Capito 16 - parte due

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La moto accellera, quei pochi centimetri di distanza che ho cercato di fare se ne vanno. Più accellera e più io mi avvicino. Lo fa apposta. Ho le coscie troppo vicine alle sue. Sento un calore sul mio viso segno del mio imbarazzo. Ho le mani circondate sul suo addome, facendo così aderire il mio petto con la sua schiena. Il mio battito cardiaco aumenta. Appoggio il capo sulla sua spalla e chiudo gli occhi, per colpa dell'aria.
Giuro che appena scendo dalla moto gli urlo contro!! Il vento scompiglia i miei lunghi capelli. Sento il fresco dell'aria che colpisce contro la mia nuca, facendomi rabbrividire. Sento il motore della moto sentirsi sempre di meno fino a quando non ci fermiamo. Appena vedo in che posto siamo, tutta la voglia di urlarli contro è sparita. Io ho deciso di venire con lui e andrò fino in fondo.

Siamo davanti un palazzo abbandonato. Ha quattro piani, alcune finestre sono rotte, le altre sono intatte con il vetro sporco. Un puzza di piscio invade le mie narici.
Il biondino scende dalla moto, senza neanche guardarmi. Sento un miagolio vicino alla porta, abbasso lo sguardo dal brutto palazzo e lo porto all'animale. Un gatto, mal nutrito, sporco e dalla sua testa si può notare tre mosche girarli in torno. Mi stringo tra le braccia per il disgusto.
《Dove siamo?》chiedo appena scendo dalla moto, mi concentro di guardare Christian che è girato di spalle. Non voglio vedere quel orrendo gatto. Se lo guardo troppo sicuramente me lo sogno anche.

《Nel mio posto.》L'intonazione della sua voce non promette nulla di buono. Ha un compito in sospeso con me, e non vede l'ora. Sono tesa come una corda di violino, anche quando mi avvicino dietro le sue spalle. Sembra che cammino come un robot.
Con la coda dell'occhio noto che
guarda con ammirazione quel palazzo.
Come se fosse qualcosa di speciale. Questo quartiere non mi piace. Se non ricordo male mia sorella mi ha detto che vicino dove abitiamo, a soli 3 km c'è un quartiere non molto bello. Dice che spacciano droga, giri clandestini con le auto e altre cose illegali. Mi tremano le gambe non dal freddo ma per la paura. Perchè mi ha portata qui?

Christian mi fa cenno con la mano di seguirlo, senza staccare lo sguardo dal palazzo. Ho la gola secca. Do un occhiata a quel gatto, faccio un grande sospiro per poi andare da lui.
Entriamo. I muri sono sporchi, il pavimento pieno di polvere e pezzi di vetro sparsi in giro. Al centro c'è la scala che porta ai piani. Non mi piace per niente questo posto e non piace che cosa ha in mente Christian.
Saliamo le scale e noto che negli scalini ci sono cartaccie, lattine di
red-bull e bottiglie di vetro di birre. Non c'è il riscaldamento da nessuna parte. Il freddo ti penetra le ossa. Mi stringo di più tra le mie braccia per riscaldarmi. Ma credo che questo non servi a niente. Christian invece va avanti come niente fosse. Ma come cavolo ci riesce questo? Non sente freddo? Cos'è un vampiro? No. Impossibile quelle cose non esistono.
Andiamo fino all'ultimo piano. Christian si avvicina a una porta e con un colpo secco con la gamba la apre. Rimango sorpresa dalla sua forza e come un leone infuriato. I suoi capelli fluttuano per un secondo per poi ri tornare spettinati sulla sua testa.

Appena si gira verso di me, le sue sopracciglie si innarcano. Ha il viso duro. È incazzato nero. Lo sentito per tutto il viaggio anche quando ci siamo allontanati da scuola. I suoi occhi sono pieni di rabbia. In un secondo mi prende per il braccio e mi butta nella stanza. Sono stesa sul pavimento e sto tremando di paura. Ho lo sguardo fisso per terra. Ho paura di guardarlo. Se io non sbucavo così fuori dal nulla e Christian e Jhon non si mettevano a discutere per me. Io sicuramente non sarei qui. Ma dalla mia amata sorella.
Un odore di sigaretta mi riporta alla realta. Quello che fuma tra noi due è Christian. Lo sento buttare il fumo prima di parlare.
《Disolito vengo qui per schiarirmi le idee. Ma non oggi.》La sua voce fredda e dura mi fanno raddrizzare i peli sul mio collo. Dal suo respiro forte butta una nuvola di fumo.
Sento i suoi passi avvicinarsi e lentamente si china alla mia altezza. Ogni secondo o minuto che passa cerco di trattenere le mie lacrime.

Tiro indietro il braccio quando capisco cosa vuole fare. Ma lui melo afferra e in una frazione di secondi, quella maledetta sigaretta che aveva tra le dita, la spegne sul mio braccio. La mia pelle viva brucia al contratto della sigaretta. Un urlo bello e forte di dolore esce dalla mia bocca.
《Basta ti prego!!!》Le mie lacrime bagnano il mio viso. Appena lascia la presa sul mio braccio sento la pelle pulsarmi nel punto in cui la spenta. Tiro il braccio verso di me e soffio cercando di calmare il bruciore.
《Tu prova di nuovo ad alzare il tuo ginocchio sul mio cazzo e il tuo corpo diventerà una poltiglia. Te lo ripeto un ultima volta. Stai giocando con il fuoco mocciosa. E quando ti dico di tenere la bocca chiusa lo fai. Hai capito!?》Le sue parole sono come lame taglienti. Io sono la sua maledetta preda. Non li rispondo e mi limito a guardare il mio braccio. E questo lo fa ancora più arrabbiare. Mi prende il viso con le sue enormi mani e lo avvicina al mio. I suoi occhi sono cupi come un mare in tempesta. Ha il viso contratto dalla rabbia.

《Hai capito?》《S-si...》sussurro così piano che a malapena riesco a sentirmi. Christian prende di nuovo il mio braccio e lo avvicina alle sue labbra. Provo a toglierlo ma ricevo in cambio un occhiattaccia.
《Stai ferma!》Mi rimprovera con prepotenza. Non li è bastato quello che mi ha fatto? Non si rende conto!? E poi pretende che io sto ferma.
Sussulto appena la sua lingua tocca la mia pelle. La tocca con delicatezza. Come una piuma, l'unica differenza e che è la sua saliva. Non mi faschifo. Traccia una scia di saliva. Sento piano piano il dolore diminuire. Una piacevole sensazione si impossessa del mio corpo uscendo un piccolo gemito. Ma che diavolo mi prende? Quando finisce vedo slacciarsi la sua giacca di pelle. Prende il bordo della maglia e lo strappa facendo una striscia, per poi metterla sul mio braccio.
Quando ha finito cerco di alzarmi, ma il bastardo mi prende una terza volta per il braccio e mi spinge verso di lui. Ho la schiena appogiata al suo petto massiccio. Il suo respiro e regolare, invece il mio no.

《Non così in fretta!》Mi gira il viso verso il suo. Noto un luccichio nei suoi occhi. Adesso è troppo vicino mi manca il respiro. Il mio labbro inizia a tremare. Ho paura. Sento una lacrima scivolarmi sulla guancia e lui l'asciuga con il suo pollice. Sfiora le sue labbra con le mie e manda il mio cervello in tilt.
Come quella volta in discoteca io mi sento attrata. Siamo come due calamite. Chiudo gli occhi sconfitta e automaticamente schiudo le labbra. Ecco che le sue adorabili labbra reclamano le mie. La sua lingua si fa spazio e cerca la mia. Quando rispondo al bacio le nostre lingue danzano tra loro. Assapora la mia lingua e io faccio lo stesso. Il suo sapore è di tabacco. Stringo le gambe sentendomi eccitata, mi sento bagnata. Christian appoggia una mano sul fianco attirandomi più vicino. Sento qualcosa di duro dietro il mio fondo schiena, intuisco che anche lui è eccitato. I nostri respiri si fanno più pesanti. Ho il cuore che mi batte a mille. Siamo solo io e lui.
Questo bellissimo momento viene interrotto dalla suoneria del mio telefono. Sbatto le palpebre due o tre volte per riprendere lucidità. Appoggio una mano sul suo petto e lentamente mi allontano. Christian infastidito impreca sotto voce. Prendo il telefono e sul Display c'è scritto il nome di mia sorella. Ringrazio mentalmente Ines per aver chiamato. Non so a che punto mi sarei spinta.

Travolta da te! ( IN REVISIONE )Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu