Rebecca

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Porca puttana sono in ritardo come al solito.
Saluto i miei genitori e corro di fuori perché Pedro mi sta aspettando in macchina.
Apro la portiera e entro dal mio ragazzo.
"Ehi amore, ti ho fatto aspettare molto?" Chiedo con un sorriso.
"La solita ritardona" risponde divertito.
Non è il primo a dirmelo.
Anche ieri quando mi è venuto a prendere per andare alla festa l'ho fatto aspettare mezz'ora in più.
Io sono una lentissima nel scegliermi i vestiti e truccarmi per bene.
Pedro mi dà un bacio a stampo e partiamo con la sua Audi.
"Tesoro, ti piace la mia nuova maglia?" Gli domando girandomi completamente verso di lui per fornirgli una bella visuale.
Ho una maglia bianca corta della Levi’s.
"È bellissima cucciola mi piace molto, il problema è che piacerà anche a qualcun altro" Mi dice troppo convinto.
"Non iniziare Pedro" Sbuffo ritornando delusa alla mia posizione iniziale.
Spesso esagera con la sua gelosia e mi da fastidio. Però stravolta non voglio farci caso sennò mi rovino il primo giorno di scuola.
Mi appoggio al finestrino e mi incanto guardando la città di Milano sfrecciare davanti ai miei occhi.
Il nostro è stato un amore a prima vista.
Un giorno lontano da questo ero a mangiare da mia nonna perché i miei non erano a casa.
Quando ebbi finito, andai a giocare con Gino, il cane di mio nonno, di fuori nell'immenso giardino.
Appena uscii ho vidi una bambina piangere silenziosamente per conto suo. Ricordo di essermi seduta accanto a lei.
"Ehi, perché piangi?" Le avevo chiesto accarezzandole i capelli.
"Mio fratello Pedro mi ha sgridata perché gli ho rovesciato la coca nella sua play" Rispose lei singhiozzando.
"Mi dispiace" le avevo accarezzato i capelli lisci lunghi.
Ho sempre adorato i bambini soprattutto quelli piccoli.
Mentre la abbracciavo per calmarla avevo visto un ragazzo biondo venire verso di noi.
Ho subito riconosciuto la fratellanza e giuro che se non fosse per la grande differenza di età gli avrei scambiati per gemelli.
Poi mi alzai per lasciare il ragazzo con la sorellina e proprio quando stavo per andarmene la piccola mi si parò davanti.
"Aspetta, non andartene, devi prima sgridarlo" Mi chiese lei puntandomi il dito contro.
Intanto Pedro ci aveva già raggiunto
"Su sgridami" Mi incitò una voce roca e fantastica.
Quella voce poteva essere la canzone più bella che io abbia mai sentito.
Aveva i capelli molto luminosi a causa del riflesso del sole e sui occhi azzurri mi facevano incantare.
E infatti ricordo di essere rimasta imbambolata a guardarlo per almeno un minuto.
Lui si girò verso di me e dando le spalle alla sorellina mi aveva fatto un occhiolino.
A quel punto capii che dovevo reggergli il gioco.
"Non dovresti più sgridare tua sorella ragazzaccio hai capito?"
Sia io che lui stavamo recitando per far ritornare il sorriso a quella povera bambina.
"Certo che non lo farò più" Mi disse con un sorriso che mi fece sciogliere all'istante.
Questa volta ad intervenire fu la bambina "Dice sempre così anche alla mamma, dopo avermi dato fastidio mi dice scusa, ma il giorno dopo ricomincia.
Quindi, se gli dai uno schiaffo stavolta imparerà la lezione" Aggiunse la piccola. Quella bambina era veramente tosta! "Non potrei mai alzare le mani su nessuno" Risposi
"Allora, ti farebbe piacere se un'altra volta mi sgridasse?"
Alla fine la bambina mi convinse.
Chiusi gli occhi, mi morsi il labbro prendendo un bel respiro gli tirai uno schiaffo.
Non so da dove presi il coraggio. Quando aprii gli occhi vidi lui con un sorriso di trentadue denti.
"Wow" Disse toccandosi la guancia e sorridendo.
Non so perché ma avevo fame.
Volevo assaggiare le sue labbra.

La bimba iniziò a correre per tutto il giardino lasciandomi sola col fratello.

"Se sapessi che uno schiaffo da te mi avrebbe fatto vibrare il cuore, avrei sgridato mia sorella ogni giorno"
Mormorò lui guardandomi.
Diventai tutta rossa come un pomodoro e ho abbassai lo sguardo.
Non ci credevo avevo dato uno schiaffo ad un ragazzo figo.
Non controllavo più le mie azioni.
Se mi avesse chiesto un bacio di sicuro gli sarei saltata addosso.
Così lui mi si era avvicinato e mi tese la mano
"Piacere, io sono Pedro"
"Rebecca" Risposi e appena ebbi il contatto con la sua pelle sentii una scossa salirmi per tutta la schiena. Quando ritornai a casa e vidi la sua amicizia su Instagram e like a tutte le mie foto.
Iniziammo con un piccolo messaggio, poi concludemmo la giornata dichiarando il nostro amore a vicenda.
Continuerei a ricordare quel giorno all'infinito ma Peccato che siamo arrivati a scuola.
"Dove siete ragazze?" Mando il messaggio al gruppo delle mie amiche su Whatsapp e scendo dalla macchina.

ForeverWhere stories live. Discover now