°2°

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Guardo il muro, confusa.

Siamo arrivati? Ma abbiamo solo attraversato il corridoio.. C'è una parete qui.

Tony si avvicina, con quella sicurezza che tanto gli invidio, e picchietta contro la superficie lucida e fredda del muro. Un piccolo monitor compare dal nulla.

Deve essere un ologramma, mi dico. Dopo aver inserito una sequenza di lettere e numeri, una voce robotica ci comunica: "Accesso accordato"

Non capisco. Cosa..?

Poi una sezione della parete scompare rivelando un'entrata a me sconosciuta. Tony entra nella stanza e la porta si richiude alle nostre spalle.

Non riesco a credere ai miei occhi.
Pareti chiarissime e elegantemente ornate mi danno il benvenuto nella camera da letto più grande che abbia mai visto.
Non per essere esagerata, ma il mio vecchio appartamento probabilmente era più piccolo.

Gli interni sono arredati con gusto, le luci soffuse conferiscono al luogo un'atmosfera romantica. Poi ci sono un sacco di riferimenti alla mitologia greca, che a me piace tanto.
I quadri, i soprammobili.. è tutto perfetto.
Il letto è l'elemento più ingombrante, eppure si integra magnificamente con il resto del mobilio: un letto a due piazze, costellato da cuscini, con un gran baldacchino che lo copre interamente.
I colori prevalenti sono il bianco, l'argento e il color crema, che sono perfettamente bilanciati all'interno di questo paradiso del design.

E come fiore all'occhiello, l'enorme vetrata che offre il panorama di New York, la città che non dorme mai, ai miei occhi increduli.

- Che cosa ne pensi? Ti piace? - mi chiede Tony sottovoce, cercando di nascondere il crescente orgoglio che pian piano emerge dalle sue parole.

- È spettacolare, Tony. - rispondo, senza neanche essere sicura che lui mi abbia sentita.
- È per me? - mormoro.

- È per noi. -

Arrossisco. - Voglio che tu sappia che tu sei speciale e non smetterò mai di ripeterlo. Volevo chiudere con il passato, definitivamente. E così ho creato un posto speciale, un posto dove possa amarti senza paura. Dove il passato non possa raggiungerci. Ci siamo solo noi noi, adesso. -

Sono commossa. Sorrido dolcemente mentre vengo fatta sedere sul letto. - Grazie..amore. -
mormoro, rossa in viso.

Lui mi bacia la fronte e sorride a sua volta. Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, poi abbasso lo sguardo, in imbarazzo.

Cosa dovrei fare? Mi sento un po' a disagio.. Si aspetta qualcosa da me? O devo aspettare che faccia lui la prima mossa?

- Angelica. -

- S-Sì? -

Non ho il tempo di fare nulla perché Tony si è seduto di fianco a me e mi ha messo le mani tra i capelli.
Poi con un movimento improvviso, si è avvicinato al mio viso e mi ha baciato castamente sulle labbra. Si è allontanato da me per qualche istante e ha ripreso a baciarmi. Prima con leggerezza, poi più languidamente. Questi non sono i baci a cui sono abituata; sono baci avidi, passionali e quasi violenti.
Baci che significano solo una cosa.

Ti voglio e ti voglio ora.

Senza che me ne accorga, sto ricambiando le sue attenzioni con altrettanti baci, anche se mi sento un po' a disagio perché so di non essere un granché.

- Se non te la senti possiamo anche non-

- No. Ti ho fatto aspettare anche troppo. Direi che te lo meriti, Tony. - lo interrompo, cercando di dimenticare le mie preoccupazioni. Gli accarezzo una guancia e lo esorto a continuare, mascherando le mie paure.

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