La Festa di Paese

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Mettendo da parte questi pensieri poco piacevoli, decise che era l'ora di alzarsi quando, dietro la porta, sentì una voce fin troppo concisa e determinata per appartenere alla cameriera. Stiracchiandosi come un bambino di cinque anni, scostò le coperte d'orate e andò ad aprire la porta. La Regina Charlotte, in persona, valeva a dire, sua madre. Dal suo sguardo tutto poteva intendere tranne che fosse felice di vederlo ancora assonnato.

-Will, ti sembra il caso di continuare a comportarti come se fossi in vacanza?- Il tono di voce di sua madre, il modo in cui era vestita, gli fece tornare in mente che giorno fosse quello, il giorno della passeggiata.

-Madre, perdonatemi. Ho avuto un sonno tormentato. Non ne avete idea. Ho sognato di tutto, demoni, streghe, cani rabbiosi.

-Te lo porto io un cane rabbioso- lo interrupe la regina -se entro cinque minuti non sei pronto per accompagnare tua madre in giardino. Ho delle comunicazioni da farti.-

Detto ciò andò via. Sua madre poteva sembrare severa e poco affettuosa, ma sotto sotto Will sapeva che quel poco di ironia l'aveva ereditata da lei. Quindi non si fece problemi a sorridere a quell'ultima frase. Lanciò uno sguardo a Marjorie che era rimasta dietro la Regina con uno sguardo pieno di ansia e agitazione. -Principe, mi scusi, so che lei odia alzarsi presto ma non sapevo come fare, sua madre lo attendeva, lei era ancora...-

-Va tutto bene Marjorie, ormai sono sveglio.-

Marjorie aveva due occhi a cuore enormi in quel momento. Will doveva ammetterlo, era adorabile per certi versi. Capelli biondi raccolti in un bocciolo talmente ordinato da sembrare una rosa d'oro, occhi azzurri e piccoli, viso rotondo e statura così tanto bassa che in confronto a Will sembrava un puntino bianco in tutta la stanza.

Declinò anche quella giornata la sua offerta di farsi vestire da lei e, molto velocemente, indossò i suoi soliti abiti pieni di fibie complicate e bottoni ovunque, aprì la porta della camera e uscì.

Il venerdì mattina era una giornata sacra per la Regina d'Inghilterra, era il giorno della passeggiata con il primo figlio, futuro Re. A Will non dispiaceva passare del tempo con sua madre ma doveva ammettere che sentirla blaterare in continuazione di quanto la situazione in paese fosse effettivamente pessima e di quanta gente soffriva per il poco denaro, era stancante. Erano discorsi da fare ad un Re quelli e in quel momento era suo padre a comando, non lui. Sua madre lo riempiva di questi discorsi in continuazione, certe volte era come se desiderasse che la morte dell'attuale sovrano avvenisse all'istante.

-Okay, tocca a te.- A quanto pare si era resa conto che era arrivato il momento di smetterla di parlare delle solite cose.

-Non so cosa dirti, ah ecco, Mr. Darcy ha aperto il suo cuore ad Elizabeth, non oso immaginare cosa accadrà.-

-Will, hai letto quel romanzo infinite volte.-

-Ogni volta scopro qualcosa di nuovo. Non ti capita mai, madre? Il potere dei libri belli èquello di spingerti a rileggerli in continuazione lasciandoti senza parole, mostrandoti cose che i tuoi occhi non vedono a primo impatto.-

Marjorie fece un risolino prima di sparire del tutto dal giardino, con il carrellino del tè. 

-Vedo che continui a vestirti da solo.- Cambiò discorso Charlotte, squadrandolo dalla testa ai piedi.

-Me la so cavare da solo, se è questo che intendi.-

-Siamo una famiglia reale Will, abbiamo la possibilità di farci servive in ogni modo possibile. E poi, guardati, nemmeno sai attaccarti le scarpe.-

-Avete stancato con questa storia.-

Prima che potesse continuare, la madre lo interruppe nuovamente. -Ti ho detto che avevo delle comunicazioni da farti.- e lo disse poco prima di bere un lungo sorso di tè, Will si chiese per un attimo se fosse il caso di dirle se avesse bisogno della cameriera anche per tenerle la tazza mentre beveva, ma decise di evitare. Il modo in cui lo stava guardando sua madre era incomprensibile.

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⏰ Last updated: Nov 13, 2017 ⏰

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Il Romanzo di Katherine ParkerWhere stories live. Discover now