II- Giocattolo

3.4K 193 55
                                    

Il ragazzo si richiuse la porta alle spalle e la prima cosa che notai furono le numerose gocce di sangue partire dal punto in cui avevo accoltellato Beautiful death fino alla soglia della cucina.
<<L'hai fatta scappare, sei stata brava>> mi sussurrò lui all'orecchio, facendomi percepire il suo coltello puntato contro la mia schiena.
Iniziai a tremare come una foglia, pregando almeno per una morte lenta ed indolore. Sapevo che ormai la morte sarebbe stata l'unica cosa che avrei ottenuto da quella giornata e speravo solo che Brandon rincasasse abbastanza tardi da risparmiarsi la mia stessa sorte.
<<Ma guarda come tremi>> disse lui, girando due volte attorno a me con la punta del suo coltello che mi accarezzava la pelle.
<<Uccidimi e basta>> gli dissi, stringendo forte gli occhi.
<<Uccidirti e basta, dici? Oh no, cara, non così in fretta>> disse lui, alzandomi il mento con le dita <<se avessi voluto ti avrei già uccisa.>>
Riaprii gli occhi giusto in tempo per vedere un sorriso inquietante farsi largo sul suo viso e le sue dita correre fino alla mie guance. Allontanai la testa di scatto e lui mi schiaffeggiò con violenza, mandandomi al tappeto.
<<Come osi sottrarti dal mio tocco? Dovresti essermi grata per non averti sgozzata subito>> urlò lui, colpendo un vaso lì di fianco con un calcio e mandandolo in frantumi.
D'istinto raccolsi le ginocchia al petto.
<<Ah, ti ho spaventata?>> domandò poi con finto fare innocente, per poi scoppiare a ridere subito dopo. La sua risata era folle, malsana.
<<Cosa vuoi allora da me?>> domandai, ranicchiandomi ancora di più su me stessa.
<<Inizialmente ucciderti, ma poi ho scoperto che è più interessante spiarti. Mi piace così tanto guardarti mentre ti fai la doccia, con l'acqua che accarezza quei tuoi tondi seni... opppure guardarti mentre passeggi pensando di essere al sicuro>> disse, leccandosi le labbra.
Quel tizio era malato, era dannatamente malato.
<<Da quanto tempo... da quanto tempo va avanti questa storia?>> domandai, cercando di reprimere il mio disgusto. Non volevo beccarmi un altro ceffone o peggio una coltellata.
<<Direi da quattro mesi>> disse lui, fingendosi pensieroso <<dovevi dare retta al tuo istinto quando mi notavi e davi di gomito con la sua amica, indicandomi spaventata.
Pensavi che non l'avessi notato? Mi eccitava così tanto quel tuo sguardo spaventato.>>
<<Sei solo uno sporco maniaco>> gli urlai in faccia, non riuscendo più a trattenermi.
Lui mi scoppiò a ridere in faccia, rigirandosi tra le mani il suo coltello lucente ed affilato.
<<Certo che lo sono e sono anche un assassino, ma questo già lo sapevi no?>> domandò lui, piegando un po' la testa di lato.
<<Cosa vuoi da me?>> domandai, tremando senza ritegno.
<<Che tu faccia le valigie e venga con me>> mi disse lui, con la voce piena di felicità.
<<Perché dovrei seguirti?>>
<<Perché dici? Oh, intanto perché potrei uccidere il tuo bel fratellino tanto per cominciare, Brandon... giusto? E secondo perché Beautiful death vuole ucciderti ed io sono l'unico che può proteggerti.>>
Sgranai gli occhi e tutte le mie difese crollarono al suono del nome di mio fratello, lo amavo troppo per condannarlo ad un simile destino.
<<Beautiful death l'ho fatta scappare, però...>> tentai io.
<<Ma lei tornerà per te e non avrà pace finché non ti avrà uccisa.>>
<<Perché proprio io?>> domandai, con le lacrime che traboccavano dai miei occhi.
<<Perché sei bella, talmente bella che perfino io ti ritengo all'altezza di stare affianco a me. Era da un po' che cercavo qualcuno con cui divertirmi ed ho scelto proprio te. Volevo aspettare, ma Beautiful death mi ha costretto ad anticipare. Non ti senti onorata? Guarda come sono bello>> mi disse lui, fissandomi negli occhi.
<<Non credi che io sia bellissimo?>> mi urlò in faccia subito dopo, notando che non lo avevo degnato di risposta.
<<Sì, lo credo, lo credo>> mi affrettai a rispondere, nel modo più convincente che riuscii a trovare.
Lui sembrò abboccare, tanto che mi rifilò un sorriso meno inquietante dei precedenti.
<<Corri di sopra a prepararti, verrai con me>> mi sussurrò, sfiorandomi il collo con un dito.
Annuii e mi alzai con le ginocchia che mi tremavano. Nel farlo portai lo sguardo sull'orologio. Segnava mezzanotte meno cinque.
<<Mio fratello tornerà a momenti>> dissi ancora più piena di panico, guardando le macchie di sangue di Beautiful death sparse in giro ed il vaso in frantumi.
<<È un impiccio inutile>> mormorò lui. Sgranai gli occhi e gli afferrai una mano, piena di disperazione.
<<Ti prego. Farò qualsiasi cosa, non cercherò nemmeno di scappare e ti obbedirò. Ma ti prego, ti prego non fargli del male>> lo supplicai.
Lessi la lussuria nel suo sguardo al suono delle mie suppliche.
<<Inginocchiati e supplicami di nuovo>> disse, leccandosi le labbra.
Feci come mi era stato detto e lo pregai di nuovo di risparmiare mio fratello, lui mi fissò per tutto il tempo interessato.
<<Sai... sei nella posizione perfetta per succhiarmelo>> disse, portandosi una mano sulla patta dei jeans e facendomi sgranare gli occhi <<ma per questa volta ti risparmierò, pulisci questa merda prima che torni quell'inutile ragazzo e poi vai a prepararti.>>
<<Gra-grazie>> gli dissi, balbettando come una povera idiota e senza obiettare raccolsi tutto con uno straccio.
Ripulii la sala e la cucina in meno di cinque minuti, buttando i ciocchi del vaso che Jeff aveva rotto e lo straccio insanguinato in un sacco nero per rifiuti che portai immediatamente fuori.
Nel farlo notai una macchina nera avvicinarsi e mio fratello Brandon uscire dal veicolo, tutto sorridente.
<<Ho rotto un vaso>> mi giustificai, notando il suo sguardo confuso.
<<La mamma non ne sarà felice quando tornerà>> rispose lui, scompigliandomi i capelli. Lo seguii verso casa pregando in tutte le lingue conosciute e sospirai di sollievo non trovando Jeff in sala dove l'avevo lasciato.
<<Sicura di stare bene? Sei pallida>> asserì Brandon, squadrandomi dalla testa ai piedi.
Non potevo di certo confidargli di essere stata quasi uccisa da una psicopatica decisa a strapparmi la faccia e nemmeno che mi accingevo ad essere presa in ostaggio da un altro ancora più psicopatico.
<<No tranquillo, è solo l'influenza>> mentii.
<<Ma non era quasi guarita? Avevi detto che oggi restavi a casa giusto per sicurezza.>>
<<Una ricaduta>> dissi.
Lui mi guardò confuso, prima di decidersi a lasciar cadere il discorso.
<<Vado a farmi una doccia e poi corro a letto, sono distrutto>> disse Brandon, girandosi per andare via. Lo bloccai avvolgendo il suo busto con le mie braccia, pronta per abbracciare per l'ultima volta il mio adorato fratellino.
<<Cosa ti prende? L'influenza deve farti davvero male>> disse lui ridacchiando, in quanto di rado mi mostravo così espansiva.
<<Niente, Brandon. Ti voglio bene>> gli dissi, cercando di reprimere le lacrime.
<<Okay, ti voglio bene anche io... ma inizi a preoccuparmi>> rispose, ridacchiando di nuovo.
Lo lasciai andare e lui mi salutò scompigliandomi di nuovo di capelli, era un gesto ricorrente tra noi due e mi sarebbe mancato tutto così terribilmente.
<<Buonanotte>> urlò, mentre iniziava a salire la scale.
<<Notte...>> sussurrai di rimando, abbandonandomi finalmente alle lacrime.
Restai lì per qualche minuto, cercando di normalizzare i respiri. Avevo appena passato l'ora più brutta della mia vita ed avevo il vago sospetto che ne sarebbero arrivate altre ancora peggiori.
Mi feci coraggio ed iniziai a salire le scale, percependo già in lontananza il rumore della acqua con cui Brandon si stava lavando scrosciare.
