Capitolo 1

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La luna questa notte è piena. Il rumore delle foglie mi circonda ed io vorrei stare tutta la notte qui, ma ho una missione. Mi rialzo da terra, prendo l'arco e il nastro. Le mie armi preferite. Il nastro è...un nastro, ma più robusto e con al estremità un impugnatura. Tirò su il cappuccio del mantello e controllo la borraccia rotonda appesa al mio fianco. È piena. Mi dirigo verso il centro della foresta e cerco di concentrarmi il più possibile. Cammino per un chilometro e finalmente la sento. La percentuale di acqua nel sangue, la percepisco chiaramente. L'ho trovato. Non sapevo cosa cercare, mi è stato solo detto di andare a cercare un animale ferito e potrebbe essere anche una manticora. Giro l'angolo e mi ritrovo davanti una volpe gigante. Cominciai a parlare con la lingua degli animali che ci insegnano i Figli ,più grandi, degli animali a scuola.

Io- Ehi piccola stai calma. Vediamo dove sei ferita.

Aveva un taglio profondo vicino al collo, ed è infettato.

Io- Adesso sta ferma, ti guarisco subito. Prima che l'infezione diventi grave.

Aprì la borraccia e feci uscire l'acqua. Scivolò sulle mie dita e con movimenti lenti la feci diventare più densa. Poi la misi sulla ferita e concentrandomi aumentai il potere curativo dell' acqua. Lo passa i con cautela sul taglio, era più grave di quanto pensassi e mi ci volle un quarto d'ora per richiuderla completamente.

Io- Vieni ti porto in un posto sicuro.

Si alzò sulle zampe e mi seguì. Arrivammo davanti al grande albero e feci il solito rito ogni volta che passavo di là. Misi una mano sul petto poi la poggia i sulla corteccia e dissi.

Io- Proteggi, purifica e combatti con noi. Sii un amico prezioso.

Eravamo quasi fuori dal bosco quando un aquila emorme lanciò un grido di sfida sopra di noi. La volpe accanto a me cominciò a mugo la re e si irrigidì.

Io- È stata lei a ferirti, vero?

Come risposta indietreggiò. Presi l'arco e scoccai una freccia. E volò giù, verso di noi!! Non l'avevo ferita per fortuna... o per sfortuna? Atterrò ed arruffó le penne nella nostra direzione. Mi guardò. Era inquietante. Cominciò a zampettare verso di noi, misi una freccia nell' arco e mirai. Non potevo ferirla, allora cosa potevo fare. Ecco... intrappolarla. Misi una seconda freccia e legai le estremità del nastro  ad entrambe. Puntai verso L'Aquila e lascia i andare le frecce. Presa alla sprovvista l'animale indietreggiò e finì contro l'albero, il nastro si legò due volte attorno a loro e si strinse da sé. Feci un segno alla volpe e corremmo via.

Arrivammo a scuola e portai la volpe negli habitat per gli animali che accoglievamo. La sistemai vicino ad una albero, dove avrebbe potuto anche mangiare i frutti che cadevano. Chiama i la guardiana notturna degli habitat.

Io-Beta? Beta ci sei?

Beta- Eccomi. Scusa avevo sentito dei rumori.

Io- Ero io. Ti ho portato una volpe. Aveva un taglio sul collo.

Beta- Aveva? Ci hai già pensato tu vero? E poi ai Figli della medicina cosa resta da fare?

Io- Hai ragione. Scusa.

Beta- Non importa, se era grave è meglio così. Vai a dormire adesso. E domani ricordati di andare dalla preside.

Io- Grazie Beta.

La abbraccia i e torna i nel dormitorio. Aprì piano la porta, per non svegliare Vaniglia. Mi butta i sul letto e dopo nemmeno 10 secondi stavo già sognando.

La mattina dopo mi alzai dal letto riposata anche se avevo dormito solo 3 ore.

Vaniglia- Ehi! Come è andata?

Io- Bene grazie.

Vaniglia era una Figlia dei fiori. La mia compagnia di stanza e anche la mia migliore amica. Stava armeggiando vicino ad una piantina malata. Un bagliore verdastro scaturì dalle sue dita ed il fiore si raddrizzó.

Io- Brava. Sei molto migliorata.

Vaniglia- Grazie.

Si avvicinò e si sedette sul letto.

Vaniglia- Allora? Hai trovato l'animale ferito?

Le racconta i tutto.

Vaniglia- Cavolo! Ma perché hanno mandato te?

Io- Volevano testare la mia resistenza nella foresta. Vani mi accompagni dalla preside?

Vani- OK ti aspetto in mensa.

Mi vestì con una maglia con la foto del mare e dei pantaloni neri.

Raggiunsi Vaniglia in mensa, agguanta i un muffin e mi dirigei verso la presidenza.

La preside era una persona gentile. La Figlia della guerra più forte di tutti i tempi. La scuola invece ,era stata fondata da Sugar Plensy, una ragazza che voleva proteggere quelli come noi dai pericoli della vita tra gli umani.

  Bussai.

Preside- Entra pure Keira.

Entrai e la guardai. Mi aveva sempre colpito quella donna, per il suo portamento e la calma con cui si rivolgeva a chiunque.

Io- Buongiorno signora.

Preside- Keira... sei l'unica che mi chiama così. Io sono...

Io- Elisabeth, questa notte è andata bene. Ho portato una volpe gigante nell' habitat. Era ferita e l'ho guarita subito. Ci ha attaccato un'aquila ma l'ho intrappolata, a quest'ora si sarà liberata.

Elisabeth- Bravissima. Keira ti devo raccontare una storia ma prima ti devo mostrare un ritratto.

Me lo mostrò e per poco non caddi per terra. Lo stesso ragazzo dei miei sogni. Quello che sognavo quasi ogni notte, e che mi portava sulla costa dell' oceano e diceva di stare attenta ai miei poteri e a proteggerli. Poi parlava di qualcosa di incomprensibile e andava via. Ma chi era? Stavo per scoprirlo.

Elisabeth- È giunta l'ora di raccontarti tutto.

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