A demon in my head, a demon in me

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E' un casino per me spiegare questa situazione, non l'ho mai fatto prima d'ora e non pensavo che sarebbe mai accaduta una cosa del genere. Sono sempre passato per il ragazzo perfetto, con ottimi voti a scuola e un grosso numero di ragazze che gli vanno dietro, o almeno mi sarebbe piaciuto se fosse andata così, ma purtroppo la mia vita ha preso una piega diversa. Ma iniziamo da capo

Sono Luck e ho otto anni. Molti mi chiamano lecchino, ma non so che cosa voglia dire; penso però che mi prendano in giro, lo riconosco dai comportamenti che i miei compagni hanno verso di me: si lanciano tra di loro la mia cartella, mi rubano la merenda, mi fanno cadere tutto quello che ho sul banco... insomma tutti atteggiamenti che non mi piacciono. Forse è per questo che nessuno di loro è mai diventato mio amico, o meglio un amico ce l'avevo all'inizio, poi ha deciso di mettersi contro di me e di prendermi in giro insieme a tutti gli altri. Eravamo davvero grandi amici. Passavamo intere giornate insieme e stava sempre con me quando gli altri non volevano starci, ma da un anno a questa parte è tutto cambiato: ha iniziato a venire sempre meno a casa mia fino a non venire più, ha iniziato a non invitarmi a casa sua e a non salutarmi quando mi vedeva per strada, se arrivavo io si alzava e se ne andava immediatamente e a scuola si metteva sempre a due banchi di distanza. Ho iniziato a odiare la scuola e ad uscire sempre meno per trovare rifugio nel mondo fantastico dei libri. I miei genitori hanno pure iniziato a litigare per colpa mia. Mamma dice che è colpa di papà se non esco perché è sempre a lavoro, invece papà dà la colpa alla mamma perché sta sempre al telefono. Ma io so che non è colpa loro, avrò fatto sicuramente qualcosa di sbagliato. "Domani gli andrò a chiedere scusa" questa è la frase che ripeto sempre ogni sera, e ogni mattina non mantengo mai la promessa.

Sono Luck e ho dieci anni. Sono passati due anni da quando Andy ha deciso di non parlarmi e io non credo di aver fatto niente per provare a riprendermelo. Ogni giorno mi ripeto la stessa frase e un giorno farò quello che dico, ne sono sicuro. Nel frattempo ho quasi finito la quinta elementare, non vedo l'ora di iniziare la nuova scuola, questa la odio. Sono sicuro che mi farò tanti nuovi amici.

Mamma inizia a parlare sempre meno al telefono, ma il tempo restante non lo passa con me: sta quasi tutte le sere dalla nonna; ma io so che non è così: lei va in uno di quei locali che stanno aperti la notte in città . Papà però torna sempre più tardi dal lavoro.

Sono Luck e ho dodici anni. Ormai nella mia classe sono quasi tutti più grandi di me, vengono bocciati in continuazione e i comportamenti di questi nuovi ragazzini non è diverso da quello che avevano verso di me i miei compagni delle elementari. Odio anche questa scuola oramai e non sono più tanto sicuro che potrò mai più ritornare a essere amico di Andy. Lui ha iniziato a fumare e a frequentare cattive compagnie. Nel frattempo papà non torna proprio da lavoro e sta via per interi giorni, mamma ha iniziato a bere; ovviamente non lo fa davanti a me, anzi pensa che io non lo sappia, ma non sa che ogni sera sono io a portarla a letto totalmente sbronza. Quando però decide di tornare e la mamma non è sbronza da fare schifo, iniziano a litigare. Pensano che io stia in camera mia a dormire, e invece sono più che sveglio. Qualche volta papà ha pure picchiato la mamma e molte di queste volte sono anche intervenuto. Il tutto finisce con mia madre che se ne torna di nuovo a bere seduta alla sedia in cucina, io che vengo picchiato da mio padre e mio padre che mi urla contro dicendomi che tutto questo è soltanto colpa mia; poi prende la sua giacca e se ne esce di nuovo per poi ritornare dopo altre settimane.

Solo Luck e ho sedici anni. Da qualche anno sto sempre chiuso in camera mia con tapparelle e finestre quasi sigillate. Finalmente ho capito perchè papà non torna quasi mai a casa: ha l'amante. La mamma ovviamente lo sa da diversi anni ma io ci sono arrivato soltanto adesso: non ci volevo credere prima di ora. Lei preferisce stare sempre con la faccia dentro qualche bicchiere pieno di alcool e con decine di bottiglie vuote sparse sul tavolo. Passa la maggior parte del tempo a dormire sul tavolo e quando papà torna a casa, se torna, è sempre a letto. Quelle poche volte che sto fuori casa vengo massacrato di calci e pugni solo perchè non sono come loro. Cosi ho iniziato anche io a frequentare cattive compagnie come Andy. Non so che fine abbia fatto, la mia promessa non l'ho più mantenuta. Ho iniziato a dire ai componenti del gruppo quali sono i miei problemi riversando su di loro tutta la mia rabbia; ho spinto molti di loro a drogarsi e a tagliarsi; due sono anche morti a causa mia. Non me lo perdonerò mai. Eppure questo mio comportamento di dire agli altri che il mondo non se ne fregherà mai niente di loro non vuole andarsene. Il mostro che dormiva dentro la mia testa ha deciso di svegliarsi e adesso sta iniziando a prendere completamente il controllo di me. Forse l'ha già fatto da un bel po' e solo ora me ne sto accorgendo.

Sono Luck e ho diciassette anni. Sempre più ragazzi che mi stavano vicino sono morti, li ho spinti io. Non me lo perdonerò mai. E' meglio che le persone mi stiano a debita distanza e per questo ho deciso di andarmene. E non intendo andarmene dalla città , no intendo andarmene da questo mondo. E' giunto il momento che mamma e papà smettano di litigare e che i ragazzi della mia città smettano di morire. Perchè sacrificare così tante vite, così tanta facilità per colpa di un solo e dannato demone?! Devo ucciderlo e per me non c'è alcun modo per tornare indietro. Molti ragazzi del gruppo volevano aiutarmi, ma sono riuscito a rovinare anche loro.

E' stato davvero un casino per me spiegare questa situazione, non sapevo ci sarei mai riuscito. Spero che chi trovi questa lettera possa essere una di quelle persone che ho salvato dal buttarsi già come me e che possa ringraziare per non dover più avere me nella testa che gli dica cosa c'è di sbagliato in lui.

Non ho mai voluto credere di essere un errore, ho sempre cercato di vivere la vita con un sorriso ma alla fine ho soltanto rovinato il sorriso degli altri. Dentro di me sapevo di poter cambiare ma a quanto pare sto morendo provandoci perchè si, io non smetterò mai di provarci, neanche quando sarò morto. Per ora mi piace pensare di star aiutando qualcuno. Magari è così o magari tutto questo non serve assolutamente a niente, eppure sento di doverlo fare.

-Luck

Da soliWhere stories live. Discover now