Parte I

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Il vascello che aveva davanti a sé era qualcosa che non aveva mai visto prima. Il design, la composizione e la traccia plasmatica assente erano dati sconosciuti anche al computer di bordo, che in quel momento non smetteva di emettere allarmanti bip e fastidiose spie rosse. Sullo scanner primario, al posto della solita scansione olografica della nave identificata, solo una serie di caratteri e numeri senza senso.

Ogni cellula del suo corpo era come sospesa tra fuga e curiosità. La mano sinistra stringeva in una morsa la leva dei motori ormai spenti. A pochi centimetri da essa dietro il pannello trasparente dello scanner, fluttuava in diretta rotta di collisione un veicolo non identificato la cui forma ricordava un sole, con sezioni mobili dello scafo a formare i "raggi". Al centro, protetta da una membrana trasparente, quella che ipoteticamente doveva essere una cabina di pilotaggio, ma dietro di essa nessun pilota, sembrava invece ci fossero quelli che chiamereste "organi", pulsanti e vivi.

Nei pochi secondi trascorsi dall'avvistamento nessuna richiesta di comunicazione radio era stata ricevuta, l'unica cosa peculiare era che stava emettendo qualche tipo di segnale intermittente che il computer di bordo trasformava in assordanti suoni monotoni a diverse tonalità che facevano vibrare ogni ossa del suo corpo insieme ai 50 metri dello scafo della sua HOPE SUMMERS classe Keelback.

Non avendo una lettura chiara dalla strumentazione l'unica analisi possibile che Zack potesse fare era che quella che aveva davanti non era tecnologia umana.

Non era così che aveva immaginato di concludere quella pessima giornata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 18, 2017 ⏰

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