Se averlo in casa da una parte mi rendeva più sicura di me dall'altra mi terrorizzava. Cosa impediva a Jeff the Killer di ripensarci e sbudellarlo?
Aprii la porta della mia camera con le mani che tremavano e per poco non cacciai un urlo alla vista del volto di Jeff a pochi centimetri dal mio.
Lui senza parlare chiuse a chiave la porta indicandomi un borsone aperto sul letto, che si era preso la briga di tirar fuori da chissà dove e mi osservò riempirlo con un ghigno perenne stampato sulla faccia.
<<E se dovesse tornare?>> domandai di punto in bianco, riferendomi alla pazza psicopatica che aveva tentato di uccidermi.
<<L'hai messa k.o. per qualche giorno. Non credo si farà viva per un po'>> rispose lui, lasciando scorrere un suo dito sul coltello che si portava sempre dietro dal primo momento.
Fece due passi verso di me ed io per istinto ne feci altrettanti indietro, il gesto sembrò infastidirlo. Forse non era l'approccio migliore da parte mia, ma non potevo farci nulla... lui mi terrorizzava. Sembrava uscito dal peggiore dei miei incubi.
Decisi di parlare ancora per distoglierlo da ciò che avevo appena fatto.
<<Potrebbe sempre tornare e non trovandomi qui magari potrebbe...>> dissi, lasciando in sospeso la frase.
<<Partendo dal presupposto che Beautiful death uccida solo le ragazze, ti assicuro che adesso l'unica cosa che le interessa sei tu. Ignorerà tutti gli altri senza trovare pace finché non si sarà presa la tua vita.>>
Non sapevo se avere più paura della sua confessione o dello sguardo da pazzo con cui mi stava fissando.
Passai i successivi venti minuti e raccattare tutto il necessario, cercando di ignorare la sua presenza costante alle mie spalle ed il suo alito caldo sul mio collo.
Sembrava trarre un immenso piacere dallo starmi costantemente appiccicato.
<<Come farò a giustificare la mia scomparsa?>> domandai, portandomi le mani tra i capelli <<i miei genitori non si arrenderanno mai.>>
<<Scrivi una dannata lettera con qualche merdata strappalacrime ed inscena una tua fuga da casa, basta che ti muovi>> disse lui, buttandomi addosso carta e penna presi dalla mia scrivania.
Mi presi un minuto per cercare le parole e poi attaccai, iniziando a raccontare una storia nella quale spiegavo di essermi innamorata di un ragazzo e di aver deciso di andare via con lui in quanto sapevo che non avrebbero mai accettato la mia relazione con lui e di non cercarmi, mi sarei fatta viva io.
In parte era vero, stavo davvero fuggendo con una ragazzo... ma non per mia volontà e nemmeno per amore. Lo stavo facendo solo per aver salva la pelle mia e quella di Brandon.
Jeff lesse attentamente le mie parole e approvò la lettera.
Mandai anche un sms a Sam, dicendole che semplicemente avevo deciso di andarmene via per un po', per allontanarmi dalle mie paranoie, e che per farlo avevo rifilato ai miei la scusa di un ragazzo. Promise di coprirmi.
<<Adesso però muoviti>> mi esortò, strappandomi il borsone dalle mani e spintonandomi.
Cancellai gli ultimi sms e abbandonai a malincuore il mio cellulare sulla scrivania, non mi sarebbe servito mai più.
Prima di andare via, però, passai per un'ultima volta davanti alla stanza di Brandon. Aprendo di un poco la porta e fissando il suo viso rilassato che dormiva.

Addio, Brandon. Ti voglio bene.
Mi mancherai.

TADAN
Siamo al secondo e come ho già detto lo scorso capitolo ce ne saranno altri otto. Dieci in totale.
Mi scuso se lo stile a volte è scurrile, ma qui abbiamo Jeff the Killer e non l'unicorno rosa sbrilluccicoso dietro l'angolo che vomita orsetti gommosi.
Ho cercato di dargli quel tocco perverso ed inquietante tipico di un soggetto disturbato, nei prossimi capitoli svilupperò meglio il suo essere dannatamente inquietante.
Yolo!

Psychopath || Jeff the KillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora