1.NON E' POSSIBILE

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Era dicembre, i paesaggi erano pittoreschi, le montagne erano spolverate di bianco e le vie del paese erano coperte da un sottile strato di ghiaccio, il cielo era grigio e le nuvole volavano basse mentre dai camini delle case fuoriusciva un denso fumo grigio che si andava sfumando diventando un tutt'uno con il cielo.

Mason si era appena alzato dal letto, guardò il telefono, l'orologio segnava le sette e venti di un gelido lunedì mattina e fuori la sua stanza scendevano danzando giù dal cielo degli infimi fiocchi di neve che andavano scemando verso il suolo.

Lui non era mai stato così felice, amava l'inverno e la bellissima atmosfera che portava con sé.

La sua stanza era addobbata con piccole luci che a intermittenza alternavano colori come il blu, il rosso e il bianco.

Le pareti erano bianco latte senza nemmeno una macchia, nella sua porta erano appese delle grandi calze di natale e un calendario dell'avvento.

Poggiò i piedi a terra, il pavimento era freddo come il ghiaccio.

Il ghiaccio gli ricordava gli occhi di Grace che lo fissavano.

Quella notte l'aveva sognata, aveva sognato di riuscire finalmente a baciare le sue labbra, a immergersi nei suoi occhi e di tenerla per mano, era quello che voleva adesso, non gli importava più di niente e di nessuno, voleva lei e basta.

Essendo presto procedette con passo cauto fino al salotto, prese il suo cellulare e le mandò un messaggio con su scritto "Buongiorno Grace" era emozionato, ogni pensiero legato a lei gli portava una gioia immensa.

La mattina andò avanti senza problemi, Grace gli rispose e incominciarono a parlare senza sosta, passarono da un argomento a l'altro, lui cominciò a conoscerla meglio e prese confidenza con lei, parlarono del più e del meno scambiandosi frasi affettuose e discutendo con nervosismo dei nuovi professori.

Insomma, tutto sembrava andare per il meglio sino a quando una cosa gli tolse il fiato dalla bocca...

Mason era il tipico ragazzo che amava dare consigli su coppie e a dare consigli su come fidanzarsi ed era abituato molto spesso a frasi come "Mi aiuti con lui che non so come fare?" oppure "Tu sei carino si, ma mi puoi aiutare con lui?", una cosa però temeva soltanto: che Grace lo avesse capito.

Purtroppo le sue grandi paure ebbero conferma quando molto tranquillamente Grace se ne uscì con: "Senti, io non l'ho mai detto a nessuno però so che di te mi posso fidare, mi piace tantissimo Andrea, non è che tu potresti darmi una mano?".

Per lui fu come essere trapassato da cento lame affilate che gli percorsero il cuore, il mondo gli era caduto addosso, un lungo brivido gli passò durante tutta la colonna vertebrale e i denti suoi incominciarono a tremare come se avesse visto un fantasma.

Non esisteva più nessuno, vide il mondo intorno a sé girare e diventare buio, d'istinto chiuse il telefono e con grande tenerezza si distese sul letto e incomincio a piangere.

Le lacrime facevano a gara sul suo viso fermandosi alla base del prolabio impregnando le sue labbra di lacrime, i suoi occhi verdi trasudavano tristezza e dalla sua bocca si riuscivano a udire dei piccoli sibili di disperazione, la disperazione di un amore che credeva impossibile.

Non riusciva a smettere, gli sembrava impossibile, come poteva accettare che a Grace piacesse qualcun altro che non era lui, no, non voleva neanche pensarlo.

Incominciò a singhiozzare, il suo viso si fece sempre più spento e il suo respiro affannoso.

In quel momento desiderava di non esistere, di non aver mai incontrato Grace, era arrabbiato con il mondo, perché a lei piaceva Andrea e lui no...

Tanti pensieri gli ronzavano per la mente mentre le lacrime scemavano e la sua mente tornava a essere lucida.

D'un tratto però squillo il telefono e il suo pensare fu bruscamente interrotto.

"Pronto..."

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