🔶️Uno scambio con me: Il figlio delle essenze.

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Anche questa recensione fa parte della proposta settimanale "Uno scambio con me"  e, per questo, la valutazione viene effettuata tramite i criteri già spiegati nel capitolo dedicato alla proposta stessa.

🔶️Recensione: La storia di questo scambio è "Il figlio delle essenze" di Nakazaru 

Sinossi:
"Ogni essere vivente, fin dalla nascita, è legato all'Essenza genitrice che gli ha dato la vita.Più è complicata la forma di vita appena nata più l'Essenza originaria è antica e potente.Ogni essere vivente deve la propria vita ai Figli delle Essenze, creature pure ed incontaminate, nelle cui mani è riposto il disegno del passato, del presente e del futuro.Ogni Essenza appartiene ad un determinato livello, il più alto dei quali è comunemente chiamato Yin Yang. L'Essenza Principale, la più pura ed incontaminata, la quale detiene il controllo su tutte le Essenze di livello inferiore.Sarà proprio da quest'ultima che avrebbe ottenuto la vita il Figlio delle Essenze, il quale alla propria nascita avrebbe assunto il titolo di Principe dello Yin Yang.Cosa accadrebbe, invece, se lo Yin Yang, l'Essenza principale, fosse costretta a cedere il proprio Figlio nelle mani di due Essenze inferiori?Cosa accadrebbe se quest'ultime farebbero di tutto pur di distruggere il Principe? E se, invece, lo Yin Yang mandasse un suo Figlio a liberare il Principe? Cosa accadrebbe se, nella missione di salvataggio, il Principe andasse perduto?"

🔶️TRAMA: Parto con il dire che la trama è interessante; sicuramente un idea viva e originale condita da uno stile dolce e scorrevole che facilita la lettura e non annoia.
La trama si presenta già nella descrizione del libro come qualcosa di elaborato, complesso e molto interessante. Ed in effetti è una bella idea per davvero, non voglio che nessuno pensi il contrario! 

Ma io, che sono noiosa e cattiva, non posso non mettere "i puntini sulle i"...

Infatti, dopo avere letto una presentazione così densa di informazioni e così particolare mi sono subito tuffata nella lettura con la speranza di saperne di più. Leggendo la storia (sono arrivata al capitolo dieci), però, sono rimasta un tantino spiazzata. Tutte le informazioni a cui l'autrice accenna nella descrizione non sono spiegate o integrate nel tessuto narrativo. Sembra quasi che siano messe nella descrizione proprio perché nel testo vengono trattate come informazioni scontate e già conosciute.
A questo proposito vorrei ricordare che la descrizione non dovrebbe, di norma, avere la funzione di un "prologo", ma, piuttosto, dovrebbe essere una piccola vetrina, uno spazio, nel quale l'autore cerca di riassumere il significato o il problema centrale della sua storia, stando ovviamente attento a non rivelare troppo, o troppo poco.

In questo caso le informazioni mi sembrano troppe; ti consiglierei di inserirle nel tessuto narrativo con maggiore calma evitando di rivelare tutto in modo così frettoloso nella descrizione. Potresti mostrarle al lettore attraverso i pensieri o i ricordi  dei personaggi che effettivamente vivono e respirano nel mondo che hai inventato; in questo modo non rovineresti subito ogni sorpresa ed andresti a contestualizzare meglio l'ambientazione "magica" (passami il termine) della tua storia.

Ad ogni modo passo oltre e ti elenco quelli che per me sono i due problemi principali che in  qualche modo vanno a danneggiare la qualità della tua trama:

-Mancanza di descrizione: Nel primo capitolo la storia inizia con una descrizione molto bella ed elaborata, anche un po' ridondante se vogliamo; un'ottimo inizio che mi aveva davvero fatto sperare.
Ma dal secondo capitolo, purtroppo, ogni accenno descrittivo scompare; sia per quanto riguarda gli ambienti (soprattutto!) sia per quanto riguarda i personaggi.
Tutta la vicenda sembra essere portata avanti tramite il dialogo tra i personaggi, ma di questi dialoghi noi vediamo molto poco. La tua attenzione è tutta rivolta all'interiorità dei ragazzi che parlano; ti interessi moltissimo alla loro espressività (in particolare tendi a descrivere quasi sempre il loro viso; labbra, occhi e sguardi). Esponi, a volte in modo molto completo e attento, le loro emozioni, quello che provano.
"Ma dove avviene il dialogo? In quale stanza? Come è fatta questa stanza? Di che colore sono le pareti? I mobili? E come sono vestiti i personaggi? Sono in piedi, seduti? Sono uno di fronte all'altro, mentre parlano, oppure necessitano di girare il viso a destra o a sinistra per guardarsi negli occhi? E' giorno, è notte? C'è luce oppure no?"
Tutte queste domande, dal capitolo due, non trovano alcuna risposta. Ci mostri la scena in terza persona, ma gli occhi del narratore sembrano osservare solo i visi dei personaggi in scena; le tue descrizioni si focalizzano solo su tre elementi (occhi, sguardo, labbra. Ti faccio degli esempi; spesso i tuoi personaggi dischiudono le labbra, sospirano, si passano la mano tra i capelli, si mordono in labbro. Questi sembrano essere gli unici dettagli sul quale ti soffermi e, ovviamente, in questo modo non solo il lettore rischia di perdersi, perché la scena non è contestualizzata e si svolge con uno scambio di primi piani di volto in volto, ma rischi anche di utilizzare forme di caratterizzazione dei personaggi ripetitive, ovvero le gestualità che ti ho citato prima e che sembrano appartenere a tutti i tuoi personaggi, ma su questo ci torneremo a breve)

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