Capitolo 2

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Blaise era l'altra faccia di Draco Malfoy. Era ciò che più dissimile e uguale a lui camminasse su due piedi o strisciasse come serpe. Ai biondi e fulgidi capelli di Draco si opponevano come la notte gli scuri indomiti ricci di Zabini, tanto corti da essere privati del loro movimento così vicino a quello delle maree. L'algida freddezza del più calzante Serpeverde di sempre strideva con la solare sagacia sarcastica del suo compagno. E tuttavia erano inscindibili. Crabbe e Goyle non sarebbero mai stati così complici, probabilmente perché non avevano neppure un cervello da mettere in funzione, ma Blaise e Draco... Blaise e Draco erano il duo d'argento,  erano due occhi dello stesso volto, l'uno il riflesso diverso dell'altro, erano ciò che più di tutto ricordavano a Hermione lei, Harry e Ron, suo malgrado. Zabini sembrava quasi non accorgersi del mostro con il quale divideva il suo tempo, ma Hermione lo attribuì alla malevolenza connaturata alla loro casata, eppure in Blaise qualcosa era meno perverso che negli altri studenti che vi appartenevano. La strega sospettava addirittura che avesse una cottarella per Ginny, ma non poteva certo azzardarsi ad esplicitare i propri sospetti senza rischiare di essere schiantata dall'uno e dall'altra. Era sicura che sarebbe riuscita ad evitare qualsiasi schiantesimo, e al contempo certa che non sarebbe stata altrettanto capace di sottrarsi alle brutali vendette che la Weasley sapeva architettare. Erano entrambe due piccole scaltre regine della vendetta a dire il vero, e a volte Harry stesso si chiedeva se il Cappello Parlante non avesse sbagliato non una, non due, ma addirittura tre volte nello smistarli in Grifondoro. Ad Hermione quelle sembravano stupide congetture da maschi adolescenti: era convinta che il coraggio dei Grifondoro non prevaricasse la loro intelligenza, la loro astuzia e il loro altruismo. Grifondoro era la più poliedrica delle casate, ed era orgogliosa di farne parte, orgogliosa del suo orgoglio da Grifondoro.
Si rese conto solo molto più tardi di essere rimasta impalata nel mezzo della carrozza per circa dieci minuti, avvolta dal brusio confuso dei giovani maghi negli scompartimenti. Presto Ginevra avrebbe ingaggiato una squadra di ricerca pensando che le Serpi l'avessero rapita e presa come ostaggio. Ancora rimuginando sulle ambigue parole di Blaise tornò al suo posto e si sedette, con Grattastinchi che le faceva le fusa, accoccolatolesi in grembo. Cosa ci trovassero mai di pericoloso in quel gatto non lo aveva mai capito.
-Che suono strano che fa quella bestiaccia! Non trovi anche tu, Harry?- disse Ron guardandolo con disgusto.
-Non essere sciocco, Ronald. Sei tu la bestiaccia qui e Grattastinchi sta solo facendo le fusa!- gli rispose Hermione, come punta da una vespa.
Non sopportava che lui, proprio lui, osasse trattare male la sua piccola palla di pelo color tramonto. Sosteneva addirittura che il suo colore fosse simile a quello della salsa tonnata andata a male, e lui odiava la salsa tonnata anche quando era perfettamente commestibile.
-Sarà, a me sembra il calderone di Seamus durante l'ora di Pozioni- rise lui dando di gomito al suo amico.
Harry non riuscì a trattenere un risolino, che gli sfuggì involontariamente dalle labbra prima che potesse impedirlo.
Si guadagnò una delle più brutte occhiatacce che la Granger gli avesse mai rivolto e si affrettò a scusarsi: -Mi dispiace, ma devi ammettere una volta per tutte che quel gatto sta progettando di ucciderci nel sonno. È innaturale e profondamente  destabilizzante il modo in cui ci fissa ogni volta!
-Quisquiglie! Forse vi guarda così perché non smettete mai di tormentarlo! E vi sta bene! Fossi in lui vi userei come giochino per affilarmi gli artigli!- replicò lei accarezzandolo amorevolmente mentre quest'ultimo tremolava scosso dalla goduria che provava nel farsi lisciare il manto.
Come se avesse compreso di essere stato appena difeso a spada tratta, il micio miagolò malefico e oscillò la coda soddisfatto, lanciando uno dei suoi soliti sguardi taglienti e superiori a Ron, che dal canto suo non faceva altro che ripagarlo con la stessa moneta, bruciato dalla sconfitta.
- Con me ci ha provato, ad affilarsi gli artigli- bofinchiò facendogli una smorfia e guadagnandosi un soffio adirato e stizzito del diretto interessato.
Hermione alzò gli occhi al cielo. Non aveva alcuna speranza né voglia di far cambiare idea a quello stupido idiota.

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⏰ Última actualización: Oct 25, 2017 ⏰

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