La mattina seguente mi svegliai spaesata e confusa. Non ricordavo dove mi trovassi e cosa mi fosse successo. Sapevo solo di essere senza vestiti su un letto sconosciuto in un luogo sconosciuto.
La luce del sole filtrava attraverso la finestra che dava su una aiuola di fiori con tanto di fontana con gli uccellini.
Le morbide lenzuola mi avvolgevano il corpo e i miei vestiti sembravano essersi volatilizzati.
Xavier comparve sulla soglia della porta con un bicchiere d'acqua in mano.
Il ragazzo indossava solamente un paio di jeans e aveva i capelli scuri totalmente spettinati.
Avvampai.
Si avvicinò e mi porse il bicchiere d'acqua e due aspirine.
«Dovrebbero aiutare.» mi disse.
In effetti, avevo un grande mal di testa che seguiva quella dannata amnesia.
Non dissi niente e accettai la sua gentilezza.
«Ricordi qualcosa di ieri?» mi chiese sedendosi sul bordo del letto.
Probabilmente avvampai ancora di più.
Scossi la testa e abbassai lo sguardo sul bicchiere.
«Niente di niente?» insistette.
Scossi nuovamente la testa.
Lui allungò una mano e la posò sulla mia, ma io la ritirai di scatto, come se mi avesse bruciata. Rovesciai l'acqua sulle lenzuola.
«Oddio, scusa.» balbettai mortificata.
«Lascia. Ci penso io. Vado a prenderti qualcosa da mettere.» replicò il ragazzo allontanandosi.
Ormai sola, cercai di fare mente locale.
Della sera prima avevo solo un grande buco nero, ma avevo la sensazione che fosse stata una serata orribile per qualche motivo.
L'unica cosa che ricordavo era Janette che mi sparlava alle spalle e io che iniziavo a bere.
Avevo bevuto perché forse, infondo, mi ero affezionata a Janette.
Trovai il mio telefono per terra e lo raccolsi immediatamente.
Mia madre mi aveva chiamata una ventina di volte la sera precedente e non le avevo risposto nemmeno una volta. Sapevo che sarei stata nei guai una volta a casa.
«Ho fatto sapere a Jude che stavi a dormire qui con Janette.» disse Xavier lasciandomi dei vestiti puliti da ragazza sul letto.
«Sono di Janny, spero ti vadano bene.» commentò.
Annuii e ringraziai di nuovo.

I giorni seguenti, all'Accademia, evitai Xavier in tutti i modi e infondo non era difficile dato che avevamo solo pochi corsi in comune.
Tentai spesso di ricordare cosa successe quella notte ma senza buoni risultati se non flash di mani su di me.
Per caso, sentii dire che un membro della squadra di basket era stato cacciato dalla scuola. Temendo che si trattasse di Xavier corsi verso la palestra e trovai i ragazzi ad allenarsi. Di Xavier nessuna traccia.
Raggiunsi Jude che stava parlando con un'altra studentessa e lo fermai.
«Dov'è Xavier?» chiesi preoccupata.
Jude mi guardò stupito, sgranando i suoi occhi blu.
«Perché lo chiedi?»
«Dimmi solo dov'è.» insistetti.
«Sta parlando con mia sorella lassù.» commentò la ragazza di che non avevo nemmeno considerato.
Sapevo chi era. Jillian Sutton, quella che si diceva essere la ragazza di Jude.
Guardandola bene capii immediatamente cosa ci avesse trovato mio fratello in lei. Era uno schianto. I capelli erano tendenti al biondo ed erano raccolti un un'elegante coda di cavallo. I suoi occhi sembravano brillare di luce propria come cristalli d'ambra. Il volto era delicato come un bocciolo di un fiore e la divisa scolastica su di lei sembrava un pezzo d'alta moda.
Alzai lo sguardo nella direzione indicata e vidi Xavier, in divisa, flirtare con una ragazza dall'aria seccata.
Riconobbi anche lei. Wren Sutton, la studentessa migliore di ogni corso che avevamo in comune e probabilmente di tutti quelli che frequentava.
Vidi la ragazza voltarsi ed andarsene senza nemmeno avvertire la sorella e Xavier seguirla con lo sguardo.
Mi avvicinai a lui e dissi:«Hai una cotta per Wren Sutton.»
Xavier sobbalzò.
«Ah, sei tu.» borbottò.
«Non dire idiozie, non ho una cotta per lei.» negò.
Gli sorrisi.
«A chi la dai a bere?» ridacchiai.
«Pensala come vuoi. Resta il fatto che non è così.» sbuffò.
«Comunque ho sentito che uno della vostra squadra è stato cacciato. Che è successo?» chiesi sedendomi accanto a lui.
Vidi Xavier irrigidirsi.
«Uh, beh... Era un bastardo e si è scoperto che ha stuprato diverse ragazze della scuola. Hanno testimoniato in molte.» spiegò.
«Oh, ma è terribile.»
«Non potevo fargliela passare liscia.» lo sentii dire.
«Quindi, è merito tuo.» sorrisi.
«Ma ora vi manca un titolare molto bravo. Vincerete il torneo anche quest'anno?» chiesi per cambiare argomento.
«Non abbiamo bisogno di quella feccia per vincere. Ma se sei così preoccupata puoi fare il tifo per noi. Magari ti unisci alle cheerleader.» mi prese in giro.
«Sì, come no.» affermai alzando gli occhi al cielo.

Insicura (COMPLETA)Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum