nuova vita

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                   (Emily)Il tempo in aereo è passato velocemente,tra musica,libri e la consapevolezza di una minima probabilità che l'aereo si potesse schiantare

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                   (Emily)
Il tempo in aereo è passato velocemente,tra musica,libri e la consapevolezza di una minima probabilità che l'aereo si potesse schiantare. Una volta fuori dall'aeroporto chiamo un taxi,che mi accompagna fino al mio appartamento. Entrando in esso,devo dire che rispecchia totalmente i miei gusti, certo è piccolo,ma è fatto apposta per una sola persona,ma il particolare più affascinante è la vista sul mare.
Una volta disfatte le valigie,vado a fare l'iscrizione alla scuola,che fortunatamente dista soli 5 minuti a piedi. Tornata a casa si è fatto tardi,inoltre la scuola inizia domani per me,dato che sono entrata a metà del primo semestre.
La mattina dopo.
Drinn drinn
Ed ecco incominciato l'incubo di ogni adolescente:svegliarsi la mattina! Ma il vero problema è varcare il cancello della propria scuola e assistere a ore e ore di tortura. E il bello di quando siamo adolescenti è che sognamo di crescere,di essere indipendenti. Invece quando sei un adulto,vorresti tornare adolescente. Rimpiangi tutti i momenti passati,le sigarette da nascondere,le borse troppo piene,le corse sotto la pioggia,le risate,i pianti per amore,le litigate con gli amici,gli abbracci, le carezze, le cazzate,i sorrisi,le foto,il motorino,l'autobus perso,la scuola,le mille emozioni. Gli anni migliori della nostra vita. Tutto ciò racchiuso in un'unica parola.
Nel frattempo indosso i vestiti scelti la sera precedente:

Una volta vestita e truccata con mascara, matita e fondotinta,sono ufficialmente pronta per il primo giorno di scuola

