Prologo

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Guardo questo spento cielo grigio striato di bianco. Il cielo di una gelida, malinconica mattina invernale. Gli alberi tendono i loro rami scheletrici verso l'alto irrangiungibile, in una muta preghiera di sole, luce, vita. Il verde scuro degli arbusti e degli abeti dà una nota di colore a questa massa uniforme di nero, marrone e grigio. Il vento sibila ribelle, portando l'ultimo alito vivido di stagione. La temperatura cala, la notte avanza inesorabile e il freddo avvolge la natura, la blocca, la stritola nella sua morsa implacabile. E tutto si ferma. Retrocede. Finisce. Ma lo sappiamo entrambe. Lo abbiamo sempre saputo, che questa non é vita, non é morte. Che si tratta solo di un dannato riposo. Ma per te, Sarah? Tu che giaci sepolta da metri di terra nera, sotto una dura lapide in marmo. Tu che nell' oscurità tendi le braccia al calore e alla vita, che qualcuno ti ha negato per sempre. Tu che sei morta tra questi boschi, soffocata dal tuo stesso sangue. Cosa ti aspetta? Ricordi, parole e fragili visioni destinate ad essere spazzate via dall'inesorabile scorrere del tempo. É ciò che ci resta di te. Mi sento vuota. Vuota e disperata. Mi manchi. Rievoco i nostri ultimi momenti passati assieme e mi sento soffocare. Gli occhi cominciano a bruciare, come la ferita che mi ha segnato il cuore. Vorrei tornare indietro nel tempo, per seguirti e fermarti. Vorrei dirti che il tuo è stato uno sbaglio, che qualcuno ti attende là nell'oscurità pronto a colpire. Perchè te ne sei andata? Cosa volevi fare? Hai ucciso una parte indelebile di noi, Sarah. Per sempre. Non siamo riusciti a proteggerti e questo sarà il nostro peccato più grande. Io non sono riuscita a salvarti. E forse, non scopriremo mai la verità. Cosa é successo quella notte, Sarah? Dimmelo. Chi hai guardato terrorizzata negli occhi esalando l'ultimo respiro? Chi é quel mostro, che si é goduto gli ultimi battiti del tuo cuore stanco e prossimo a morire? Chi ha trascinato il tuo corpo insaguinato e senza vita nella foresta? Dimmelo, Sarah. Dimmi chi ti ha uccisa. Non riesco più a vivere. Ho paura. Tanta paura.

Poggio la mano sul vetro freddo della portafinestra, seguendo con le dita la linea sinuosa e cristallina delle gocce di pioggia. Come le tue lacrime. Le stesse che sono sicura hanno rigato il tuo volto e che lo stanno facendo pure adesso. Perché nonostante tutto, nonostante che il sangue non pulsi più nelle tue vene e che i tuoi occhi si siano chiusi per sempre, io so che non te ne sei andata. Tu non te ne sei mai andata, Sarah. Sei rimasta e continuerai a farlo. Visiti i luoghi un tempo a te familiari, ma è come se non li riconoscessi. I sentimenti e i ricordi sono come macigni che pesano sulla tua anima afflitta, sfregiata. Urli, urli come se il cielo dovesse cadere a pezzi da un momento all'altro. Ma chi ti sta attorno non reagisce. Solo silenzio. The death doesn'tscream. The death doesn'twhisper. The death isthesilence. Ti ricordi? La ripetevi sempre, durante i nostri caotici pigiama party. Dicevi che una vera notte brava non lo era, senza una buona storia dell'orrore. Ma non avresti mai pensato che la tua vita finisse allo stesso modo, anzi peggio. Perchè quelle non erano che storie inventate, mentre la tua è vera. Così assurdamente vera da sembrare falsa. Cosa ti hanno fatto e perchè? Me lo chiedo, da quando ci hai lasciato. Neanche tu sai la risposta certa e continui a trascinare il tuo dolore, cercando di scoprirlo. Quello che fa più male è però sapere che forse non avrai una seconda possibilità e vedere l'impotenza, la disperazione di chi ti ama. Era così giovane, povera cara,... Non ha avuto la possibilità di vivere pienamente. Dovrebbero catturare l'assassino, ma la polizia non è buona a nulla... Queste sono frasi che ti fanno arrabbiare. Quelle persone è come se ti venissero in faccia dicendo compassionevoli: - Oh scusa, sono così dispiaciuta che tu sia morta, che ti abbiano uccisa a sangue freddo torturandoti...- Sarebbe meglio il silenzio. Lo stesso silenzio che odi, ma che ami con tanto ardore. Sei invisibile, inudibile, inesistente. Magari potessi anche tu non vedere, non udire, non sentire. Quanto non vorresti vedere le esistenze degli altri proseguire e sapere che altri, da vivi, stanno subendo un simile martirio senza che tu possa aiutarli. Impotenza. la mia...stessa...impotenza. Ormai non fai più parte di questo mondo, eppure sei ancora qui. A metà strada. Dannata, forse per l'eternità. Ma il velo di inesistenza che ti nasconde non è completo. C'è chi è nato con le capacità di lacerarlo, strapparlo con una semplice occhiata. Perchè io ti sento. Odo la tua voce come un lontanissimo eco, in rari attimi possono addirittura scorgere il tuo profilo snello e delicato. Ombre, sussurri, visioni.

Io sono l'unica in grado di vederti. Non credevo, che sarei arrivata a questo punto. Non credevo in quello che mi dicevano, non credevo a questo. La mia vita è cambiata per sempre. da quando non ci sei più. Non distinguo più la verità dalla bugia, la realtà dalla pazzia. Cerchi il mio aiuto, ma non posso dartelo. Non posso. Perchè io so che non troverai pace, finchè non avrai giustizia.

SilenceWhere stories live. Discover now