II

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Qualcosa iniziò da Bang Yongguk, il giorno in cui l'estate iniziava e un raggio di sole gli balenò accanto, costringendolo a socchiudere un occhio.

Se ne stava seduto sul divano come se avesse tanto da dimenticare, con le braccia distese lungo lo schienale e lo sguardo perso tra i resti vuoti e luccicanti di alcune bottiglie di alcool. Il disordine, degradante e triste che i clienti della sera prima avevano lasciato nella stanza, sembrava una presenza viva e pulsante tanto quanto quella dell'uomo che, tutto solo, si era trattenuto nel locale fino al mattino. Un filo di fumo saliva verso il soffitto della stanza, nascendo da una sigaretta che era sorretta dalla sua mano, ondeggiava come se stesse danzando, nella festa dei pensieri di quell'uomo.Alcuni passi si fecero largo nel silenzio, riportando lo strano personaggio alla realtà.

-C'è da pulire. - disse la ragazza che era sopraggiunta nella stanza.

Si guardò intorno analizzando i tavoli del locale, colmi d'immondizia, bicchieri rotti, vuoti, cicche di sigaretta e macchie di alcolici sul pavimento.

Lui si mosse un poco poi si alzò risistemandosi le maniche della camicia, srotolandole fino ai polsi. L'orologio che teneva al polso segnava le sette e mezza del mattino.

-Vai a casa Eunmi, per oggi ci penso io. - disse.

-È un gesto di cortesia per caso? Non è da te!- commentò la ragazza con le mani sui fianchi.

-No è che non ti voglio tra i piedi tutto il giorno. -

Lei gli fece la linguaccia.

-Sei un antipatico! Non capisco proprio perché continuo a lavorare per te! -

-Pago bene, ecco perché non ti licenzi. -

-O forse non lo faccio perché ho pietà di te. -

-Che lingua stamattina! Non hai da fare?-

-Non quanto te. - rispose lei alzando le spalle indicando il disastro che la gente aveva lasciato.

-Sto cominciando a cambiare idea sul fatto di lasciarti la mattina libera...-

-Ah... mmm... va bene me ne vado!-

La ragazza si girò in fretta ma quando giunse quasi fuori della saletta si rigirò con un sorriso sornione dipinto sulle labbra.

-Cos'è quello sorriso inquietante?- fece lui alzando un sopracciglio.

-Ho dimenticato di dirti che lei sta arrivando.-

-Lei chi?-

-L'unica che riesce a tenerti testa. Shin Miran. –

Il giovane fece alzò il sopracciglio confuso.

-Non mi dice niente questo nome strano.-

-Ma come! Mia cugina!-

-Quella con le tette grosse?-

Lei aggrottò le sopracciglia guardandolo con rimprovero e scuotendo la testa.

-Dai chi è?-

-Shin Miran, mia cugina quella che ti aveva legato la bici a un albero coi caricabatteria.-

L'uomo sembrò essere stato appena fulminato in pieno cervello. Indietreggiò quasi barcollando.

-Dio mio, quel mostro, non se ne era andata sette anni fa? Quanti anni avrà ora? Sedici?- parlò esterrefatto.

-Ne ha venti veramente. -

-Spero abbia perso il vizio di molestarmi.-

-Per qualche piccolo scherzo innocente!-

-Piccolo scherzo innocente?-

L'altra si limitò ad alzare le spalle divertita e a dileguarsi senza ascoltare le imprecazioni del giovane.

Egli si guardò nuovamente intorno, rendendosi sfortunatamente conto che, appurata la notizia, il disordine e la sporcizia che doveva pulire il sembravano molto più insidiosi di quel che si aspettava pochi minuti prima.

Ah, Eunji se solo tu sapessi... pensò il ragazzo pregustando l'imminente arrivo di quella ragazza.

-Untold Rain- i diari della pioggia (Bang Yongguk) Where stories live. Discover now