per ciò che era successo e dovevo sapere come stava Alma. Il blackout non era ancora stato risolto, e perdersi nei corridoi era facile. Ma non mi importava, tanto sapevo che non sarei riuscita a dormire,  allora tanto valeva capire meglio la situazione.

Mi alzai dal letto e diedi un'ultima occhiata alla finestra: il temporale non accennava a voler smettere. Quando fui in corridoio mi chiusi la porta alle spalle e andai verso la camera di Alma.

Camminavo già da diverso tempo, ma non c'erano porte lungo il corridoio, e pensai che forse mi ero addormentata e che ora stavo sognando, finché non vidi una luce verdastra proveniente da una stanza, e allora mi diressi correndo verso di essa. Quando fui a pochi passi da lì, rallentai il passo fino ad essere inudibile. Mi affacciai alla porta di nascosto, e di fronte a me c'era questa scena: Alma, che galleggiava in un liquido fluorescente dentro un enorme contenitore cilindrico collegato a molti tubi, e tutt'intorno degli scienziati che parlottavano tra loro. Captai qualche parola:

«Sembra che sia stata investita da una scarica elettrica...»

«...si sta riprendendo, ma dovrà riposarsi...»

«...molto potente...»

«...i video delle telecamere di sorveglianza?»

«...Echo...»

Parlavano di me! Avevano proprio un'aria sospetta e a me sembrava di essere finita in un film.

Tra tutte, una frase attirò particolarmente la mia attenzione:

«...un'arma potentissima in guerra! Abbiamo il suo DNA?»

«...un altro clone?...»

Mi tirai indietro. Temevo che mi scoprissero. Nascondevano sicuramente qualcosa, ma cosa? Da quel che avevo capito aveva a che fare con una guerra... e poi, la storia del clone? Che intendevano? Le domande mi si affollavano nella mente. Forse per quella notte avevo già scoperto abbastanza... oppure no.

Tornai indietro. Avevo intenzione di scoprire altro e per farlo dovevo essere discreta, e qual'è un'opportunità migliore per essere discreti se non una notte con il temporale e un blackout in modo che nessuno possa vedermi?

Non sapevo esattamente cosa e dove cercare, ma mi sarei inventata qualcosa sul momento. Innanzitutto dovevo trovare uno studio, o un posto dove venissero raccolte informazioni. E non avevo idea di dove trovarlo, a dir la verità non sapevo nemmeno se ci fosse. Ma non importava, avrei tentato lo stesso.

Girovagavo tra i corridoi, sperando di trovare una qualche stanza piena di informazioni top secret.

«Uah!» Ero andata a sbattere contro qualcuno... «Eleonor!» ora che ci pensavo lei non era con quegli altri scienziati (che per giunta non avevo mai visto). Chissà se sapeva qualcosa... ma non potevo chiederglielo, non in modo diretto almeno. Mi immaginai un dialogo assurdo: "Ehi, ciao Eleonor! Sai mica di un piano segreto che riguarda guerre, clonazioni, DNA, poteri paranormali e altro cosí? Ah, non pensare che io stia cercando informazioni segrete che non dovrei sapere, eh! La mia è solo curiosità!" ...come se io potessi fare un discorso del genere.

«Echo! Scusa, non ti avevo vista. Ma che ci fai in giro a quest'ora? Non dovresti essere in camera tua?»

«Ah... Ehm, sí,  ecco, vedi, non riuscivo a dormire quindi ho pensato che una passeggiata mi avrebbe fatto bene»

«Mh, capisco, però torna in camera presto» Annuii. Eleonor se ne andò,  sembrava che avesse un po' la testa sulle nuvole. Forse lei sapeva... motivo in più per non parlagliene. Continuai il mio giro, in cerca di informazioni,  ma arrivai alla porta che dava sull'esterno senza aver trovato ancora nulla. La pioggia batteva forte sulla porta e sembrava che qualcuno stesse bussando. Rabbrividii, non sapevo se per il freddo o per l'inquietudine. Questa notte si era trasformata in uno strano incubo.

Il vento continuava a sibilare. Rimasi ferma davanti alla porta per parecchio tempo, indecisa su cosa fare. Forse era meglio tornare in camera, perché ormai non avrei trovato nulla e mi stava venendo sonno.

Il mattino arrivò presto e io non mi sentivo ancora pronta per affrontarlo. Per fortuna nessuno venne a svegliarmi così rimasi a letto il più a lungo possibile.

Quando mi sentii abbastanza riposata, mi alzai, era tarda mattinata, ma non volava una mosca. Fuori il temporale si era acquietato, rimaneva solo una leggerissima pioggerellina rinfrescante. Uscii dalla mia stanza. C'era di nuovo la luce.

Mi diressi verso la camera di Alma. Quando entrai la trovai vuota, forse stava già facendo colazione. Allora andai verso la cucina e la sala da pranzo ma non era nemmeno lì. Poi mi ricordai. Possibile che fosse ancora dentro quell'affare cilindrico?

Ma non era nemmeno lì. In compenso trovai alcuni scienziati, tra cui James.

«Stai cercando Alma, vero? Lei non abita più qui»

Ci misi un po' a capire il significato di ciò che mi avevano detto.

«Cosa? E allora dove?»

«Abbiamo una villa fuori città e l'abbiamo portata lì»

«Ma perchè?»

«Abbiamo deciso così»

Non mi permisero di fare altre domande perché se ne andarono.

Non capivo più niente.

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