Capitolo 1

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22 Agosto 1943

Ciao, sono Isaac, un ragazzo ebreo di 17 anni, sì di questi tempi non è buona cosa dire di essere ebreo, quelli come me vengono picchiati o peggio giustiziati in piazza davanti a tutti e i più fortunati vengono caricati su un treno e portati chissà dove. La maggior parte di noi sono rintanati come topi negli scantinati delle loro case o ancora peggio si sono nascosti nel bosco senza fare più ritorno, penso di essere uno dei pochi impaziente di porre fine alla propria vita il più velocemente possibile, sì perché da quando hanno preso mia madre, la mia sorellina, mio padre, il mio amico Jonathan e tutta la sua famiglia non ho più ragione di vivere. Sono seduto su una poltrona di pelle a fissare incessantemente la porta in attesa che uno di quei bastardi da un momento all'altro entri in casa, nella mano destra reggo una "FN Modèle 1910" carica, probabilmente mi sparerò un colpo in testa prima che un soldato tedesco riesca a posarmi gli occhi addosso, non voglio dargli la soddisfazione di uccidermi con le sue mani.

"AAAA!" Sento un urlo straziante provenire dalla strada e i soldati urlare qualcosa in tedesco, incomprensibile a me che parlo solo francese. So che la mia ora sta per arrivare, mi smuovo appena quando sento le assi di legno scricchiolare sotto degli stivali proprio fuori la porta, faccio un sorrisetto quasi compiaciuto, sono pronto.

Mi trema la mano, ma riesco comunque a tenere la pistola ben salda, l'appoggio alla mia tempia aspettando anche un lieve movimento. Il pomello inizia lentamente a girare, chiudo gli occhi e poso il dito sul grilletto, finalmente mi sento leggero nonostante il 90% dei miei muscoli siano come atrofizzati. Sento la porta sbattere contro il muro, sorrido nuovamente e premo il grilletto, sento una piccola esplosione, apro gli occhi, sono ancora vivo, probabilmente la pistola si è bloccata in qualche modo, non faccio a tempo ad alzare lo sguardo che mi trovo scaraventato a terra, sento che inizia a mancarmi il respiro e le palpebre si fanno sempre più pesanti, ho solo il tempo di rendermi conto che una lacrima mi sta rigando il viso prima di svenire.

Capisco di essere sveglio quando un tanfo insopportabile invade le mie narici, sento al braccio destro un dolore lancinante, cerco di portare quello sinistro verso il viso per riprendermi ma sembra bloccato da qualcosa, apro gli occhi ma è inutile, è tutto buio. Realizzo di non essere solo quando sento il gemito di qualcuno: "Ei..." sussurro timoroso, potrebbe essere chiunque. Non ricevo nessuna risposta, decido di avvicinare il braccio destro alla tasca dei pantaloni con la speranza di trovare i fiammiferi, che solitamente uso per accendere la pipa, fortunatamente ci sono ancora, cerco di alzare delicatamente il braccio così da riuscire ad infilare le dita in tasca e prendere il piccolo scatolino, il dolore è insopportabile ma con le punte delle dita riesco ad impossessarmi dei fiammiferi. Porto lo scatolino alla bocca, trattengo a stento un urlo provocato dal incessante dolore ma miracolosamente riesco ad estrarre un piccolo fiammifero. Inizio strofinarlo lentamente contro la parte più ruvida del piccolo contenitore, non voglio rischiare di spezzarlo, continuo a strofinarlo quasi ossessivamente quando finalmente, si accende, per un secondo la fiamma riesce ad illuminare tutto quanto per poi affievolirsi sempre più fino a diventare una piccola luce, faccio un sussulto, lo scenario che si mostra davanti ai miei occhi è indescrivibile.

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