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"Ragazzi, alzatevi, vi presento il signor Mascolo, lui è il nostro maggiordomo e da ora in poi chiederete a lui per qualsiasi cosa".

"Un cameriere uomo? Ma cosa si è fumato?" Fu ciò che pensarono, ma:

"Molto piacere signor Mascolo, Io sono Annette" la ragazza fece un passo avanti e come era solito fare, porse la mano al ragazzo davanti a lei che prontamente la avvicinò alle labbra "lieto di conoscerla signorina, può chiamarmi semplicemente Benjamin, non amo le formalità"
"Federico" disse solo il ragazzo con una stretta di mano, mentre il maggiordomo si limitò ad annuire.
Chi fosse questo Mascolo e perché avessero un domestico al posto di una domestica era l'ultimo dei suoi pensieri, neanche si era soffermato ad osservarlo, neanche aveva mai pensato che in Italia ci fossero i maggiordomi siccome fino a quando si trovava in Spagna ne aveva solo sentito parlare da sua madre o qualche amica di sua madre e ritenendo la Spagna di parecchio avanti all'Italia su questo piano, non si aspettava neppure che le persone ne conoscessero il ruolo.
Comunque non aveva intenzione di conoscere il maggiordomo, aveva una questione più importante da affrontare: "papà scusami posso parlarti un secondo?" "Sicuro, Federico. Ho bisogno di parlarti anche io. Benjamin intanto puoi conoscere meglio mia figlia Annette" rispose Ettore rivolgendosi sorridendo al maggiordomo.
Appena furono nello studio, Federico non perse un minuto per chiedere chi fossero i Sebastiani e perché avesse già un matrimonio organizzato senza sapere niente, ma probabilmente utilizzò un tono molto, troppo aggressivo nei confronti del padre tanto che .."Federico, non ti permetto più di dirmi cosa devo fare, né di chiedermi il motivo di cose di cui ho il diritto di occuparmi e per di più con questo tono, è chiaro?" Urlò il padre "è chiaro? Rispondimi, è chiaro?" Chiese ancora "si papà, è chiaro, chiedo perdono" rispose a testa bassa Federico "volevo solo saperne qualcosa in più." "Federico, prima di tutto io e tua madre avremmo dovuto parlartene questa sera a cena, ma da quanto ho capito tua sorella non ha mai imparato a non impicciarsi nonostante tutte le punizioni, secondo, hai ormai quasi 24 anni, la ragazza in questione ne ha 22 e anche un ottima dote, i Sebastiani sono un ottima famiglia di proprietari terrieri, il loro primo genito alla tua età era già sposato e con una condizione sociale ben definita e permettimi di dirmi che non mi sento secondo a nessuno, quindi noi domani andremo a pranzo da loro, parleremo delle nostre proprietà, dei tuoi studi per diventare avvocato e delle mie intenzioni di inserirti nella politica e tu porterai la ragazza a fare un giro per le tenute, guarderai la situazione e tra circa 4 o 5 settimane chiederai la mano a suo padre, è chiaro?" Spiegò con calma apparente il padre
"no, no, no, io devo sposare questa ragazza e non so nemmeno come è fatta? Papà io non la conosco, nemmeno sapevo della sua esistenza fino a 5 minuti fa, come faccio a innamorarmi di lei in mezza giornata? Come faccio a sposarla?" Quasi urlava il ragazzo
"amore Federico? Amore? Ma che storia è questa? Ho cresciuto un uomo per 24 anni o l'ho solo immaginato? Di ragazzine sognatrici ne abbiamo già in questa casa, quindi ora prenditi le responsabilità che hai in quanto primo mio erede e rimboccati le maniche. Hai un ruolo Federico, un ruolo ben preciso, ed è ora che tu cominci a pensarci bene."
Alle parole così forti del padre, -che non era mai stato dolce per definizione- Federico rispose con un gesto della testa, per far capire che aveva compreso le sue parole, poi aspettò che il padre uscisse dalla stanza che sarebbe in seguito diventata il suo studio personale, prese a calci un paio di scatole e ritornò in giardino.
In fondo era vero: tutti coloro che si trovavano al di sopra di un certo ceto sociale non sapevano neanche lontanamente cosa fosse l'amore, si sposavano per convenienza, per accrescere sempre di più il patrimonio, l'amore non esisteva nemmeno nei romanzi, e forse Federico avrebbe dovuto smettere di pensare di trovare la sua anima gemella da qualche parte nel mondo, perché suo padre lo aveva già fatto per lui.
Quando ritornò in giardino, Annette e il maggiordomo si trovavano nel bel mezzo di una conversazione evidentemente molto divertente dato le risate che Federico sentiva arrivare alle orecchie quasi come martellate: "si può sapere di cosa ridete voi due?" Sbraitò senza un apparente motivo "tu" disse indicando il nuovo domestico "ho bisogno di parlare con mia sorella, puoi andare" Benjamin, che si era accomodato dove prima era lui seduto, si alzò immediatamente e eseguì gli ordini del ragazzo senza battere ciglio, forse a causa del tono di Federico "beh? Che ti è preso?? Nemmeno lo conosci e lo tratti già così? Guarda che è il tuo maggiordomo non il tuo servo" lo attaccò prontamente Annette ancora seduta nella medesima posizione "Annette per favore, non è il momento" rispose infastidito il ragazzo "ho sentito prima delle urla, che è successo?" "È successo che mi ha detto cosa succede domani e ha anche deciso che tra un mese circa ci sposiamo" "cosa?!" Chiese Annette forse non troppo sicura di ciò che aveva sentito "ma può farlo?" "Certo che può, può fare di tutto" "ma.. Fede ehm.. non so come dirlo.. io.. non dovrei forse parlare di questa cosa.. ma.. come farai? A te non vanno proprio a genio le ragazze" Federico avvampò, sapeva che sua sorella sapesse ma non avrebbe mai pensato che avesse tirato fuori quell'argomento in una situazione del genere "non.. cosa c'entra .. io... ti ho detto che non dovevi più parlarne!" Disse semplicemente, prima di ritornare in casa e chiudersi in camera sua.

Benjamin, suo malgrado, aveva il brutto compito di dover svegliare i due ragazzi alle 7:15 del mattino e nonostante fosse il primo giorno di effettivo lavoro a servizio della famiglia Rossi, sapeva già che questo sarebbe stato il lavoro più difficile di tutti.
Iniziò dalla camera del maggiore bussando 1,2,3,6 volte. "Insisti" gli aveva ripetuto la signora di casa "nel caso, butta giù la porta e prendilo a calci", Benjamin si augurava davvero di non dover arrivare a ciò ma dopo la settima volta credette davvero di doverlo fare. Per fortuna per lui, la porta non era chiusa a chiave e poté entrare senza causare ulteriori danni. Dopo una breve visita turistica della stanza fatta con lo sguardo, scorse il ragazzo ancora del tutto vestito su un angolo del grande letto posto al centro della stanza "signorino?" lo chiamò "signorino?" ripetè alzando leggermente il volume "sign..." stava per urlare sul serio quando Federico si svegliò in fretta e furia e saltò a sedersi sul letto: "beh? Sono sveglio, non vedi? Che vuoi ancora?" Disse il biondo agitandosi di fronte alla figura del maggiordomo impalato accanto al letto "buongiorno signorino, è mio compito chiederle se.." "oh andiamo è tuo compito non rompere. Su, vai che ti aspettano, occhi blu" lo interruppe Federico, mentre si rigirava sul fianco destro, dando le spalle al povero Benjamin che cercava semplicemente di svolgere il suo lavoro, ma evidentemente non era molto gradito, o almeno era quello che aveva pensato nel tempo in cui uscì dalla camera del maggiore per recarsi da Annette. "Occhi blu" disse quasi senza rendersene conto, e un sorriso spontaneo gli si disegnò sul volto. Quel sorriso aveva appena aperto qualcosa dentro di lui, il suo sorriso era stata la chiave del suo stesso cuore.

1901// fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora