10.

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<<Siediti...>>

Hermione gli indicò una delle due poltrone di chintz vicina alla finestra. L'unica luce che li illuminava era data dai raggi fiochi della Luna.

Con un colpo leggero di bacchetta fece comparire del the caldo sul tavolino, che Malfoy trasfigurò in Whisky Incendiario, due secondi dopo.

Rimasero in silenzio, mentre si osservavano di sottecchi, l'uno all'insaputa dell'altro.

Lei col suo pigiama informe e i suoi soliti capelli disordinati e cespugliosi.

Lui impeccabile come sempre, nonostante il freddo, nonostante la compagnia...

In 13 anni non si erano mai guardati in questo modo.

Malfoy era troppo preso dalle sue convinzioni, dalle sue parole, e troppo stupido per accorgersi che a volte, le parole, fanno più male di una maledizione cruciatus.

Ed infine era troppo pigro per muoversi da comode convinzioni, a cui però, nel profondo del suo cuore, non credeva poi tanto.

Ed Hermione era Hermione...
Da 13 anni non faceva conto che sulle sue forze per andare avanti, costruire se stessa, e difendere orgogliosa il suo sangue sporco, da quelli come Malfoy.

E ora si trovava proprio davanti a lui, e gli aveva chiesto di restare.

<<Granger.. Cosa ci faccio qui?>>

Cosa ci faceva Malfoy nella sua stanza? Non lo sapeva neanche lei, forse.

<<Questo è l'unico posto in cui i ricordi non mi fanno male.>> ripeté Hermione, guardandolo.

Lui si fece più attento, bevendo un sorso abbondante del suo whisky.

<<Sono tornata a casa dei miei e genitori qualche anno fa, dopo la guerra. Dimenticai che avevo modificato i loro ricordi, spedendoli in Australia per proteggerli.>>

Draco flettè involontariamente il braccio sinistro, il braccio marchiato.

Pelle candida e maledetta.

<<Andai in Australia, per cercarli, per restituire loro la memoria e la vita che avevo cancellato. Ma mi condussero davanti alla loro tomba. Vidi la foto dei miei genitori col nome di altri.
Non potevo restare lì.
Mi smaterializzai in Inghilterra, per fortuna senza conseguenze. Non avevo mai fatto un'Intercontinentale. Mi seppellii in quella casa, cercando di mettere a tacere il dolore con la fatica di ripulirla. Da chissà che cosa, poi. In ogni angolo, c'era un ricordo mi assaliva con prepotenza, e quando giunsi nella mia vecchia camera...
Beh non sapevo di aver accumulato casse di foto, oggetti e libri di quando ero ad Hogwarts.. C'era anche una di quelle spille del Torneo Tre maghi, bloccata su 'Potter fa schifo'.>>

Draco sorrise.
La ascoltava attento, piegato in avanti con i gomiti sulle ginocchia, e le mani giunte davanti a sé.

<<Si.. Ad oggi, la ritengo la mia trovata migliore, in effetti..>>

Hermione sorrise e continuò, anche se non sapeva bene cosa la spingeva a continuare.

<<Aprire quelle scatole fu come usare una Giratempo. Quanti ricordi... Le foto con Hagrid, Harry e Ron, i gemelli...
Quando vidi le foto con Fred, fu come aver fatto un buco in una diga.
Mi tornarono alla mente tutti quanti... Sirius, Malocchio, Dobby, Remus, Tonks...
Mi ricordai di Teddy, e quando venni qui, quell'inverno, in uno di questi giorni, Andromeda mi accolse a braccia aperte, senza dire niente.
Dietro di lei scorsi un bambino che camminava a passi incerti, un ciuffo di capelli verdi che divennero blu quando vide Andromeda. Lo presi in braccio, dicendogli il mio nome e lui mi mise una manina sul viso.
'Mioe..' disse, ed io scoppiai a piangere, per la prima volta, dopo tanto tempo. Lo abbracciai forte, sussurrando il suo di nome 'Teddy, Teddy..'
Rimasi lì con loro, costruendomi nuovi ricordi felici, nuovi ricordi che non possono farmi male.>>

Finì il suo the e si alzò avvicinandosi alla finestra.

Quanto è bella la Luna.. È più reale, più vera di qualsiasi altra cosa si trovasse lassù.
Completa, incompleta, grande, piccola.
Un po' come la sua vita.
Si sentiva un po' incompleta.

<<Non vedevo l'ora di andare ad Hogwarts..>> fu Draco a parlare, e lei si girò ad ascoltarlo.

<<Non aspettavo altro, da quando avevo sette anni... Volevo che mio padre fosse fiero di me, volevo diventare un buon Malfoy com lui... Gesti, parole, espressioni... Convinzioni...>>

Fece una smorfia, poi continuò.

<<Ad Hogwarts però non era come a casa. Non ero il primo, non ero l'unico.. E poi c'era Potter..
Ne avevo le palle piene da bambino quando mio padre parlava di Voldemort.. Potter con la sua cicatrice, Potter con la sua fama, Potter con i suoi amici!
Amici... Siete stati tu e Weasley la cosa che più ho invidiato a Potter...>>

<<Cosa significa?>> chiese lei, con un filo di voce.

<<Che non avevo amici... No... Tigre e Goyle non erano ciò che si definisce buoni amici... E Zabini, per carità, mi stava davvero sulle palle.
Solo Theodore Nott era ciò che si avvicinava di più ad essere un amico... E mi sopportava, Dio se lo faceva.
È stato l'unico a cui ho mostrato il marchio vergognadomi di me stesso, e non vantandomi come un idiota.
Ripulire il nome della mia famiglia, proteggerla.. Era per questo che mi feci marchiare, tra preghiere e bestemmie perché tutto finisse presto...
Non uccisi Silente, e non perché la mia redenzione era vicina... Non lo feci, perché ancora una volta non fui capace di agire.
Ho visto Voldemort uccidere e torturare tante volte, ma a me sembrava difficile, oltre che orrido.
E poi Potter ha vinto, e ti confesso che ho tirato un respiro di sollievo.. Ma non glielo dire, ho ancora una reputazione da difendere.>>

Sorrise.
Ed Hermione non poté fare a meno di pensare che Malfoy, al chiaro di Luna, le piaceva.

<<Mio padre è morto quattro anni fa, e mia madre è molto malata, anche se non sembra.. Tra qualche mese, andrà via anche lei.>>

Si alzò e le fu accanto, le mani affondate nelle tasche dei pantaloni e uno sguardo vuoto, vacuo, che Hermione non poteva sopportare.

Lo abbracciò con forza, con un calore che Draco non pensava potesse esistere.
Ricambiò esitante, e non per qualche ragione di sangue.

Ma perché anche Draco non era mai stato molto propenso ai contatti umani.

Non fu un abbracciò normale.

Era uno di quegli abbracci che contano.

Non si abbracciarono e basta, sapevano che non era così.
Si memorizzarono a vicenda, constatando che il profumo dell'altro era decisamente un buon profumo, un vago sentore di casa, che entrambi ormai avevano dimenticato cosa significasse.

Hermione si staccò, rimanendo però tra le sue braccia.

<<Nel mondo c'è ancora tanta bellezza... Dovunque... Anche quando non te ne accorgi.>>

E Draco pensò che era vero, che lei, per esempio, ne era la prova.
E la baciò.
Per la terza volta.

Fango e NeveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora