«Che cosa sono? Non sembrano appartenere agli archivi, o sbaglio? Sembrano dei libri terrestri» domandai con un sorriso riportando l'attenzione sul ragazzo.

«Sono i vecchi diari del signor Jeff. Era il guardiano di questo spazio, ma con la passione per la scrittura su carta. Annotava ogni avvenimento nei suoi testi credendo che sarebbero potuti servire per il futuro. Li chiamava "autobiografie", non so se sia qualcosa di moda sulla Terra. Ogni volume corrisponde a un anno della sua vita. Nessuno è a conoscenza di questa sua passione, tranne me. Jeff era una brava persona, sai?» Mike si oscurò per la seconda volta in quella conversazione. Sicuramente un vecchio ricordo nostalgico gli era balenato in mente.

«Mi dispiace...» gli poggiai una mano su una spalla poiché sapevo cosa significava perdere qualcuno di importante. Il ragazzo levò il volto verso la luce e i suoi capelli si mossero con lui. Sorrise subito dopo. Quegli occhi grigi, a dispetto del colore, erano così solari e caldi.

«Va tutto bene. È bello pensare a lui e mi rende felice credere che possano servire a qualcun altro onorando il suo operato. Lui, devi sapere, era un viaggiatore che aveva vissuto come amanuense. Aveva abitato con i frati Abissini per circa vent'anni durante il Medioevo, prima di essere ritrovato dalla squadra alpha. Fa strano pensare che io abbia conosciuto i ragazzi del team grazie a Jeff e che lui ora non sia più qui con noi. Ritornato in Accademia gli era stata affidata la sala degli archivi come mansione e ne era rimasto entusiasta. Così iniziò a descrivere tutti gli avvenimenti che aveva vissuto in prima persona compresa la guerra tra i viaggiatori che lo aveva portato a fuggire. Questa è la vera storia della nascita della nostra istituzione.»

«Il Consiglio sa che esistono?» domandai involontariamente dando voce ai miei pensieri.

«In teoria dovrebbe perché non si può nascondere nulla a loro. Hanno occhi e orecchie dappertutto, ma in pratica non hanno mai dato adito al suo operato credendo fosse solo l'opera di un vecchio pazzo.» Annuii. Mi sarebbero stati davvero utili se non ci fosse stata alcuna censura da parte dell'Accademia stessa. La vita di un uomo era considerata inutile per loro?

«Grazie Mike, mi sei stato di grande aiuto.»

«Non è che potresti farmi un favore?» chiese dopo essere indietreggiato. I ciuffi biondi gli coprirono gli occhi lucidi.

«Certo, se posso aiutarti lo faccio volentieri.» Mi sentii onorata di poter essere io a fare qualcosa per lui.

«Potresti salutare Lake da parte mia? Sai... L'altra volta è andata via di corsa, non ho fatto in tempo... Vorrei che sapesse che la saluto, ecco.» Accennai una risposta positiva notando l'enorme emotività del suo animo.

Mike andò via con il sorriso sul viso, mentre io ipotizzavo la faccia corrucciata che avrebbe fatto Lake una volta saputa della mia incombenza. Avevo intuito che lei non ricambiasse la simpatia che Mike nutriva nei suoi confronti e un po' me ne dispiacqui. Ma in fondo erano solo dei ragazzini carici di sentimenti e con la vita davanti, chissà che cosa sarebbe cambiato con il tempo.

Riorganizzai le idee così da iniziare la mia indagine. Afferrai il primo dei volumi sfogliando le pagine ingiallite per carpirne il contenuto. Narrava dell'Accademia, quella di quattro decenni prima e della sua nascita. L'istituzione era nota per essere un centro di integrazione e Jeff ne aveva fatto parte appena adolescente. Era un punto di raccolta per tutti coloro che scoprivano i propri poteri. Li si aiutava a migliorare, a crescere e ad accettarli. Il programma era improntato al perfezionamento per la loro sicurezza e di chi avevano attorno. L'Accademia era un luogo sicuro e di armonia: una semplice scuola.

Fu proprio all'epoca che iniziarono a redigere le prime classificazioni dei poteri. In tutto e per tutto identiche a quelle ancora valide e di cui mi aveva parlato Chris. Notai, però, che coloro che appartenevano alla terza categoria erano considerati uno scherzo della natura alla stregua dei millantatori. "Eppure erano certamente i migliori, senza ombra di dubbio" scriveva il rifugiato a fine del primo libro.

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