cap 3

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Senza sapere come, Vlad si era ritrovato imprigionato dietro al cancello d'ingresso di Campo Canino. Il nostro povero vampiro sdentato aveva ricordi frammentari delle ultime ore: ricordava la zia che preparava la sua valigia e si lamentava del suo guardaroba misero, il rapido viaggio su una bagnarola che un tempo era stata un'auto, una sosta in una toilette squallida per disintossicarsi dall'orribile profumo di zia Grumilde ed infine l'arrivo.
Per tutto il tempo aveva valutato la possibilità di scappare ma alla fine aveva deciso di restare, troppo impaurito dalla dentatura aguzza di Peggy. Poi, quando erano giunti davanti a Campo Canino, ogni sua possibilità di fuga era svanita nel nulla. Era infatti stato afferrato per la collottola da quello che sembrava essere il cugino del mostro di Frankenstein ed era stato trascinato all'interno del campo. Vlad aveva intravisto la zia sventolare melodrammaticamente un fazzoletto ed aveva sentito Peggy abbaiare con furia. Per un attimo era stato contento che quel mostro l'avesse rapito, ma tutto il suo sollievo era sparito nell'istante in cui era stato scaricato malamente su un palco.
Subito dopo era sopraggiunta la pubblica umiliazione: un'abbondante pioggia di insulti e di uova marce si era abbattuta su di lui, appena la direttrice del campo aveva accennato ai suoi successi letterari. A quanto pareva, il resto dei vampiri intrappolati a Campo Canino non aveva apprezzato le sue ricette vegetariane.
Sporco, umiliato e sulla soglia delle lacrime, Vlad era stato infine lavato malamente con una canna dell'acqua ed era stato cacciato nel suo dormitorio. Si era infilato in fretta il pigiama e si era rintanato sotto alle coperte, sperando che i suoi compagni di dormitorio non lo tampinassero fino alla notte successiva. Purtroppo però, dopo cena i suoi compagni avevano deciso di fargli i più atroci scherzi che si possano immaginare. L'avevano afferrato nel sonno, l'avevano lanciato in una vasca da bagno piena di colla a presa rapida, poi l'avevano riempito di piume colorate.
Quando l'alba era sopraggiunta e tutti si erano rintanati sotto le coperte, Vlad aveva cercato di liberarsi delle piume e della colla, ma era semplicemente riuscito a peggiorare la situazione.

La sera successiva, Vlad venne svegliato di soprassalto da una tromba in un orecchio. Per una buona mezz'ora non riuscì a sentire nulla, tranne un fastidiosissimo fischio che gli fece venire il mal di testa. I suoi compagni di dormitorio continuavano ad indicarlo e a scoppiare a ridere e Vlad impiegò qualche tempo per capire perchè stessero ridendo di lui. Una reazione allergica alla colla e alle piume gli aveva fatto spuntare enormi bubboni verdi su tutta la faccia.
"Di bene in meglio" si ritrovò a borbottare con un nodo alla gola mentre seguiva i suoi compagni nella mensa. Stava morendo di fame e non avrebbe permesso a nessuno di tenerlo ancora lontano da un frullato di rape ma, con suo grande sconforto, scoprì che il menù del giorno non prevedeva niente di 'vegetariano'.
Con lo stomaco che brontolava rumorosamente, la faccia piena di pustole pruriginose e l'umore sotto alle scarpe, Vlad decise di lasciare la mensa per cercare un po' di conforto nella tranquilla solitudine dei boschi. Totalmente soprappensiero, si scontrò frontalmente con una vampirella che non aveva mai visto prima.
"Mi dispiace" mormorò diventando rosso come un peperone e scappando per l'umiliazione. Si era appena scontrato con la vampiretta più bella che avesse mai visto.
Cominciò a correre senza una meta ben precisa, addentrandosi nelle profondità del bosco nel vano tentativo di lasciarsi alle spalle il ricordo di quell'umiliazione bruciante.
Fu solo dopo parecchio tempo che Vlad capì di essere nei guai. Era pieno di graffi, le pustole gli prudevano terribilmente, non sapeva dove stava andando e l'alba si stava avvicinando...

Aspetto un commento sul mio nuovo genere la vostra trilly

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