Prologo.

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Ci metto un minuto prima di capire che il rumore che sento non è nel bellissimo sogno con Jamie Campbell Bower che stavo facendo ma è la mia sveglia.
Apro svogliatamente gli occhi e lancio un occhiata alla sveglia sul comodino alla mia destra, segna le 7 in punto.
Mi alzo velocemente sapendo di essere già in ritardo per il primo giorno del mio ultimo anno scolastico.
Corro in bagno a lavarmi la faccia e i denti, e subito dopo mi fiondo nell'armadio a cercare qualcosa di decente da mettere.
Alla fine opto per un paio di skinny jeans e un top nero con le maniche lunghe e le spalle scoperte, passo poi al trucco mettendo un po' di mascara, il rossetto di un rosa chiaro e una linea di eye-liner.
Scendo le scale di fretta e passando per la cucina afferro una barretta ai cereali e le chiavi di casa per poi uscire e andare alla fermata del bus.

Fortunatamente arrivo in orario alla fermata e salgo sull'autobus che scopro mezzo vuoto; mi siedo più o meno a metà da sola e mi infilo le cuffiette nelle orecchie facendo partire una canzone di Shawn Mendes.
Il tragitto non è molto lungo e appena scendo dal bus mi siedo su una panchina appena fuori da scuola per aspettare il suono della campanella e mi accendo una sigaretta.

Alle 8 la campanella suona così mi alzo velocemente dalla panchina ed entro a scuola per poi dirigermi verso la segreteria per prendere l'orario delle lezioni e il numero del mio nuovo armadietto.
Attraverso il lungo corridoio, attorno a me ci sono tante, troppe persone che parlano ad un volume troppo alto per essere mattina presto. Svolto a destra e passo davanti all'ufficio del dirigente scolastico, con mia fortuna noto che c'è pochissima gente che aspetta, mi metto in coda da una delle segretarie e aspetto il mio turno.
Nel frattempo Tory Brooks fa il suo ingresso seguita dalle sue "schiavette" di cui nemmeno so il nome e salta la fila.

Tory è la figlia di uno dei più ricchi di Silvertown, la città dove viviamo, nonché finanziatore della scuola; perciò a lei è tutto lecito. Alcune persone si lamentano, altre bisbigliano parole incomprensibili su quanto sia bella, io mi limito soltanto a spostare il mio sguardo dall'altra parte della stanza.
Appena gira l'angolo del corridoio si alza un coro di fischi e urla da parte dei ragazzi della squadra di baseball.
Da me rinominati semplicemente trogloditi.
Sospiro già esausta da questa giornata e sposto di nuovo lo sguardo, questa volta sui miei anfibi ormai troppo consumati per essere usati.
Presto arriva il mio turno e sorrido alla segretaria di fronte a me.

"Buongiorno. Nome, cognome e anno prego." Mi dice con fare svogliato mentre guarda il computer di fronte a lei e distrattamente si tocca gli occhiali.

"Madalyn McClain, ultimo anno." Digita i dati sul computer e subito dopo mi porge un foglio appena stampato, lo prendo e me ne vado.
Sul foglio c'è scritto che il mio armadietto è il 277 e deduco sia al secondo piano, così mi affretto a raggiungerlo prima che inizi la prima lezione della giornata che con mia grande sorpresa scopro essere matematica. Apro l'armadietto con un po' di fatica ed infilo dentro la borsa con alcuni libri, prendo un quaderno e il libro di mate, la matita me la farò prestare da qualcuno in caso.
La classe non è lontana perciò mi dirigo verso essa e in pochi secondi arrivo.
Mi siedo in terza fila, appoggio il libro e il quaderno sul piccolo banco di legno laccato di bianco e sprofondo sulla sedia sospirando.

"Scusa è libero? Sai gli altri banchi sono tutti occupati." Mi giro verso la voce che ho udito e mi ritrovo a fissare gli occhi azzurri di Adrian Lyndon, uno dei trogloditi.
"Nono puoi sederti." Mi affretto a rispondere arrossendo leggermente, perché si, sarà anche un giocatore di football, ma è un bel ragazzo.
"Grazie, per te però non è un problema lasciarmi il banco vicino al muro vero? Così posso appoggiarmi per dormire durante la lezione."
Lo trucido con lo sguardo e scuoto la testa per imitare un no.
"Non sto scherzando bambolina, su spostati." Dice con tono duro e facendomi segno con la mano.
Ed ecco una piccola anteprima del perché li chiamo trogloditi.
Mi alzo prendendo le mie cose e notando che come aveva detto lui tutti i banchi erano occupati e quindi non potevo andare altrove, mi sposto per farlo passare e mi siedo nel banco affianco, pronta a passare un lungo anno affianco a lui.
E ovviamente senza chiedergli matite o altro perché con lui non ha esattamente niente.

———
Ecco il prologo rivisitato, spero che ora la storia sarà un po' diversa vi piacerà ugualmente. Ho deciso di non cancellare i capitoli, ma semplicemente modificarli per non perdere tutto.
Ditemi che ne pensate nei commenti.

xx Martix

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⏰ Last updated: Aug 20, 2019 ⏰

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