III - Gli occhi sono il riflesso dell'anima.

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Appena uscito dalla mia stanza si vede una scala.

Mi sporgo per guardare.

Saranno due rampe di scale.

Guardo in alto.

Un'altra rampa di scale.

"Ci farai l'abitudine." Dice lei.

"Lo spero..." le rispondo.

"Vieni, sono in cucina."

Scendiamo la prima rampa di scale.

Prima di poter fare un altro passo qualcosa di rosso e peloso mi salta addosso.

Lo prendo.

Non so cos'è.

Lo guardo.

Sembra un orrendo gatto.

"Grattastinchi cattivo!" Dice lei prendendomelo dalle braccia.

Peccato.

Mi piacciono i gatti.

"È...carino..." Dico accarezzandolo.

Lei mi guarda stranita.

"Cos'è? Il principe delle serpi non può apprezzare gli animali?" Chiedo guardandola negli occhi.

È bellissima.

Lo è sempre stata.

Me ne sono accorto troppo tardi.

Il gatto si agita nelle braccia di Hermione.

Scende.

E sale le scale.

Ricominciamo a scendere le scale senza dire una parola.

Arriviamo alla cucina.

Credo che il Manor mi mancherà.

Tanto.

Lenticchia femmina è seduta al tavolo.

Potter è vicino a lei.

Tiene un bambino in braccio.

Sarà Teddy.

Se ho capito bene è tipo mio nipote.

O cugino di qualche grado.

Lenticchia grande (George) è seduto davanti a loro.

Vicino a lenticchia.

"Draco!" Sento una voce chiamarmi.

Mi girò verso sinistra.

Ah.

È la madre di lenticchia.

"S-salve signora Weasley." Le dico.

Sorride.

Sta sorridendo a un Malfoy?

Non scherzava la Granger quando diceva che non servano rancore.

"La ringrazio signora Weasley, per farmi stare qui."

"Oh, non ti preoccupare, non puoi neanche immaginare quante persone ci siano state in questa casa..." Dice prendendo posto a tavola.

Voglio solo scappareWhere stories live. Discover now