Soli per una notte

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Introduzione

Separati per quattro anni.
Non avevano mai smesso di pensare l'uno all'altro.
Yuu era stato salvato da Guren Ichinose.  Mika da Krul Tepes.
Le loro vite stavano andando avanti, ma loro si erano fermati a quel giorno.
Quel maledetto giorno in cui erano stati strappati loro i componenti della loro vera famiglia.
Yuu era riuscito a scappare, convinto da Mika, che gli aveva detto che per lui non c'era più niente da fare.
Che era finita.
Yuu era scappato credendo che Mika sarebbe morto, ma non fu così.

Yuu a 16 anni si era rifatto una vita. Aveva una nuova famiglia. Aveva cercato di dimenticare, ma non ci era riuscito. Gli bastava chiudere gli occhi per rivivere quella scena. Per rivedere quegli occhi azzurri arrossati dal pianto, in preda allo sconforto e alla paura, che gli dicevano di scappare, di salvarsi.
A volte gli sembrava di sentire ancora quella voce da bambino, che lo chiamava affettuosamente.
"Yuu-chan. Noi siamo una famiglia."
Lui non se ne era mai dimenticato. Mika era il suo chiodo fisso.
Gli capitava di immaginare come sarebbe potuto diventare, se fosse stato ancora vivo. Quanto sarebbe diventato ancora più bello.
Lo sognava anche di notte.
Arrivò ad un punto in cui non seppe più distinguere la sua immaginazione dai suoi sogni, che si intrecciavano, facendogli vedere la stessa persona.
Yuu aveva capito una cosa importante in quegli anni, soprattutto nell'ultimo periodo.
Sapeva che Mika era la persona più importante al mondo per lui. Sapeva che gli voleva bene. Ma non sapeva fino a che punto.
Ci era voluto del tempo per accettarlo, ma alla fine ci era riuscito.
Quando pensava a Mika, non pensava a lui come a un fratello.
All'inizio i suoi sogni ad occhi aperti furono dolci e innocenti, ma più il tempo passava e più Yuu immaginava come sarebbe stato avere Mika lì, vicino a lui, nel suo letto, la notte. E subito bloccava i suoi pensieri, perché se ne vergognava.
Si vergognava di quello che provava. Quando le ragazze gli si avvicinavano, lui non sentiva niente. Nessuna fantasia maliziosa, nessun desiderio spinto. Eppure era un adolescente in piena crescita. Per quelle ragazzine non aveva mai provato attrazione fisica. Non sognava di baciarle, di dormirci insieme, di stringerle per farle sentire al caldo, di fare l'amore con loro.
Ma con Mika sì.
Quando erano ancora una famiglia era troppo piccolo, erano solo due bambini. Era impossibile sapere che tutto l'affetto che sentiva per quel biondino non era solo affetto, ma amore vero e proprio.
"Sogno di fare l'amore con un ragazzo. Con un ragazzo che non c'è più. Sono una persona patetica", pensava.

Quando lo rincontrò, sul campo di battaglia, non si sentì più così patetico. Mika era vivo. Era ancora più bello di come lo aveva immaginato. E lo aveva chiamato di nuovo Yuu-chan.
Tutte le sue fantasie sarebbero potute diventare realtà, se solo non ci fosse stato quel problema.
Yuu schierato dalla parte degli umani, nell'esercito demoniaco imperiale giapponese, nella squadra di streminio vampiri.
Mika dall'altra parte, con i vampiri, affianco al nobile vampiro che aveva distrutto la loro famiglia e che aveva causato la loro separazione.
Da quel momento lo scopo di Yuu fu solo uno: riprendersi Mika.

Al contrario di Yuu, Mika aveva sempre saputo di essere innamorato di lui.
Ma forse per lui era stato più facile accettare i suoi sentimenti, perché sapeva che Yuu era vivo.
Quel ragazzino chiuso e scontroso con gli occhi verdi era ancora lì fuori, da qualche parte.
Mika non pensava ad altro. Solo al suo Yuu-chan.
Aveva fatto di tutto per non diventare un vero vampiro. Non aveva ceduto alla sete di sangue umano neanche per un istante. Voleva rimanere umano almeno fino al giorno in cui avrebbe rivisto Yuu.
Sopportare quell'agonia era dura, ma per lui ne valeva la pena.
Mika in quegli anni si era chiesto cosa ne avesse fatto Yuu della sua vita. Se fosse felice, se pensasse a lui, se si fosse fatto un'altra famiglia, se lo avesse dimenticato perché aveva conosciuto altre persone.
L'idea di Yuu in mano a quegli sporchi umani, era la tortura più grande per Mika.
Di notte era più difficile non pensare. E Mika pensava tanto, troppo.
Immaginava il suo Yuu-chan coi capelli arruffati, nel letto accanto ad una ragazza. Lo immaginava mentre la spogliava e si faceva spogliare, mentre faceva con lei quello che Mika desiderava facesse con lui. Sperava con tutto il suo cuore che Yuu non avesse avuto nessuno accanto, in quel modo.
Che non si innamorasse mai di nessuna ragazza.
Una parte di lui era, però, rassegnata. Sentiva che Yuu non avrebbe mai più provato per lui gli stessi sentimenti di quando erano bambini.
Mika era convinto che Yuu non avrebbe mai potuto amarlo, non come Mika amava lui. Desiderava sentire il suo odore, toccare la sua pelle nuda, ma sapeva che non avrebbe mai potuto.
Sapeva che non sarebbe mai riuscito a dichiararsi, anche se l'avesse salvato dagli umani.
Mika che odiava gli umani, che odiava i vampiri, e che forse odiava anche un po' sé stesso, amava solo una persona. Solo Yuu.

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