Chapter 1 - L'incubo

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-No!Andatevene! Scappate con me!- Entra nell'armadio, apri la piccola porticina di legno e corri più veloce che puoi e più lontano da qui-
-Va bene mamma!- mi baciò sulla fronte velocemente abbracciai papà che mi disse.
- Piccola mia, nell'armadio c'è il mio arco con le frecce, prendilo come un mio ricordo,combatti! Sii la mia guerriera! Addio mio piccolo angelo!-
li abbraccio forte, e prima di andarmene li saluto con una mano e mando a loro un bacio.

Entro nell'armadio. Eseguo gli ordini di mia madre.

Corro, chissà da quanto, non ho più forze, non riesco a respirare, qualcuno dietro di me grida ma non
posso fermarmi, no, no, non posso! Prendo l'orlo del vestito fra le mani e continuo a correre senza guardarmi dietro le spalle, veloce, sempre più
veloce, non posso permettermi di rallentare, non ora! Tiro un sospiro di sollievo quando esco da quel lungo corridoio.

Giungo in un bosco, è tetro, oscuro, sinistro così come i suoi rumori e le sue ombre, e tutto ciò che si nasconde dietro esse.
La luce della luna filtra attraverso le foglie degli alberi, i rami bassi sembrano braccia e mani scheletriche, mi guardo intorno, tormentata dall'idea che ci sia qualcuno con me.
Il rumore di un grillo mi fa sussultare.

Mi fermo all'improvviso, deglutisco rumorosamente e ascolto il mio cuore battere contro le costole, sento la paura scorrermi nelle vene, mentre le orecchie si fanno sensibili ad ogni tipo di rumore.
Incomincio di nuovo a camminare con passo lento, scrutando davanti a me.
Il terreno è umido, ci sono sassi in cui sapevo che presto sarei inciampata, il vento muove le foglie e crea rumori spettrali, le ombre sembrano animali feroci pronti ad assalirmi, l'unica luce
è quella della luna piena che mi accompagna nel mio incubo.

Sento dei formicolii sul collo e sulla schiena, posso guardare davanti, a destra e a sinistra, ma non posso contemporaneamente guardare alle mie spalle. Ogni volta che mi volto sento i formicolii sul petto, perciò mi rigiro e guardo dritto, ma di nuovo i formicolii tornano sulla schiena. Voglio avere il controllo su ogni cosa, ma non ci riesco.
Chissà cosa si nasconde in questo bosco, magari ci sono lupi dietro i cespugli,magari insetti velenosi, o un assassino, o...

Scuoto la testa per scacciare quei pensieri, ma per quanto cerco di calmarmi la paura di non essere sola mi perseguita, la sensazione di pericolo che si insidia dentro di me, che mi toglie il respiro, e mi fa sudare freddo. 
Sento la presenza di qualcuno dietro alle mie spalle, si sta avvicinando lentamente verso di me, cerca di essere invisibile e non farsi scoprire.

Qualcuno tende la mano da dietro vuole tapparmi la bocca...

Mi risveglio improvvisamente, con il fiatone e la fronte piena di sudore. Sono sul mio letto al sicuro.
-Astrid!Astrid!cos'hai?di nuovo quell'incubo?- chiede preoccupata Endea, la mia sorella maggiore adottiva.
-Si! Endy! Mi mancano da morire!- dissi singhiozzando dal pianto.

-Lo so! Lo so Astrid! Lo so ! - dice mentre mi accarezza i capelli.

-Non ce la faccio più, sempre lo stesso incubo! Credevo che tutto fosse finito!Continuo a sognare qualcuno dietro me che mi vuole chiudere la bocca! Non so chi sia!- esclamo ancora sotto shock.
-Adesso non importa, ciò che conta è che sei al sicuro!- cerca di tranquillizzarmi.

Dopo che Endea se ne va non riesco a riprendere sonno, sono solo le quattro di mattina.
Mi alzo dal letto mi metto un paio di pantaloncini corti, una canotta e sopra una felpa leggera, indosso le scarpe da ginnastica, prendo il mio cellulare collego gli auricolari e sono pronta per andare a correre. Per riordinare il letto ci penserà Endea.

Abitiamo in una casetta vicino alla spiaggia e il paesaggio è mozzafiato alle quattro del mattino. Silenzio, pace e nessuno nei paraggi, nessun vampiro da inseguire e uccidere, niente sangue e pezzi di legno da scagliare contro il nemico, solo io e il rumore delle onde.
Sento l'aria fresca sul mio viso sudato, mi trasmette una sensazione di brio, mi mette energia e forza, sembra che mi purifichi l'anima, mi sento libera. Dopo circa un'ora e mezza di corsa ho voglia di cambiare attività.
Mi riposo sdraiandomi sulla sabbia calda. E comincio a riflettere come se non ci fosse un domani.

Il mare ci attira, ci induce ad esplorarlo, ma nonostante ciò resta ancora misterioso e pieno di segreti. Temiamo il mare, lo temiamo perché può trasformarsi in poco tempo e diventare minaccioso e furioso, perché è una forza della natura, quindi è incontrollabile e noi
temiamo ciò che non possiamo controllare perché è imprevedibile.

Personalmente amo passare le ore a guardare il mare e a pensare con il sottofondo delle onde, in solitudine.

Il momento in cui il mare è più bello
è al tramonto, quando il sole cala tinge tutta l'infinita distesa blu di rosso, rendendo tutto il paesaggio circostante surreale, ma anche l'alba non è per niente male.
Sarebbe una bella idea una rinfrescata.
Mi svesto e corro verso l'acqua fredda.
Per essere così fredda è davvero piacevole.

Nuoto un po'e poi vado in apnea, è rilassante, sprofondi nell'acqua e non senti nessuno, stai finalmente nel tuo mondo niente e nessuno ti può rovinare quel momento.
Rimango in acqua per una decina di minuti, mi alleno nel nuoto ormai da anni e sono diventata davvero brava, ho anche fatto delle gare arrivando tre volte prima e una volta seconda. Non mi è mai piaciuto mettere in mostra le mie vittorie e non mi sono mai piaciute le gare, mi ha convinto Endea a farle. 

Finito il "bagno" torno a casa e cambio i vestiti, ne prendo un paio asciutti e siccome non mi do mai pace mi dirigo al bosco per fare tiro con l'arco.
Uso sempre l'arco di papà, l'unica cosa che mi è rimasta di lui. Già la prima freccia centra il bersaglio susseguita da altre quattro frecce, tutte al centro.
-Bingo!!!- esclamo soddisfatta dei risultati
-Non ti dai mai pace eh?-  riconosco quella voce è Aaron, il mio fratello gemello adottivo.
Sono molto legata a lui, ci capiamo al volo e la maggior parte delle tecniche di caccia me li ha insegnate lui.
Non so come farei senza, non potrei vivere.
Aaron è stato colui che mi ha trovata da piccola, fin da allora gli voglio bene talmente tanto che per un periodo ho pensato di essermene innamorata.
Ci divertiamo a farci scherzi a vicenda, ci punzecchiamo.
Mi fa sorridere in ogni momento, basta che lui sia presente che mi rallegra la giornata.
Adoro il suo sorriso, i suoi capelli ricci castano scuro, quegli occhi stupendi. Per me lui è un fratello, il mio migliore amico e mi confido sempre con lui di tutto.
Non potevo desiderare niente di meglio.

-Preferisco mantenermi in forma, più ho cose da fare e più non penso agli incubi che faccio- confesso con una nota di tristezza.
-Ancora gli incubi! Non ci credo, pensavo di essercene sbarazzati! Mi dispiace tanto-
-Amore di mamma! Non è colpa tua!- lo prendo in giro.
-Seriamente mi dispiace, non potrò mai capire il tuo dolore, ma ti posso
confortare, sappi che puoi contare sempre su di me - e intanto si avvicina da dietro, appoggia la sua testa sulla mia spalla e ...

Un 'altra freccia centra il bersaglio.
- Grazie fratello-
A quelle parole Aaron sorride e mi abbraccia.

#ciao lettori!!!#
Ecco una nuova storia vampiresca! Spero vi piaccia ricordatevi di mettere una stellina e di commentare.

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