Kalean

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Era una ragazza come tante. In un giorno come tanti. Ma quel giorno la sua vita cambió.

Era un giovedí, se lo ricordava bene. Stava leggendo il suo libro preferito, "Il Sogno delle Streghe". Anche questo se lo ricordava bene. E come dimentcarlo?

Erano le 11 di sera, ed era sul letto di camera sua, sdraiata, con la luce della scrivania accesa, in modo da poter leggere.

Quella era una di quelle sere di primavera nè fredde nè calde, in cui una ragazza come lei avrebbe potuto uscire a divertirsi. Ma Kalean non aveva voglia di uscire. Lei non era la solita ochetta super truccata, nè la ragazza popolare che sta simpatica a tutti. Lei era un maschiaccio asociale, e le piaceva cosí.

E poi sentiva quella scarica elettrica per cui tutti, a parte la sua migliore amica, avevano paura di lei. Quando sentiva quella scarica nelle mani, la testa leggera e quel senso di potere, sapeva che stava per succedere qualcosa.

Ad esempio, un giorno un ragazzo la stava prendendo in giro, senza un motivo. Erano per strada, Kalean stava tornando a casa da scuola.
Cercó di stare calma, non poteva fare altri casini, come al suo solito. Perchè proprio a lei? Le veniva da urlare.
Arrivó l'elettricità, la sensazione di potere,  e sprigionó quell'energia che premeva per uscire.
Un muretto a fianco del ragazzo si sbricioló, sommergendolo di piccoli detriti. Kalean scappó, mentre rideva tra sè.
Se l'era cercata, quel ragazzo.

Quella sera sentiva la stessa energia, ma  molto più potente. Per questo stava leggendo. Di solito la calmava, facendo scemare l'ebbrezza. Quella sera, invece, la stava aumentando.


Ad un certo punto la finestra si aprí, e, insieme ad un turbine d'aria che fece svolazzare le tende, entró anche una ragazzina: era molto bassa, con i capelli lisci e neri lunghi fino alle ginocchia, la pelle bianchissima e il portamento nobile e scherzoso al contempo.
Le due si guardarono, e la strana ragazzina sorrise a Kalean.

-Ciao, io sono Margara- si presentó la ragazzina, senza smettere di sorridere. Aveva tutti i denti affilati, anche gli incisivi. Kalean era sempre piú confusa.

-Ma cosa... io... tu... cosa ci fai in camera mia?- si mise a sedere, stordita.

-Devo portarti alla Congrega- rispose Margara, come se fosse la cosa piú naturale del mondo.

-Congrega? Ma... che diavolo è?- non ci capiva nulla.

-È il luogo dove vivono tutte le streghe- spiegó candidamente Margara.

-Senti, mi sa che hai sbagliato ragazza...- Kalean scosse la testa. Non poteva essere...  Era tutto un sogno un sogno, non è così?

-No. Sei tu Kalean Marileca, o sbaglio?- le sorrise di nuovo.

-E tu come fai a saperlo?- chiese sospettosa, scattando in piedi. In effetti, più che chiederlo lo urló.

-Io? Mi ha mandato la Strega Madre- un altro sorriso, con quei denti tanto bianchi quanto affilati.

-Ma ora basta parlare, devi prepararti- e cosí dicendo, Margara prese lo zaino Eastpack di Kalean e ci mise dentro tutti i suoi vestiti, i suoi effetti personali, i suoi libri e tutte le cose a cui teneva o che potevano servire in un viaggio.

Kalean rimase seduta sul letto, immobile, troppo stupita per pensare.
Chi era quella ragazzina? Cos'era? Cos'era la congrega? E dov'era? E la Strega Madre? E come facevano tutte quelle cose a stare dentro il suo zaino?
Un miliardo di domande le frullavano nella testa.

Margara aveva finito, cosí le portó le sue scarpe preferite, un paio di scarponi neri.

Kalean la fissó.
-Gli anfibi e le scarpe da ginnastica sono già dentro, tranquilla- la rassicuró Margara, strizzandole l'occhio.
Come se fosse stato quello che le frullava in testa!
Kalean si mise le scarpe e si alzó dal letto. Si mise la sua felpa preferita: nera, grande di tre taglie in piú.

Si buttó lo zaino in spalla e seguí Margara alla finestra, il tutto senza proferir parola.

Margara si issó sul davanzale della finestra, e aiutó Kalean a fare  lo stesso.

-Cosa intendi fare?- chiese preoccupata Kalean.

-Non hai mai provato a volare, non è vero?- le chiese Margara. La ragazza scosse la testa.

-Bene, imparerai ora- e cosí si lanció, fluttuando nel vuoto.
Kalean gridó.

-Immagina di avere delle ali!- le urló, vedendola in difficoltà. E Kalean se le immaginó: grandi, grandissime, come quelle di Malefica.
Chiuse gli occhi e sospiró. "Ok, posso farlo", pensó.
Si buttó. Aveva paura. Si aspettava di sentire il duro terreno. Invece, l'impatto non arrivó. Si arrischió ad aprire gli occhi: stava volando! Ci era riuscita!

-Margara, guarda! Guardami! Sto volando!- gridó alla ragazzina.

-Bravissima! Ora vieni!- e la condusse sopra i tetti delle case.

Sotto di loro le strade erano brulicanti di  gente, ma nessuna era interessata a guardare il cielo stellato, cosí non le notarono.
Le luci dei lampioni creavano le stelle del terreno.
Kalean giró intorno al campanile della chiesa e sfioró con la mano l'antenna parabolica di una casa.

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⏰ Last updated: Feb 10, 2018 ⏰

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