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24 Giugno 2017

Prendi un bel respiro, conti le pillole. Sono bianche, tutte insieme disposte in fila.
Sono pari, le hai divise in sei file. In realtà anche in quattro, poi in due, poi le hai ammassate insieme perchè non era tempo di scherzare.

Hai preso il pugno, ti sei guardata allo specchio davanti a te.

Lo hai spiegato, a chi rimarrà, che il tuo non era un problema di fisico.
Certo, in qualche periodo l'hai odiato anche quello, troppo grasso sui fianchi, le curve sbagliate, i brufoli e l'apparecchio.
Il tuo problema, quello serio, era tutto un problema di carattere, di apparenze, di figure.

L'hai capito da molto che, lo devi ammettere, tu sei una che non piace.

Per carità.
C'hai ragionato assai, e non stai mica dicendo baggianate.
L'hai notato perchè... beh, per una serie di cose.

Parli troppo, esageri, alzi troppo la voce, sei egocentrica e permalosa, infantile, non sai care nulla decentemente, sei snervante (Dio, non sai quanto dai sui nervi) e la gente ti odia.
Vuoi metterti in mezzo alle conversazioni, cerchi di parlare, inutilmente. Queste ultime cose però, lo sai, sono tutte derivate quando la gente ha capito che razza di persona eri.
Hai cambiato scuola, ma il gruppo era lo stesso. Ti tengono ancora dentro, e non sai per quale assurda ragione, se tu ti odi già per conto tuo e ti saresti cacciata da sola.
Ma l'hai notato che tendono a non parlarti, che a malapena ti notano, che fino in fondo non fai parte di loro, che dare tempo al tempo non è servito a nulla, che hai aspettato, Dio se l'hai fatto.

Solo che ti sei arresa.
Tu sei lì, in mezzo a mille persone, e loro ti liquidano in fretta, ti evitano nel loro piccolo.

Non hai una migliore amica su cui contare.
Non ti avvicini mai a lei e le sorridi, perchè le migliori amicizie le hai a distanza e, lo sai che è solo perchè meno ti vedono, meno sanno di te, più sono inconsapevoli.

Ti odi.
Ti odi perchè c'hai provato davvero a cambiare, ma a quali pro?

Nell'ultimo periodo sei stata gentile.
Diciamo che non ti arrabbi mai, già di tuo, ma hai chiuso spesso e volentieri un occhio su molte cose.
Hai prestato cose, hai lasciato correre, hai ceduto posti e ringraziato sempre, fatto complimenti e mai, mai hai detto qualcosa di sgradevole.
Solo che... ohi, dico davvero.

Sei antipatica, piena di difetti, e a come ti hanno sempre ignorato, non l'hanno notato.

Nessuno.

Così hai pensato al suicidio perché era un modo di non pensare al futuro e ad altre sofferenze.
Hai chiuso gli occhi, spesso, e hai pensato che era la via giusta, per te e per loro.

A volte ti sei chiesta anche per quanto ti avrebbero ricordata.
Se si sarebbero sentiti in colpa.
Se da grandi ti avrebbero ricordata come "l'amica che si è suicidata", "la poveretta morta", "una volta usciva con noi".

Oppure ti sei chiesta se avresti mai avuto il coraggio di farlo.
C'era qualcosa che ti bloccava, anzi, c'è tutt'ora.
Ma hai le pillole in mano, e sai che a loro farai solo un favore.

Stringi le dita, respiri piano.

Ma non ti muovi.
Non ingerisci nulla, ti guardi soltanto.

Stai riflettendo al fatto che avresti dovuto sopportare questo inferno solo altri quattro anni.
Poi te ne andresti per sempre, da qui, dalla tua città.
Cambieresti tutto, sarebbe fantastico.
Potresti vedere fino a quando continua.

Così lasci le pillole, le butti nel cestino (e le nascondi bene) e scrivi la data di oggi.
Ti dai un anno di tempo.

In quell'anno potresti piacere, potresti impegnarti maggiormente, potresti fare mille cose.

E poi puff.
Sai che tra un anno non ti fermerai, se le cose andranno male.

Getti uno sguardo al cestino, immaginandoti le pillole.

Sai che non tornerai indietro, l'anno prossimo, se ti odieranno ancora.
E tutto, per quanto non vorresti, dipende dagli altri.

Quegli altri che non ti sopportano.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 24, 2017 ⏰

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