Chapter 2 - Aiuto

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- Ha ha... Scacco matto! -

- Cavolo Astrid! - sbuffa Aaron.

- Non sei cambiato per niente, continui a far schifo a questo gioco! -

Aaron mi fulmina con il suo sguardo.

- Bene ora devi fare tu cento flessioni fratello mio, ho vinto la scommessa! -

Scocciato,  Aaron, rotea gli occhi in segno di disperazione mentre esce.

Sono circa le nove di mattina quando entra John.

- Buongiorno signorina dov'eri finita?!"-

- Buongiorno John, ho fatto un giro, giusto per rilassarmi e scaricare la tensione -

- Sai che non è prudente uscire da sola alla mattina presto! - mi avverte.

- Sì! Lo so papà! - sbraito violentemente.

- Cioè John- mi correggo con voce chiara e desolata.

- Mi, mi hai chiamato papà!?-

- È stato un erro...-

Aaron irrompe improvvisamente nella stanza con un oggetto in mano.

- Buongiorno papà! -

Lo ringrazio mentalmente di essere arrivato giusto in tempo.

- Papà ho brutte notizie - guardo curiosamente Aaron con le braccia incrociate.

- Dimmi- dice John, con le mani infilate nelle tasche dei jeans, mentre mi fulmina, di soppiatto, con gli occhi.

- Sono andato a fare un paio di flessioni e ho trovato, appesa a un albero, questa maschera...Astrid guarda cosa c'è dietro...-

L'ultima volta che ho visto Aaron così serio fu quando io, feci la mia prima battaglia, andai a caccia di vampiri uccidendo mezzo gruppo.

Prendo in mano quella maschera. È di plastica, raffigura un semplice viso bianco, disperato, con le labbra rosse, dietro c'è un foglietto strappato e sporco di terra con su scritto "Aiutaci".

Giro il foglio per vedere se c'è impresso qualcos'altro e noto un timbro che conosco già, molto famigliare e vistoso, non rispecchia assolutamente la loro natura.

Quello dei lupi mannari, ma non dico niente a nessuno.

-Astrid leggi - mi dice Aaron.

- Aiutami –

Ci guardiamo tutti dritto negli occhi.

Entriamo in casa e nessuno sembra che abbia voglia parlarne, non si sente neanche una mosca ed è strano siccome Aaron quando incomincia a parlare non la smette più. Ah!

Ripenso a quei momenti in cui gli dicevo di stare zitto.

Incomincia a farsi sera e per tutto il giorno non abbiamo accennato al discorso del biglietto. Già prevedo che Aaron e John stiano progettando qualcosa dietro le mie spalle, non so il perché, forse perché vogliono tenermi al sicuro come un'arma letale, ma segreta, oppure come tocco finale di una battaglia. Non ho la più pallida idea.

Non sta scorrendo buon sangue tra me e John e vorrei capire il motivo della sua freddezza nei miei confronti. Va via al mattino presto e quando ritorna, io sono fuori ad allenarmi.

Esco, prendo l'arco, la spada, i due pugnali e afferro le frecce. Incomincio a camminare a passo veloce poi corro. Aaron mi urla dietro dicendo di aspettarlo. Non voglio.

-Astrid! Astrid! Aspetta cosa vuoi fare? - mi chiede con il fiatone.

- Stanne fuori - gli dico con il tono più minaccioso che riesco a fare.

The Vampire HuntressDove le storie prendono vita. Scoprilo ora