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Una volta vestita e truccata con mascara, matita e fondotinta,sono ufficialmente pronta per il primo giorno di scuola. Prima di uscire di casa,prendo il mio immancabile cappello nero e ovviamente lo zaino e così mi avvio verso il mio carcere per i prossimi due anni.
Di fronte al cancello mi mostro un po' titubante. Riesco a scorgere i vari gruppi separati:da una parte i nerd e gli sfigati,da un'altra i popolari,poi le tro...chirlider ed infine i normali.
Dato che sono la nuova,appena mi incammino all'interno dell'edificio,tutti gli occhi sono puntati sulla sottoscritta. Fortunatamente ho la faccia nascosta dal cappello,e con sicurezza e freddezza,non rivolgendo a nessuno lo sguardo,mi dirigo in segreteria,per chiedere informazioni.
-Scusi,mi potrebbe dire la mia sezione?- chiedo gentilmente alla segretaria richiamando al sua attenzione.
-Oh certo,come si chiama?-
-Emily White- rispondo, accennando un sorriso.
-Sezione 4D-
-Grazie mille,arrivederla.-
Ok,è un'impresa trovare l'aula. Ci sono troppi corridoi,troppe classi,troppi piani. Posso definirmi fortuna se riesco a trovare l'aula entro dieci minuti.
Odio arrivare in ritardo,soprattutto perché alla fine,quando entri in classe,tutti ti osservano. Non mi è mai piaciuto mettermi in mostra.
Mentre penso,vado addosso ad una ragazza,ritrovandoci entrambe con il culo per terra. Appena ci alziamo,gli chiedo subito scusa,dicendogli che stavo sulle nuvole e che non la avevo vista. Lei accetta subito le mie scuse.
-Senti,non riesco a trovare la mia aula,è la 4D,mi potresti accompagnare?-Gli chiedo,e in quel preciso istante suona la campanella. Perfetto,sono in ritardo!
-Certo, vieni con me.- fa lei. Poi ricomincia- Sei la nuova giusto? Come ti chiami?-
Non mi sono mai piaciute le persone che fanno troppe domande,ma stranamente, per lei,potevo fare un eccezione. Mi sembrava molto simpatica, già da quel sorriso.
-Mi chiamo Emily,tu?-
-Io Emma. Siamo arrivate,ecco l'aula-
-Grazie-
-Non c'è di che-
Oggi mi sento troppo buona.
Ce la posso fare. Apro la porta senza bussare,e trovo tutti a fissarmi. Io faccio la stessa cosa.
-Non si usa bussare signorina?- sbuffa il professore.
-Oh, scusi la mia maleducazione professore,non intendevo interrompere bruscamente la sua magnifica  lezione. Le chiedo eterno e immenso perdono- concludo io con un ghigno stampato in faccia e facendo un leggero inchino.
La classe sghignazza tra le risate.
-Senta non inizi,si presenti alla classe e vada subito a sedersi al banco libero.-
-Ok,mi chiamo Emily White-
Lo so, lo so, sono molto breve durante le presentazioni.
Mi dirigo all'ultimo banco vicino al muro, sotto lo sguardo attento dei miei quasi conoscenti.
Scusate,ma con quale criterio si inizia la prima ora di lunedì con matematica? C'è,mio dio!
Ovviamente,nonostante le mie proteste mentali contro questa materia,sono sempre stata bravissima a matematica,ma non solo in questa materia,diciamo che vado bene in tutte le materia,anche se a primo impatto non sembra. Di solito mi dimostro disinteressata alle spiegazioni,ma in realtà sono sempre attenta.
-Allora White- il prof. mi riscuote dai miei pensieri.-venga a fare un problema di aritmetica.-
Io mi alzo dalla sedia già con sguardo trionfante,mentre quasi tutti i miei compagni se la ridono,convinti che non riuscirei a risolvere neanche un semplicissimo problema. Stronzi bastardi.
Arrivata alla cattedra,il prof. mi indica il problema in questione. Come livello di difficoltà ha solo due pallini,insomma,semplice. Volendo dimostrargli le mie capacità, inizio a sfogliare il libro in cerca di uno plus,nonostante tutte le sue proteste .
-Voglio fare questo- Gli indico.
-Ok,non c'è problema,ma è più difficile dell'altro. -
Senza rispondergli risolvo il problema alla lavagna,e volendolo lasciare di stucco,non mi limito solo a scrivere la soluzione,ma anche i dati e il resto.
Nel frattempo la porta si apre,ma non ci faccio caso.
Dalle facce di tutti,scommetto che non credevano che avessi queste capacità.
Allora dico-Chiudete le bocche,che entrano le mosche-
Grande Emily! Sfacciata come sempre! Viva me! Giuro che la smetto. No scherzo,ci avete creduto però è!
Dopo mi siedo direttamente al banco senza aspettare risposte.
-Complimenti White,si merita un otto-si rivolge il prof. a me. Poi guarda l'alunno appena entrato e con evidente impazienza gli dici -Rossi,invece lei ha finito di fare sempre ritardo?-
Lui risponde con un secco no, e viene a sedersi nel banco accanto al mio. Per tutto il tempo da quando è entrato non gli ho rivolto attenzione,dato che non ho mai alzato gli occhi verso di lui. Dal mio quaderno strappo un foglio e inizio a disegnare tutto ciò che mi viene in mente.
Il ragazzo seduto accanto a me,nonostante io non lo guardi,sono convintissima che è da quando è entrato che mi osserva. Io non ci bado,nonostante vorrei rispondergli a tono,ma evito e mi mordo la lingua.
Il resto delle ore passano tra sguardi sfuggenti da parte di lui e disinteresse da parte mia,che cerco invano di ascoltare la lezione. E finalmente dopo 4 ore, tra gli esulti dei vari alunni,usciamo dalle nostre classi per andare in mensa.
Io,non sapendo da che parte sia,seguo semplicemente la mandria di alunni.
Dopo aver preso il cibo,vedo...

Bad Girl's  Bad BoyWhere stories live. Discover now