~Cavoli e cavolate~

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Nacqui sotto a un cavolo o così volevano farmi credere o credevano che non capissi un cavolo e mi dissero che i bimbi nascono lì. Cavolo o no, non so perché si menta, non lo concepisco, e le bugie sì che son cavolate, ora capisco il senso della frase. Apri la bocca e di' quel che pensi o meglio quel che menti, che tanto i sentimenti, oggi come oggi, son tutti spenti, espressioni dementi di menti che viaggiano a stenti, povere di intenti, piene di turbamenti. E in un turbinio finisce il mio pensare perché non lo so fare. Preferisco tentare e non abusare del parlare, che poco e spesso porta solo a rancore e male. C'è a chi piace e a chi ne è dipendente. Chi ne lecca la bava che cola per quanto ne sia assetato o assalito e di saliva è imbrattato, famelico lo bracca, pensando di acchiapparlo. Un pensiero non è carne, ma te la fa desiderare. Arde delle impronte che tastano l'intastabile. Lui sfugge negli spazi delle dita e si annida nella tua testa. Ma rifletti: se non è vero, cosa cavolo ti resta?

Sbocchi EmaticiWhere stories live. Discover now