PERLA

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Eccolo.

Puntuale come ogni mattina.

Il traghetto delle 9, scivolando sulla calma distesa blu che è l'oceano quest'oggi, lentamente si avvicina, portando nel luogo fuori dal mondo in cui vivo da quando sono nata, le provviste destinate ai due negozi di alimentari, alla nostra Locanda e a quella sita in paese, la posta, i medicinali e di rado qualche turista giunto fin qui alla ricerca di quella pace che la società odierna gli ha rubato.

L'oasi metaforica dalla quale osservo l'oceano è l'isola di Wolf Wail, una minuscola isoletta a sud della Norvegia dove il grigio dell'asfalto quasi non esiste ed è il verde a farla da padrone.

Come ogni giorno, sempre alla stessa ora sono qui in compagnia di Chaky, il mio cane. Niente lo rende più entusiasta che rincorrere gli sventurati gabbiani intenti a zampettare sulla banchina del porto in cerca di qualche briciola. E mentre lui si diverte, io, immobile e silenziosa, fisso un punto non ben definito all'orizzonte, laddove il blu dell'acqua si scontra con l'azzurro del cielo e speranzosa, aspetto.

Speranza.

E' lei che mi dà la forza e il coraggio di credere che la vita abbia in serbo per me qualcosa di speciale, perché dopo avermi brutalmente strappato un pezzo di cuore, ora credo che abbia un debito con me. E quello di cui ho più bisogno ora come ora è una cura per la mia anima e il mio cuore ancora sanguinanti.

Ed è quello che sto aspettando, ancora non so, sotto che forma aspettarmela questa cura, ma sono fiduciosa.

Mi chiamo Perla e voglio credere che ci sia un lieto fine per me.

Tra luna e stelleWhere stories live. Discover now