Resta

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Erano passati nove mesi da quando Nezumi se ne era andato.
"-Era un bacio d'addio?-
-Era una promessa.-"
Le ultime parole che si erano detti, dopo quel bacio veloce ma intenso.
Shion sognava spesso Nezumi. A volte si svegliava nel cuore della notte, perché il suo sogno si trasformava in un incubo. Nezumi se ne andava sempre, lo abbandonava. Shion gridava il suo nome invano. Poi apriva di colpo gli occhi e si ritrovava nel suo letto. Da solo.
Non aveva avuto sue notizie dall'ultima volta che lo aveva visto. Aveva paura che Nezumi si sarebbe potuto dimenticare di lui, della sua promessa, e di quello che avevano affrontato insieme.
Nezumi negli ultimi tempi aveva sentito la mancanza di Shion in modo profondo e, non riuscendo a frenare i propri sentimenti, aveva deciso di tornare da lui, ma senza farglielo sapere.
Controllava che la luce nella stanza di Shion fosse spenta, aspettava un'oretta e poi entrava dalla finestra. Nel pieno della notte.
La prima notte in cui lo fece pensò che Shion fosse un incosciente, a lasciare la finestra aperta in quel modo. Sarebbe potuto entrare chiunque. Ma Nezumi non sapeva che Shion la lasciava aperta proprio per lui, perché sperava che un giorno sarebbe tornato.
Quel pensiero aveva attraversato la mente di Nezumi, ma si era subito convinto che non potesse essere possibile. Anche se una parte di lui lo sperava.
Si metteva seduto per terra, vicino al letto. Di solito di fronte al lato del letto verso cui Shion era rivolto, così da poterlo vedere meglio. Appena Shion si muoveva, Nezumi tratteneva il fiato e rimaneva immobile. Non voleva che lui lo vedesse.
Andò a casa sua per quattro notti consecutive.
La quinta notte, appena entrò nella camera, sentì dei lamenti molto forti provenire da Shion. Si avvicinò lentamente, temendo che fosse ancora sveglio. La luce della luna illuminava la stanza e i volti dei due ragazzi, così Nezumi capì che Shion stava dormendo.
Ad un tratto cominciò a rigirarsi nel letto e a borbottare qualcosa. Nezumi non capiva. Si avvicinò ulteriormente.
-Nezumi...Nezumi...-
Shion ripeteva il suo nome nel sonno. Il cuore di Nezumi prese a battere più velocemente.
Shion cominciò ad alzare la voce e a contorcersi letteralmente.
Nezumi non sapeva cosa fare. Gli dava molto fastidio vederlo in quello stato, quasi sofferente. Non capiva perché Shion stesse urlando il suo nome.
-No, no, no...no!- urlò Shion.
Nezumi si precipitò accanto al letto e cominciò a scuoterlo.
-Shion! Shion, svegliati! Che ti succede? Shion!-
Shion aprì gli occhi.
Quando vide quel viso a pochi centimetri dal suo e sentì le mani forti di lui che gli stringevano le braccia, credette di stare ancora sognando.
-Nezumi?- disse quasi in un sussurro.
-Va tutto bene. Qualunque cosa fosse è finita.- rispose lui sussurrando a sua volta, posandogli la mano su una guancia e sorridendogli.
Si guardarono per un istante che sembrò infinito, analizzando ogni millimetro dei loro volti.
-Sei qui?- chiese Shion a bassa voce, con le lacrime agli occhi, tirandosi su.
Nezumi ebbe un tuffo al cuore vedendolo in quello stato. Fece un'espressione sorpresa.
Annuì, sorridendo e accarezzandogli lo zigomo col pollice.
Shion non riuscì a trattenersi. Dai suoi occhi scesero delle lacrime, e in un istante si buttò su Nezumi, abbracciandolo. I suoi incubi non si erano realizzati fino in fondo. Se ne era andato, ma alla fine era tornato.
Non era cambiato nulla. Appartenevano ancora l'uno all'altro, anche se non se lo erano mai detti. Nessuno dei due aveva mai avuto intenzione di dimenticarsi dell'altro.
Shion pensò subito che Nezumi aveva mantenuto la sua promessa. Si erano riuniti.
Nezumi pensò che, se prima non era voluto neanche uscire allo scoperto, dopo averlo rivisto in quel modo non sarebbe più riuscito ad andarsene.
-Non piangere, Shion.- disse Nezumi accarezzandogli i capelli.
-Come faccio? Finalmente sei tornato da me. Temevo che ti saresti dimenticato della promessa.- disse tirando su col naso, respirando l'odore di Nezumi. Quell'odore che gli era mancato tanto.
-Non potrei mai dimenticare una cosa del genere, stupido.- disse sorridendo.
Shion rise.
-Non sei cambiato affatto.- gli disse Shion sorridendo, sciogliendosi dall'abbraccio per guardarlo in volto.
Rimase sorpreso nel vedere che anche Nezumi aveva gli occhi lucidi.
-Neanche tu, per fortuna. Non lasciare più la finestra aperta in quel modo però.- disse lanciando una veloce occhiata alla finestra.
-Non ne avrò più bisogno. Ora che sei tornato, ti farò entrare dalla porta d'ingresso.-
Risero entrambi.
Rimasero in silenzio ad osservarsi per qualche secondo.
-Come sei bello...-sussurrò Shion.
Nezumi, colto di sorpresa, arrossì.
In quell'istante Shion si rese conto di aver parlato ad alta voce, e arrossì anche lui. Distolsero entrambi lo sguardo.
-Anche tu...- disse in un sussurro quasi impercettibile Nezumi.
Shion alzò lo sguardo e non potè fare a meno di sorridere.
-Hai avuto un incubo, vero?- chiese Nezumi.
-Sì...È sempre lo stesso...da qualche mese...-
-Cosa sogni?-
-Non me lo ricordo di preciso...- mentì Shion.
-Quindi non ti ricordi neanche perché stavi ripetendo il mio nome?- chiese Nezumi con un sorriso compiaciuto.
-Non è vero!- rispose imbarazzato Shion.
-Invece sì, ti ho sentito io.-
-Da quanto eri qui, nella mia camera?- disse Shion cambiando discorso.
-Da poco...-
-È la prima volta che entri?-
-Ecco...Sì.- rispose Nezumi con una faccia che diceva tutto il contrario.
-Stai mentendo. Eri già entrato?-
Nezumi rimase in silenzio, colto sul fatto.
Shion si entusiasmò.
-Quante volte?! Da quanto?! Perché?- disse, con tono più serio solo all'ultima domanda.
-Volevo vedere...come stavi.-
-Adesso sto molto meglio.-
Sorrisero entrambi.
-Forse ora dovresti dormire...- disse Nezumi alzandosi dal letto.
-Dove vai?- chiese Shion trattenendolo per un braccio.
-Dovresti dormire anche tu. Resta qui con me. Dormi qua.- continuò Shion.
-Come quella notte? Quattro anni fa? E quella in cui siamo tornati qui insieme?-
Shion annuì.
Nezumi si tolse la sciarpa e il giacchetto. Senza dire nulla si sdraiò accanto a lui.
-Shion...-
-Sì?-
-Vieni qui.-
Shion si avvicinò di più a Nezumi e posò la testa sul suo petto. Nezumi lo strinse a sé.
Entrambi rimasero svegli, in silenzio, a godersi quella sensazione. Quelle emozioni che non provavano da un bel pò.

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