Capitolo 1

35 2 0
                                    



Lei sa, nel profondo lei lo sa.

Ancora non capisce e non è consapevole del suo immenso potere.

Per lei abbiamo dovuto rinunciare a molto, non è stato facile.

Ma ora manca poco, manca poco e fra poco tutto si sistemerà.

Mia figlia sa e con il suo sapere ci salverà.

Mia madre mi sta fissando con uno sguardo vacuo, perso negli infiniti meandri della sua mente. Mia madre mi fissa in continuazione e così fa mio padre, le poche volte che riesco a vederlo. Non mi parlano mai, non mi hanno mai parlato, o meglio, io non ricordo le loro voci. Si sono rinchiusi in un mutismo volontario quando avevo tre anni, quando in una fatidica notte è morta la mia sorellina, quella sorellina che non ha mai aperto gli occhi in questo mondo, per aprirli direttamente in un mondo che a noi terreni è a lungo sconosciuto.

Le sorrido, sicura che lei non ricambierà, non provo nemmeno a distrarla, nonostante il mio quasi inesistente legame con lei, le voglio bene e spero che lo sappia.

Sento il cellulare che squilla, è Miranda, la mia migliore amica nonché cugina di secondo grado, ma per me è come se fosse una sorella.

-Ciao Mira, cosa c'è?

-Hey Ele, passo da te tra un quarto d'ora, ti va? Poi pensavo che potremmo vedere un film con pop corn e altre schifezze piene di grassi da me.

-Okay perfetto, mi cambio e scendo.

-Sto arrivando Elettra!

Salgo velocemente le scale verso la mia camera, mi cambio la maglia e infilo un paio di jeans, poi prendo la borsa e corro nuovamente giù, intanto mi sciolgo i capelli e me li acconcio con un quasi studiato chignon disordinato.

Mira è già arrivata, come sempre in netto anticipo, mi porge il mio casco e con la sua vespa rossa partiamo alla volta di casa sua e di un filmaccio divertente.

Dopo aver visto per la milionesima volta Pitch Perfect e aver cantato tutte le canzoni, la mia migliore amica mi guarda e mi chiede se io abbia mai pensato di prendere lezioni di canto.

-Mira, stai scherzando? Ma se non so nemmeno cosa siano le note!

-Ele, non so se tu ti sia mai ascoltata ma hai un talento naturale, non ti sto proponendo di fare dei corsi, ti sto costringendo! Domani andiamo in segreteria e ci iscriviamo nel coro della scuola, da quanto mi ricordo le iscrizioni sono aperte fino alla fine del mese.

-Miranda Stranovic, tu non mi costringerai a fare proprio niente!

-Dai ti prego! Puoi fare solo una prova? Verrò anche io, anche se non ho una voce celestiale come la tua, non sono malaccio.

-Ti concedo solamente una prova, dopo non andremo più.

Gli occhi di Mira si illuminano alle mie parole e con uno slancio mi getta le braccia al collo.

-Davvero? Promesso?

-Sì, promesso.

****

Maledetta me che ho ceduto alle implorazioni della mia migliore amica, ora la sto aspettando fuori dall'aula magna che per questo pomeriggio sarà l'aula di musica. Sbuffo, imprecando a bassa voce contro il mio troppo buon carattere, dal corridoio mi giunge l'inconfondibile suono della voce squillante di Mira, ma con chi cavolo starà parlando?

-Ciao Ele! Mi schiocca un bacio sulla guancia. -Guarda chi ho incontrato sul mio cammino? Non è fantastico che tutte e tre facciamo parte insieme del coro?

Guardo dietro le sue spalle e noto una chioma troppo bionda, quasi bianca. Sotto quella angelica capigliatura però si nasconde un sorriso malefico, ti pareva che nell'unica attività extrascolastica che "frequento" ci dovesse essere anche quella stronza? Per chi non lo sapesse faccia da angelo si chiama Lucilla e la odio con tutto il cuore dalla prima liceo. Non capisco perché Miranda sia così testarda dal volerle parlare e esserle amica, comprendo che non voglia aver nemici, ma ha proprio esagerato.

Bofonchio, ignorando la sua domanda un -Ciao Mira, Lucilla. E poi entro in aula, subito seguita da una Lucilla compiaciuta e da una Mira infastidita.

Mi guardo intorno e scorgo un semicerchio di sedie occupate solo per metà con il direttore posto al centro, è un uomo sulla cinquantina, capelli brizzolati e in un disordine sicuramente non studiato, camicia azzurrina e pantaloni blu, il tutto con due enormi occhiali dalla grossa montatura che incorniciano due occhi azzurri. Ai suoi tempi doveva essere stato veramente un bell'uomo. Inizio a osservare anche i miei compagni e riconosco qualcuno visto nei corridoi, ma la maggior parte sono degli sconosciuti, bhe meglio così. Mira ancora non mi rivolge la parola, il suo sguardo è fisso su un ragazzo di un'altra classe, quella di fronte alla nostra, di cui è segretamente innamorata dalla prima, inizio a capire tutto il suo entusiasmo.

-Hey Mira, quand'è che ci vai a parlare?

Si volta di scatto con un sorriso, si finge normale anche se è imbarazzata, ma è contenta perché le rivolgo la parola.

-Scusa, con chi è che dovrei parlare?

-Ovvio dai! Nessuno frega Elettra Turandi! Il tipo che stai mangiando con gli occhi! Quello della classe accanto!

-Shh, non sbraitare Ele, tanto sai che non troverò mai il coraggio, però forse con questo corso... potrei provare ad avvicinarmi!

-Sì sì, vai convinta.

-Uff, prima mi incoraggi e poi demolisci le mie idee, non sei affatto una brava migliore amica!

-Mira, se usi il tuo solito approccio "da diventiamo amici" quello dopo non ti guarda neanche di striscio!

-D'accordo saccentina dei miei stivali, la prossima volta lo stupirò con il mio fascino femminile.

Scoppiamo entrambe a ridere, poi il direttore inizia la lezione.



ELETTRAUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum