II

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Ci aveva riflettuto tanto.

Dopo aver visto Louis scomparire dietro la porta della stanza da letto, Harry si era subito messo in discussione. Avrebbe potuto restarsene due passi indietro, non interessandosi del fatto che un ragazzo come Louis, chiaramente, non si concedesse del tempo solo per sé già da un po' di tempo. E non l'aveva capito solo perché era stato il maggiore a confidarglielo, ma anche perché, in quelle settimane a Sweet Carolina, Louis non si era mai permesso un solo momento di svago personale. Andava in palestra ogni tanto, ma mai niente più di quello e solo nei momenti in cui Jaxon era impegnato con la terapia.

Non era sua intenzione forzarlo o imporgli un determinato comportamento. Tuttavia, sapeva quanto stressante fosse convivere con una situazione del genere.

Quando aveva ricevuto la telefonata di sua madre, la sera prima, aveva sperato fino all'ultimo non si trattasse di ciò che aveva temuto non appena il nome del mittente aveva illuminato lo schermo del suo cellulare. Ma, più di tutto, aveva sperato di non dover vedere gli occhi impauriti e così allarmati di Louis.

Voleva solamente regalargli una serata più leggere e spensierata, in compagnia di quelli che Harry riteneva gli amici più sinceri. E stava andando tutto così bene: a parte il momento iniziale con Niall, i ragazzi sembravano gradire la compagnia del nuovo arrivato ed era certo che il piacere fosse reciproco. Poi... poi tutto era semplicemente crollato.

Rilasciò un debole lamento, incrociando le braccia sul tavolo e lasciandovi crollare sopra la testa.

«Tesoro, non ti crucciare così tanto».

Percepì la mano confortevole di sua madre sulla schiena, subito pronta a regalargli una carezza.

«Come posso non farlo?»

Anne scostò la sedia al suo fianco, guardandolo dispiaciuta.

«Siamo tutti amareggiati per quello che è successo ieri sera, tesoro. Ma sono certa che Louis capirà e tutto si sistemerà».

Harry scosse il capo totalmente contrariato. Aveva visto i suoi occhi terrorizzati e, in quelle settimane, aveva imparato un po' a conoscerlo. Aveva solo 28 anni ma, nella sua vita, Louis aveva già dovuto scendere a patti con essa fin troppe volte. Jaxon era tutto ciò di più prezioso che possedeva e la paura di perderlo, dopo aver lottato così tanto con lui e per lui, era un peso che premeva incessantemente sul suo cuore.

Inoltre, era ben consapevole che gli avvenimenti della sera precedente avrebbero anche potuto interferire con la loro terapia. Era riuscito a instaurare un rapporto di fiducia sia con Louis che con Jaxon, ma ora tutto poteva essere sfumato.

«Non lo so, mamma. Io - » interruppe la frase, quando Diuk cominciò ad abbaiare rumorosamente contro la porta-finestra della cucina, rilasciando poi anche qualche guaito.

Si alzò subito dal suo posto, affrettandosi ad accarezzarlo per tranquillizzarlo. Ma, nel momento esatto in cui sollevò il capo per volgere lo sguardo nella stessa direzione del suo fedele amico a quattro zampe, sentì una stretta al cuore.

Immaginava che Louis potesse essere ancora arrabbiato con lui, ma di certo non così tanto da fare i bagagli e levare le tende.

Si precipitò all'istante in giardino, udendo i passi altrettanto concitati di sua madre seguirlo.

«Louis!» lo richiamò a gran voce «Cosa stai facendo?»

Il maggiore sbatté violentemente il baule della sua auto, dopo avervi riposto ordinatamente i bagagli.

«Ce ne andiamo. Torniamo a Toronto».

La sua voce era fredda, ma i suoi occhi... quelli erano glaciali. Harry non li aveva mai visti così. Ma erano così pieni di sfumature, proprio come il loro proprietario, che era certo ci sarebbe voluta una vita intera per ammirarne ogni variazione cromatica.

Touch My Skin Just To Find A New SkyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora