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così pochi incantesimi inerenti al trasloco. Nonostante gli anni di studi magici, Draco Malfoy doveva spostare scatoloni e tinteggiare le pareti come un babbano qualsiasi.
Ora stava sistemando la sua stanza. "Falla come ti pare, non importa - aveva detto Harry - basta che tu non metta qualcosa che spaventi la povera June!" Ma così, aveva protestato, avrebbe dovuto rinunciare alla ghigliottina e al pitone domestico. Aveva messo anche il broncio per tutto il pomeriggio, ma intanto aveva trasformato la stanza. Le pareti ora erano grigie, e al centro della stanza era in mostra un grosso letto a baldacchino di legno. Nell'angolo aveva sistemato il suo calderone, e aveva predisposto un armadietto per gli ingredienti delle pozioni. Non mancava la sua vecchia scrivania, arrivata dal Manor e alle pareti aveva messo dei quadri magici molto costosi. Fissando il quadro con i palloncini che volavano via, si sentì intristito.
Dall'altra parte del muro Harry era in bilico su una sedia nel tentativo disperato di attaccare un ultima foto. Ruzzolò giù dalla sedia, atterrando per fortuna sul peloso e morbido tappeto rosso. Si rialzò, con gli occhiali rotti e un braccio dolorante e si guardò intorno. Attraverso le lenti crepate riusciva a vedere la grande scrivania carica di fogli e fascicoli del lavoro, il letto in un angolo e l'armadio decorato con i poster di Quidditch, e alle pareti ocra si muovevano numerose foto. Spaventato dal rumore, accorse Draco. "Sei vivo?" Chiese guardingo, appoggiato con un braccio alla maniglia della porta semichiusa. Harry annuí, mormorando un hoculus reparus. "Che peccato. E io che pensavo di aver già finito il mio periodo di convivenza con te." "Sono spiacente - rispose il moro - ma nulla da fare. E ora andiamo, c'è la camera di Teddy da sistemare"
Si incamminò a grandi passi, e il serpeverde lo seguí con una smorfia.

Litigarono per tre ore, per il colore del lettino, delle pareti, il numero di giocattoli, il modello dell'armadio e la posizione del fasciatoio. Alla fine la stanza era diventata un buffo miscuglio di verde e rosso, con punte qua e là d'oro e d'argento. Mancava solo più la culla. Draco la tinse di verde, Harry di rosso, Draco aggiunse delle bandierine argentate, Harry un leoncino di peluche. Draco trasfigurò la coda del leone in un serpentello, ma Harry era troppo stanco per controbattere. "Perfetto" decisero in coro, e scesero in cucina. Il resto della casa era stato sistemato da un arredatore babbano abbastanza famoso, e loro si erano limitati ad aggiungere l'atmosfera giusta per crescere bene un piccolo mago. Ora, sdraiati sul divano bianco e con due birre in mano (gli unici alcolici presenti in casa, che sarebbero spariti prima della visita di Jasmine del giorno dopo) si godevano il meritato riposo.

* * *

Draco lo aveva trascinato in un'aula di un tribunale, Harry non se lo sarebbe mai aspettato.
Era già stata abbastanza scioccato dal sapere che Remus e Tonks avevano nominato due padrini in caso di morte, e si era chiesto chi fosse l'altro. Ovviamente si aspettava di concludere la faccenda dell'affidamento in maniera civile, fino a quando non era entrato dall'avvocato e aveva trovato Draco Malfoy ad aspettarlo.
"Tu!" "Ancora tu!" Avevano trasformato lo stupore in rabbia e si erano quasi saltati addosso. Dopo che li avevano divisi, si erano guardati storti e avevano trasformato la battaglia in tribunale in una sfida. Passarono sei mesi di ricorsi e cause continue, finché Jasmine Lewis, incaricata dai servizi sociali, aveva lanciato un ultimatum: o avrebbero accettato l'affidamento congiunto, o Teddy sarebbe andato a vivere dai babbani. Messi alle strette, avevano accettato. Più per orgoglio che altro.

Bittersweet {DRARRY FANFICTION}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora