Bucky alzò la mano in modo che il pollice le l'indice mi incorniciassero il mento sostenendomi il capo in modo che non distogliessi lo sguardo.

"Più di quanto tu possa immaginare, Krasotka" rispose con occhi dolci e comprensivi. Poi spostò la mano alla ricerca delle mia ed intrecciò le dita con le mie. "Non sei più sola. Non tornerai mai più qui dopo oggi. Te lo prometto"

La mia stretta sulla sua mano si fece più decisa mentre mantenevo lo sguardo nel suo. In quel momento rimanemmo completamente immobili e ci guardammo intensamente, inconsapevoli della dura realtà che ci attendeva.

In quel momento c'eravamo solamente io e lui, e non avevo più paura.

"Non mi sono ancora scusato per prima" iniziò. L'esitazione nella sua voce ed il leggero tremolio della sua mano nella mia erano impossibili da ignorare. "Mi dispiace davvero tanto. Non volevo farti del male. Ancora"

Contrassi la mascella. L'angoscia ed il senso di colpa lo stavano divorando, ed era intollerabile.

Portai delicatamente le mani sul suo viso e sentii che il suo battito cardiaco accelerò. La sua barba mi solleticava il palmo della mano mentre lo feci voltare verso di me.

"Non scusarti per qualcosa che non riesci a controllare, Bucky. Non mi hai fatto male. Tu sei stato con me quando avevo bisogno di qualcuno durante un momentaccio. Volevo fare lo stesso per te"

Lui passò le dita nei miei capelli e serrò gli occhi per un momento.

"Perché?" la sua voce distrutta era un mero sussurro.

Gli rivolsi un'occhiata confusa.

"Perché tu provi a vedere ciò che c'è di buono in me nonostante tutto ciò che ho fatto? Dovresti aver paura di me"

"Perché tu l'hai visto in me" ammisi dolcemente prendendo una ciocca dei suoi capelli tra le dita. "Mi hai salvata. Dall'incendio, dall'Hydra e dalla mia stessa mente. È sempre stato merito tuo"

Gli accarezzai una guancia e sentii che il suo respiro agitato si calmò.

"E non potrei aver mai paura di te, Bucky" proseguii. "Ho solo paura di perderti causa i tuoi demoni. Fin quando sarò viva farò di tutto per batterli. Se me lo permetterai, io resterò"

Bucky chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. Si abbassò in modo che le nostre fronti si toccarono. Quando li riaprì ritrovò i miei, ed io divenni immediatamente cosciente dello scorrere del tempo e di come temevo di non avere più una possibilità di vederlo così aperto, ora che i nostri muri erano stati abbattuti per un volta.

"Moye solntse", sussurrò.

Senza ulteriori indugi premetti le labbra sulle sue in bacio assolutamente non trattenuto. Era come se entrambi avessimo desiderato a lungo questo momento. Il modo in cui mi strinse a sé in modo che non ci fosse spazio tra di noi, era un qualcosa di disperato, appassionato, meticoloso ed assolutamente assorbi-anima.

Passai le mani nei suoi capelli e strinsi il suo labbro in un morso delicato tra i baci. Gli accarezzai la nuca e sentii i suoi muscoli tendersi al mio tocco.

Le sue braccia mi circondavano e fu impossibile non reagire quando la sua lingua si fece spazio nella mia bocca.

Rilasciai la mia presa improvvisamente e mi distaccai in modo riluttante quando sentii dei passi avvicinarsi.

"Sembra che abbiamo un pubblico" sussurrai con un sorriso.

Bucky si irrigidì tenendo un braccio attorno ai miei fianchi, e si voltò verso la porta.

Steve e Sam ci guardavano stupefatti.

"Uh, non posso dire di esserne sorpreso, ma abbiamo qualcosa di urgente da fare" mormorò Sam lentamente. Steve si limitò a guardarci con un sorriso malizioso in volto.

Mi allontanai appena da Bucky. "Giusto, stavamo solo-"

Sam scosse il capo con un sorriso sulle labbra. "Non dovete inventarvi niente, abbiamo tipo visto tutto"

Mi morsi il labbro e sorrisi a Bucky, il quale stava guardando Sam.

"Forse dovrei..." dissi imbarazzata dando una strizzata alla mano di Bucky per rassicurarlo prima di dirigermi verso l'uscita. Sfoggiai un sorriso tirato ed ignorai gli sguardi maliziosi di Sam e Steve.

"Che c'è? Non avete niente di meglio da fare?" sentii dire Bucky a Sam facendo ridacchiare Steve.

In quel preciso istante, quando i miei stivali neri entrarono in contatto con lo spesso strato di neve per unirmi al resto del team, dentro di me provai una sensazione che non avevo mai percepito nella mia esistenza senza fine.

Nonostante mi trovassi essenzialmente alla porta dell'inferno, la paura soffocante se n'era quasi andata. Mi sentivo pronta per qualsiasi cosa ci attendesse dall'altro lato del portone della base.

Decisi che dato che sarei andata all'inferno l'avrei fatto come si doveva.


Eyes on Fire ★ |ITA|Where stories live. Discover now