La biblioteca

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Alle 15 la campanella suonò,  Hether salutò il suo fratellino, raccomandandosi di scendere davanti casa.  Miki era un bambino distratto,  aveva perennemente la testa fra le nuvole, più di una volta era rimasto sul pulmino e Hethy o i suoi erano dovuti andare di corsa prenderlo.
La ragazza proseguì dritta per Goth Avenue fino ad arrivare al parco, era felice perché finalmente era fidanzata con Ricky e voleva rilassarsi fumando una sigaretta. Nemmeno la sua migliore amica sapeva che di tanto in tanto Hethy si accendeva una Jon Player al gusto di "fottetevi sono grande" o "belli mi sono fidanzata" , era un piacere tutto suo, ma quel giorno non avrebbe dovuto esagerare fermandosi  anche al ritorno.
Erano le 18.00 e dopo aver svolto la ricerca per il corso di scrittura si era avviata per tornare a casa, ma non poteva smettere di pensare al suo Ricky,  decise di fermarsi ancora, entrò nel parco dal piccolo cancello verde e sbottonò i primi due bottoni della camicetta, per poter prendere più agevolmente il pacchetto di sigarette che nascondeva nel reggiseno. L'aveva appena afferrato quando una figura si palesò dritta dinnanzi a lei,  la giovane rimase impietrita ancora con la mano nel reggiseno. L'uomo si slacciò i pantaloni e abusò ripetutamente di lei.
...sta zitta... 
...non parlare...
La ragazza, sconvolta si alzò in piedi tremolante, fece poca strada,  si nascose tra gli alberi e si accovacciò con le spalle su uno di questi,  rimase così, come un ameba per circa tre ore. Riallacció la camicia,  si asciugò le lacrime e accese una sigaretta. Una voce la fece sobbalzare,  un'oscura figura,  fluttuante, sembrava la morte.
-Sei la morte?  Sei venuta a prendermi?-
-Ahahah- la figura sorrise di gusto.
-Sono l'Obankaduk,  appaio quando qualcuno sta soffrendo, torna in biblioteca cercami sui libri e chiamami-
-Aspetta come?-.
Lo spettro si era già dileguato.

Hethy prese due blocchetti di cemento e li mise uno sopra l'altro sotto la finestra del bagno della biblioteca ormai chiusa. Prese un sasso e la sfondò, si tagliò ovunque per entrare,  ma non le importava, non voleva più soffrire, avrebbe voluto dimenticare tutto.
A quanto pare non le fu difficile trovare un libro sull'Obankaduk. 
OBANKADUK Dio nordico della sofferenza, compare solo a chi ha una grande forza d'animo, coraggio e potenziale ma in quel momento sta soffrendo, chiede di essere evocato e poi offre loro due possibilità.
Per evocarlo, basta sporcarsi le dita con un po' del proprio sangue e formare una X sul proprio petto.
Hether non riusciva a pensare, era distrutta, da una parte aveva paura ma dall'altra pensava che le fosse apparso per darle aiuto, insomma quello che era successo era stato orribile, non poteva succedere di peggio.
Si passò un dito sulla gamba completamente insanguinata e piena di schegge di vetro e fili d'erba,  si strappò con rabbia la camicia e fece velocemente una X piangendo.
-Bene Bene, stai soffrendo proprio molto vedo, so già cosa ti è successo, ma questi sentimenti umani vanno aldilà delle mie capacità comprensive-
-Quali sono queste due possibilità?-
-Vai dritta al sodo bambina,  innanzitutto ti informo che una volta pronunciate le due possibilità non puoi più tornare indietro e devi accettarne una delle due... ma credo che ormai sia lo stesso troppo tardi per te,  non è così? - La giovane abbassò lo sguardo e a fece di si con la testa.
-Bene, prima possibilità: Dimenticare quanto ti è accaduto stasera, vivere serenamente con il tuo nuovo fidanzato,  la tua famiglia i tuoi amici... Tutto questo per 10 anni,  quando io verrò a riscuotere, tu ricorderai tutto e dovrai iniziare a lavorare per me. Seconda possibilità: Dimenticare sempre per 10 anni alla fine dei quali le persone che ami moriranno-.
La ragazza spalancò gli occhi,  che figlio di puttana pensò, l'aveva fregata.
-Ci vediamo tra 10 anni Hethy- Obankaduk, sparì nel buio e Heather si svegliò felice nel suo letto.

Chi l'ombra pagaWhere stories live. Discover now