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La profondità non è del mare,
ma della terra che conca inabissa
se stessa. Come l'uomo che scava
voragini in una mente d'argilla
rossa: segregano secchi
gli ammennicoli rigurgitati
dalla fornace delle parole,
ma fin troppo vuote,
fin troppo stanche nel ripetere
sfumature di colori senza nome.
E siamo in scala di grigi
sotto il cielo plumbeo che ci diluvia
addosso le ere. Ed il tempo è un filo
intrecciato tra gli occhi e le dita
nostre si toccano, sotto il pelo dell'acqua:
fu un turbine, per un momento,
prima che le stelle chiudessero
le palpebre su di noi.

CretaWhere stories live. Discover now